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Il Giro
1700 miglia lungo
le coste italiane e risalendo il Po fino a Pavia.
Dodici staffettisti in navigazione e uno alla tastiera.
Oltre seimila visualizzazionii giornaliere
Decine di associazioni, amici e appassionati incontrati
nel corso di questa nuova avventura
Molti soci fedelissimi che ci hanno incoraggiato e sostenuto
Un gruppo di "sponsor" tecnici di eccellenza.
Con il patrocinio di Regione Lombardia, Ucina Confindustria
Nautica e Federazione Italiana Motonautica.
Gli staffettisti:
Emilio Galli:
Genova - Porto Ercole
Alessandro Di Lelio: Porto Ercole - Napoli
Marco Galli: Napoli - Cetraro
Alberto Bagagli: Cetraro - Messina - Roccella Ionica
Virginio Gandini: Roccella Ionica - Taranto
Michele Armiento: Taranto - Mola di Bari
Marco Mosca: Mola di Bari - Tremiti - Pescara
Angelo Villani: Pescara - Riccione
Franco De Gradi, Fabio Peschiera: Riccione - Venezia
- Porto Viro
Mauro e Marina Seguso: Porto Viro - Pavia
IL COMUNICATO STAMPA
STAFFETTA IN GOMMONE DA GENOVA
MESSINA VENEZIA PAVIA
#italiaingommone
Salperà il
prossimo 1° aprile da Genova la circumnavigazione d'Italia
a bordo di un battello pneumatico ZARmini motorizzato con un
fuoribordo Suzuki, promosso e organizzato dal Club del Gommone.
Prima tappa, dopo
la partenza dalla Darsena del Salone Nautico di Genova sarà
Portovenere, circa 45 miglia. In seguito il gommone proseguirà
costeggiando la costa Tirrenica (Liguria, Toscana, Lazio, Campania,
Basilicata e Calabria) fino allo Stretto di Messina (con una
breve escursione in Sicilia) e poi risalirà lo Stivale
lungo l'Adriatico fino a raggiungere Venezia. Da qui il gommone
partirà alla volta del Delta del Po per poi risalirlo
fino a Pavia (Ponte della Becca), dove è prevista - ai
primi di maggio - la conclusione del giro d'Italia.
La scelta di utilizzare
un battello pneumatico relativamente piccolo con un motore "senza
patente" non è casuale; il Club del Gommone intende,
infatti, promuovere l'andar per mare e il diporto a motore per
tutti e lo dimostrerà attraverso un affidabile battello
dalle straordinarie peculiarità, capace di affrontare
anche lunghe crociere sempre con la massima sicurezza, grazie
a una carena robusta e a tubolari di generoso diametro (utili
a rendere ancora più stabile il battello) suddivisi in
ben sei compartimenti stagni - un record per un mezzo di queste
dimensioni - e un tecnologico motore fuoribordo da 40 hp leggero
e affidabile. Un package alla portata di tutti che costa come
una citycar e può essere guidato anche senza patente
nautica. Una proposta allettante per esperti e neofiti, per
risvegliare la voglia di abbandonare le spiagge affollate e
partire alla scoperta di baie tranquille.
Lo stesso spirito
del Club del Gommone, guida anche i Partner tecnici - il cantiere
ZarFormenti e Suzuki Marine - che hanno sposato appieno l'iniziativa
e gli obiettivi dell'avventuroso giro d'Italia e metteranno
a disposizione dei soci il battello - uno ZARmini 16 Rib (5,00
x 2,24 metri f.t., 320 kg) con carena e coperta in alluminio
- e il fuoribordo, un DF40A 4 tempi (3 cilindri, 941 cc). Il
Suzuki DF40A è un fuoribordo di ultima generazione, dotato
delle più moderne tecnologie: dalla distribuzione bialbero
con 4 valvole per cilindro comandata da una catena (esente da
manutenzione), al sistema di alimentazione a iniezione Lean
Burn, cioè a combustione magra, che permette di contenere
al massimo i consumi, fino al potente alternatore da 19 A che
consente di alimentare tutte le utenze elettriche di bordo.
Il DF40A, inoltre, grazie alla cilindrata di quasi 1 litro,
assicura un'elevata coppia anche ai regimi più bassi.
La particolarità
più interessante di questo giro d'Italia, che si snoderà
lungo un percorso di circa 1.700 miglia, sarà la staffetta
alla guida del battello da parte di alcuni soci dello storico
sodalizio milanese (dieci in tutto i piloti pre-selezionati),
in pratica uno diverso ogni quattro tappe. L'evento ha il patrocinio
di Regione Lombardia, Ucina-Confindustria Nautica e Federazione
Italiana Motonautica.
L'impresa sarà
raccontata quotidianamente attraverso i canali Social di:
Club del Gommone,
website: www.clubdelgommone.it, www.clubdelgommone.com/forum;
facebook: club del gommone, club del gommone (gruppo), Nautica
Report; youtube: club del gommone; hashtag: #italiaingommone,
#clubdelgommone
ZarFormenti,
website: www.zar-formenti.com
; facebook: Zar Formenti, TuttoBarche; youtube: Zar Formenti;
Suzuki Marine
- website: marine.suzuki.it; facebook: Suzuki italia marine;
youtube: suzukimarineitalia; twitter: Suzuki italia
Rivista Il Gommone
www.ilgommone.net
Ucina - Confindustria
Nautica www.ucina.net
Assistenza meteo
a cura di Navimeteo: www.navimeteo.com
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L'idea:
Settembre 2016, ultima giornata
al Salone Nautico di Genova, finalmente trovo il tempo per lasciare
lo stand del Club e farmi un giro fra i gommoni esposti. Cerco
la novità. E ce ne sono, i cantieri presenti esibiscono
le loro creazioni migliori. Tutti cercano di recuperare il mercato
italiano, molti vendono all'estero ma da noi sono fermi. Sull'onda
di questa esigenza espongono, insieme ai maxi rib, gommoni sotto
i cinque metri. Chi in veste di tender di lusso chi in veste di
battelli dedicati all'utenza più giovane, con motorizzazione
senza patente. Ecco, questi ultimi mi interessano particolarmente.
Anche perchè i maxi rib vanno all'estero, i tender di lusso
vanno in un altro mondo. I senza patente, vuoi per le dimensioni
vuoi per il costo relativamente alla portata di molti mi sono
più simpatici e rimangono in Italia. Eppoi, che diamine,
con gommoni anche più piccoli qualche decina di anni fa,
abbiamo fatto cose egrege: Corsica, Sardegna, Croazia, Grecia
Ionica, Grecia Egea, Turchia...per non parlare del Po e del Danubio.
Mi domando: perchè non ripercorrere quelle rotte e con
gommoni di quelle dimensioni? E poi, perchè non dimostrare
ancora una volta quanto é affidabile un gommone, ad esempio
in un "giro" d'Italia? Magari in una sorta di staffetta
così da coinvolgere alcuni dei nostri soci? Detto fatto.
Lo propongo a Piero Formenti, visto che esponeva una gamma di
battelli con carena in alluminio dai quattro ai cinque metri ad
un prezzo particolarmente contenuto. Accetta subito! "Era
da un po'che ci pensavo" dice! Mette a disposizione uno Zar
Mini 16, cinque metri giusti. Perfetto! Ho sfondato una porta
aperta!
Passo direttamente alla Suzuki
partner tecnico in molte iniziative con Zar Formenti. L'idea piace,
ci sono anche loro. Da Il Gommone, nostra rivista di riferimento,
il Pier ci seguirà per tutto il tempo convolgendo web,
social e pagine della stessa rivista. Modestamente siamo organizzati
pure noi con pagine sui social e sul sito www.clubdelgommone.it.
Alla fine, grazie al lavoro di tutti conteremo almeno sei/settemila
contatti al giorno... e per tutto il mese di Aprile.
Il lunedì successivo espongo
l'iniziativa in Consiglio Direttivo, piace a tutti ... o quasi.
Dalle pagine del Forum coinvolgiamo i Soci facendo appello a chi
se la sentiva di navigare in solitario per almeno 200 miglia.
Rispondono in parecchi, alcuni decisi altri con riserva causa
lavoro. Impossibilitati ad allungare il "percorso" ci
fermiamo a dieci staffettisti. Quasi tutte "pellacce".
Molti di loro hanno un curriculum niente male. Ci sono anche le
riserve che alla fine coinvolgeremo comunque. L'ultima tappa la
concluderà Mauro socio fondatore del Club.
Otteniamo il patrocinio di Regione
Lombardia, della Federazione Italiana Motonautica, di Ucina Confindustria
Nautica. Coinvolgiamo Navimeteo per le previsioni meteo, Sportoutdoor.tv
per i passaggi in tivù, Garmin Italia, Nautica Report,
Nautysport e Mokinba Hotel. Il tracciatore satellitare Spot ci
seguirà tappa per tappa. Passiamo l'Inverno a progettare,
contattare, organizzare. Come ogni evento servirà un logo,
all'unanimità viene approvato il progetto presentato dalla
vulcanica Noemi. Il percorso definitivo sarà Genova Messina
Venezia con risalita del Po fino a Pavia. La parte più
difficile é la logistica per il cambio delle staffette.
Poi a Febbraio arriva lo Zar Mini, arriva anche il motore, un
affidabilissimo Suzuki DF 40A. Nautysport inizia l'allestimento.
A Marzo le prove in acqua. Fine Marzo l'annuncio sulle reti Sportoutdoor.tv.
Sui social, grazie ai nostri partner, da molti giorni se ne sta
già parlando. Qualche riunione in più per puntualizzare
come saranno le comunicazioni giornaliere con i media e siamo
pronti. Partenza 1° Aprile. Sulla data una miriade di battute,
qualcuno fino all'ultimo pensava fosse il classico pesce d'Aprile.
Invece no!
Il Primo Aprile lo Zar Mini é
in acqua ai pontili dei Saloni Nautici di Genova. Ci sono anche
tutti gli staffettisti del giro e i rappresentanti dei partner
tecnici e istituzionali. Tivù locali e molti amici. Alza
bandiera e stappo dello spumante. La giornata è magnifica,
così anche per i giorni a venire. Tutti a salutare Emilio,
il primo staffettista. Ma vi lascio ai loro diari di bordo, sicuro
che vi contageranno con il loro entusiasmo. Grazie a tutti.
Virginio Gandini
Il Diario di bordo:
Emilio Galli 1° Equipaggio
Venerdì 31 marzo
arrivo a Genova di in tarda serata
una corsa al marina
del salone nautico a dare una sbirciata a "Italo" il
gommone con cui darò inizio alla circumnavigazione d'Italia
in gommone 2017.
Eccolo, spicca lì ormeggiato, bianco nel buio e nella calma
del porto. Poi via in albergo, ultimi preparativi alle borse,
attrezzatura nella sacca e un po' di riposo.
Sabato mattina 1 aprile - Genova - Porto Venere 51 miglia
Ore 10 ritrovo sulla banchina del marina della fiera per la presentazione
e festeggiamenti pre partenza. Intorno alle ore 12:00, dopo aver
stappato la bottiglia di rito prendo il largo verso il promontorio
di Portofino. Il mare è lievemente mosso.
Entro velocemente nel porto per
una foto di rito e via. Doppiato il capo, il mare si spiana, e
si comincia a navigare di poppa. Il gommone naviga molto bene.
Il motore è montato alto ma gestibile. Dopo aver navigato
a fianco delle Cinque Terre arrivo a Porto Venere. Speciale accoglienza
all'ingresso del porto: Il vice sindaco, il presidente del club
del gommone, cameramen di Sportoutdoor.tv e tantissimi soci del
club a festeggiare l'arrivo della prima tappa. Effettivamente
ci si sente un po' importanti. Dopo un bell'aperitivo tutti insieme,
faccio rifornimento e vado all'ormeggio a Le Grazie.
Domenica 2 aprile -Porto Venere - San Vincenzo 71 miglia
La seconda tappa inizia sotto un temporale. Dopo pochissime
miglia il cielo si apre e spunta un po' di sole. Le previsioni
sono confermate: c'è un po' di grecale ma navigo ridossato
e abbastanza sotto costa. In mattinata ricevo per SMS il numero
di cellulare da contattare per un incontro. Fuori dal porto di
Marina di Massa appuntamento con Matteo Zanza presidente del Circolo
Velico che mi aspetta in mare per un saluto e per toccare con
mano in anteprima questo piccolo grande mezzo. Dopo lo scambio
di adesivi e gagliardetti si riparte. Il cielo si è aperto
e io viaggio spedito. Il gommone fila tranquillo a oltre 25 nodi...ma
poi "tiro un po' indietro" perchè il suzukino
è ancora in rodaggio
Sento Sasha di EmergenSea e
mi dice che a Piombino piove forte e ci accordiamo per incontrarci
la mattina seguente. Intanto mi porto a San Vincenzo poi deciderò.
Arrivato al porto trovo l'amico Fabio che mi aspetta con cui faccio
quattro chiacchere e saluti. Decido di passare la notte qui.
Lunedì 3 aprile
- San Vincenzo - Porto Ercole 64 miglia
Arrivo in banchina presto
e ad attendermi a fianco dello Zar Mini trovo il maxi gommone
di EmergenSea con il suo comandante Sasha Cosimi. Scambio di Bandiere
ed adesivi. Ci andiamo a prendere un caffè insieme e togliamo
gli ormeggi direzione Porto Ercole. Il gommone di EmergenSea mi
scorta fino a Piombino, dove dopo esserci fatti qualche foto e
video ci congediamo. Prima del promontorio dell'Argentario l'avvistamento
di un branco di delfini interrompe la tranquilla navigazione.
L'arrivo a Porto Ercole nel primo
pomeriggio mi lascia con un po' di stupore. Trovo tutto completamente
chiuso, benzinaio compreso. Dopo un pranzo frugale esco dal porto
e mi sposto a Cala Galera per vedere se trovo benzina in modo
da lasciare il gommone con il pieno al prossimo staffettista.
E' il giorno di chiusura! Con l'aiuto del Circolo Nautico della
Vela Argentario telefoniamo al benzinaio che aprirà la
mattina seguente alle 8.00. Il presidente del circolo mi offre
l'ormeggio al pontile a Porto Ercole. Sistemo il gommone, ormeggio,
pulisco, copro e lo preparo per la consegna al prossimo staffettista.
Attendo Alessandro che in tarda
serata raggiunge Porto Ercole, ci passiamo il testimone fotografie
di rito e riparto per Milano.
Dopo tre giorni di navigazione stavo iniziando ad abituarmi a
comitati d'accoglienza all'ingresso dei porti, aperitivi, fotografie,
curiosi e benefici da "Raid Man"...quasi quasi cambio
vita!

Alessandro Di Lelio 2° Equipaggio
Martedì
4 Aprile - Porto Ercole - Fiumicino 63 miglia
La mia è la quarta tappa di questo bellissimo Giro
d'Italia in gommone e già comincia con uno dei segni che
caratterizzeranno i vari passaggi dei piloti. Sto alludendo ai
vari artifici logistici escogitati per ottimizzare i cambi di
piloti che partono da un porto, ma ritornano a casa partendo da
un altro porto. Il nostro sistema, quello studiato da Emilio e
me, è stato che io sono andato a vederlo alla partenza
della sua prima tappa, lui mi ha lasciato la sua auto con la quale
sono arrivato al suo porto di destinazione. Così lui tornerà
con la sua auto e io mi arrangerò facilmente con il treno
quando arriverò a Napoli. Purtroppo questo cambio, in un
Porto Ercole che non ha ancora assaggiato i primi turisti della
stagione a venire, avviene di sera con un caffè bevuto
insieme in fretta, il tempo di scambiare il testimone, le consegne
e poi mentre io comincio la mia avventura Emilio la finisce con
un bel viaggione di 5 ore e la prospettiva di ricominciare il
lavoro, probabilmente un po' stanco, la mattina dopo. Ha lavorato
bene però il ragazzo mentre mi aspettava, mi ha prenotato
un albergo proprio davanti al gommone e si è messo d'accordo
con il benzinaio che domattina mi farà il pieno venendo
apposta per me perché lì quel giorno il distributore
di regola sarebbe chiuso.
E così la mattina puntuale
alle 8 mi piazzo davanti al distributore sconsolatamente vuoto
chiedendo a tutti i pochi passanti se fossero il gestore. Beh
sì il dubbio del bidone si è fatto strada nella
mia mente, ma sono fortunatamente stato smentito dall'arrivo del
titolare, un tipo un po' brusco, ma infondo dovevo fare solo il
pieno. Mi dice che mi spedirà la fattura, bah, invece 3
mesi dopo arriva puntuale al club. Poi dicono che
Un mare
calmo accoglie sornione i solchi sicuri del piccolo Zar e così
i desideri di affrontare venti e mari più maschi, se non
altro per aver qualcosa di eroico da raccontare, si infrangono
pigramente come la prua fa sulle trasparenti acque dell'alto Tirreno.
Viaggio senza storia questo e allora diamo un po' di gas e così
tagliando l'ampio golfo fra Orbetello e Santa Marinella a 25-27
nodi guadagno rapidamente miglia su miglia, ma ad un certo punto,
senza nessun segno premonitore d'improvviso si accende stabilmente
la spia dell'olio. Penso subito accidenti ho tirato il collo al
40 e sono stato punito. Don't panic mi dico, cala il gas, lascia
al minimo e poi spegni, controlla l'olio, c'è ed è
già qualcosa, poi a motore spento nel silenzio, con la
costa visibile dietro una foschia calda e soprattutto in presenza
di campo del cellulare penso subito di dare una comunicazione
al gruppo WhatsApp con una foto drammatica. E così tolgo
la calandra, snudo il motore e assumo una faccia preoccupata,
ma mi rendo conto che non funzionerà prima perché
non sono preoccupato, secondo perché il mare è piatto
e c'è una meraviglia di sole. Però piovono subito
una ridda di incoraggiamenti (Il migliore: Azz
) e consigli
fra cui quello più ovvio visto che nel frattempo avevo
riacceso il motore e la spia ora lampeggiava e cioè bisogna
fare il tagliando. Disattivo il lampeggio secondo il noto modo
segreto dei Suzuki e ricomincio la navigazione, più piano
però, intorno ai 20 nodi
.non si sa mai.
Navigando, specie se il percorso
non è particolarmente impegnativo, c'è un sacco
di tempo per pensare e fra le cose che ho cominciato a pensare
c'è stato: ma cosa corri a fare, hai poco più di
60 miglia da fare, sei partito alle 9, vai a 20 nodi, beh non
volevo arrivare troppo tardi alla destinazione del giorno e cioè
la nautica Giada di Fiumicino perché c'era il tagliando
delle 10 ore da fare. Nautica Giada è uno dei tanti cantieri
che costellano il ramo del Tevere di Fiumicino. Vengo accolto
con una cordialità veramente squisita dal paron Mario,
dai suoi figli e dal personale. In breve mi tirano su lo Zarino,
anche per controllare gli eventuali danni di un varo movimentato
a Genova e mi fanno il tagliando in un lampo. Nel frattempo ad
accogliermi c'era Marco Simoncini area manager Suzuki per il centro
sud che con professionalità e cortesia si è letteralmente
preso cura di me organizzando il tagliando del motore di cui si
è accollato le spese e pensando anche al pranzo. Mi avanza
un po' di tempo per sostituire le cime d'ormeggio. Erano veramente
schifose e stonavano decisamente con il decoro di un grande club
come il nostro. Mi sono ripromesso di riprendermele a fine giro,
ma poi la memoria non è più quella di una volta,
me ne sono dimenticato o forse non ne ho avuto il coraggio chissà.
Su suggerimento del cantiere passo la notte in una carinissima
stanza a poche decine di metri dal cantiere stesso. I proprietari,
anch'essi deliziosi, si entusiasmano al sapere della nostra circumnavigazione
e mi raccontano un sacco di cose della storia di Fiumicino. Serata
normale, ma vista la zona non mi posso esimere dal farmi i carciofi
alla romana e i bucatini alla amatriciana, si possono mangiare
anche in Brianza, ma qui hanno un altro sapore. Una ultima occhiata
allo Zar Mini che dorme dolcemente accarezzato dalla pigra corrente
del Tevere e difeso da tre feroci molossi presso il cantiere Giada
e poi me ne vado a letto.

Mercoledì 5 Aprile Fiumicino
- S. Felice Circeo 58,6 miglia
A svegliarmi la mattina dopo non è il tiepido sole
di Aprile o i ricchi cornetti della colazione, ma quello che sarà
il leit motiv dell'intero giro, l'incubo costante di ogni mattina
e ogni crepuscolo di ogni giorno: Bellina e i suoi cortesi, ma
fermi memento a scattare fotografie, con tanto di dettagli sul
come, scrivere commenti e fare quanto servirà alla rappresentazione
mediatica dell'evento. E' uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà
pur farlo avrebbe detto Sergio Leone in per un pugno di dollari
e Bellina quel lavoro, più divertente che sporco, l'ha
fatto con costanza e determinazione oltre a una encomiabile dose
di garbo e cortesia e grazie a questo sono rimaste indelebili
le tracce della nostra avventura che altrimenti sarebbero andate
disperse nell'oblio.
Ma torniamo a noi, ossessionato
quindi dalla immanenza di Bellina, all'uscita da Fiumicino, ancora
lungo il Tevere, fermo un giovane pescatore intento a lavorare
su un peschereccio e gli chiedo di farmi delle foto, poi, finalmente
prendo il largo alla volta di San Felice al Circeo 5a tappa del
giro. Mare sconsolatamente piatto, sole cocente, dal punto di
vista sportivo poche emozioni e allora, mi piglio un po' di tempo
per godermi le bellezze della costa, qui molto legate alla storia
più che alla natura e così mi fermo davanti alla
imponente villa di Nerone sulla spiaggia di Anzio e non resisto
ad avvicinarmi almeno ad una fra le più belle delle numerose
torri di avvistamento del Lazio messe in atto dal papato in funzione
anti saracena più o meno nel quattro-cinquecento. Scelgo
la Torre Astura, già torre romana e villa di Cicerone,
naturalmente difesa da una rete di scogli arcigni che mi impediscono
di avvicinarmi troppo. Luogo comunque suggestivo, ora circondato
da un poligono di tiro dell'esercito, ma che ha visto le pellicole
di molti film, fra cui l'Armata Brancaleone cui nel mio viaggio
cercherò di non ispirarmi. Poco prima di doppiare capo
Circeo per scendere a San Felice, per almeno un'ora un gradevole
vento fresco di prua solleva qualche onda, niente di eccezionale,
meno di un metro, ma abbastanza per sentirsi navigatore e apprezzare
le formidabili doti di tenuta del piccolo Zar, piccolo di dimensioni,
ma non per doti marine, il battello solca le onde che è
un piacere ed un piacere è navigare questo tratto. Superato
Capo Circeo tutto ritorna tranquillo ed entro a San Felice dove
mi aspetta Pino Lombardi di GB nautico concessionario Zar di zona
accompagnato dal suo meccanico. Anche questi due personaggi sono
stati di una carineria straordinaria, non solo perché mi
hanno invitato a pranzo, ma perché si sono fatti in quattro
per potermi fare delle fotografie che l'implacabile Bellina mi
avrebbe chieste di li a poco, al punto di requisire ad un loro
amico una barca per poter fare delle riprese in mare. E' uno degli
aspetti più simpatici di questo Giro d'Italia, il fatto
di potersi trovare in contatto con tanti operatori del settore
nautico e da una posizione assolutamente privilegiata che come
per magia fa risultare tutto estremamente simpatico e gradevole.
Passo la notte in un albergo dedicato alla maga Circe che da queste
parti si aggirava un tempo e la paura di finire trasformato in
maiale come nella leggenda di Ulisse dopo aver mangiato, non mi
sfiora neanche visto che sono stanco, satollo e vado a dormire
presto, senza cena non senza aver rendicontato l'inflessibile
Bellina sull'andamento del giorno.
Giovedì 6 Aprile San
Felice Circeo - Napoli 68 miglia
Anticipando i garbati diktat dell'inesorabile Bellina la
mattina dopo di buon ora mi faccio fare delle foto dal personale
dell'albergo intento a controllare il meteo che anche oggi sarà
totalmente tranquillo. Uscito senza che il responsabile del porto
mi chieda alcunché per l'ormeggio inizio la sesta e, per
me, ultima tappa, avviandomi tranquillamente verso Napoli. Tranquillamente
fino ad un certo punto perché la giornata è ricca
di impegni di rappresentanza a Napoli e così le visite
lungo costa sono state limitate al castello angioino-aragonese
di Gaeta così legato alla nautica visto che ospita la scuola
nautica della Guardia di Finanza e l'Università di Cassino
ha una sede dedicata a studi nautici.
L'entrata al golfo di Napoli è
imponente e ci sarebbero stati una quantità di luoghi che
mi sarebbe piaciuto andare a visitare, primo fra tutti Porto Miseno
protetto dall'omonimo Capo, sede della flotta romana del Tirreno
dove riecheggiano i tuffi nell'acqua dei remi delle triremi e
delle liburne romane e mi viene subito da pensare chissà
cosa avrebbero fatto se avessero potuto avere dei Suzuki 40 al
posto dei remi, ma non c'è tempo, un contatto con il cortesissimo
Giovanni Di Meglio, nostra antica conoscenza ed amico del club
del Gommone, mi comunica che l'accoglienza, la straordinaria e
ospitalissima accoglienza napoletana di cui abbiamo in passato
avuto tante prove, è pronta e quindi mi affretto a raggiungere
la Canottieri Napoli con un nostromo pronto ad accogliere lo Zarino
e lo staff della canottieri al completo che mi ha aspettato per
poter desinare con me nel bel ristorante del circolo. Confesso
che ne sono rimasto molto colpito. Compagnia assolutamente deliziosa
ed amabile con tanto di trasmissione live di saluto al nostro
presidente. Poco dopo, preceduto su facebook da foto con eccitante
star della tv, mi raggiunge alla Canottieri chi mi sostituirà
nel Giro, cioè Marco con il quale facciamo subito il passaggio
del testimone precedendo, ma di poco l'ineffabile Bellina. Più
tranquillo questo passaggio di consegne tanto che abbiamo tempo
di procurarci una stanza per la notte, un biglietto del treno
per il ritorno e una cena deliziosa per la sera. Da adesso in
poi il comandante è Marco e a lui buona Fortuna.
Marco Galli 3° Equipaggio

Venerdì 7 aprile - Napoli
a Marina d'Arechi (SA) - 55 miglia
Nel tardo pomeriggio di ieri al Circolo Canottieri di Napoli,
ho ricevuto in consegna da Alessandro di Lelio lo ZarMini con
il motore Suzuki DF40 con cui prevedo di raggiungere, in tre giorni
di navigazione, Cetraro Marina in Calabria, dove cederò
il timone ad Alberto Bagagli per le successive tappe.
Alle ore 8:30, dopo la lunga camminata dall'albergo alla banchina
dove è ormeggiato il gommone, salgo a bordo, stivo gli
effetti personali nel gavone di poppa, monto ed accendo il GPS,
il tracciatore satellitare, indosso la cerata, il salvagente autogonfiabile,
metto in moto il Suzuki e controllo che tutto sia in ordine ed
in funzione.
E' tutto a posto, lascio l'ormeggio e lentamente esco dal porto,
seguo la traccia del plotter cartografico verso il vicino distributore
di benzina per il rifornimento e dopo una decina di minuti sono
già ormeggiato nel Porticciolo di Santa Lucia pronto ad
effettuare il pieno; imbarco 37,43 litri di benzina.
Inizio a navigare, mi tengo a circa un miglio di distanza dalla
costa con il Vesuvio sempre presente nel panorama, supero Portici,
Ercolano, Torre del Greco, il mare è calmo, solo una leggera
brezza che increspa la superfice del mare, lo ZarMini scivola
leggero sull'acqua. Sono di fronte a Torre Annunziata e dalla
valle tra il Vesuvio ed il Monte Faito, un fastidioso vento ed
alcuni schizzi d'acqua a bordo, fanno la loro comparsa, man mano
che avanzo il vento rinforza, a metà golfo circa cambio
rotta e tengo onde e vento al giardinetto di sinistra.
Nei pressi di Castellamare di Stabia
aggiusto ulteriormente la rotta, ho il mare di poppa, un metro
e mezzo d'onda circa che mi accompagna fino a Sorrento, navigo
a 13/14 nodi con lo ZarMini che plana dolcemente senza mai accennare
ad ingavonare ed il Suzuki che non cavita mai, indicatori dell'ottimo
setup di gommone e motore; l'unico inconveniente che riscontro,
è dato dal tientibene della consolle che con le vibrazioni
delle navigazioni dei giorni precedenti, ha i bulloni allentati
e traballa tutto. Giungo all'altezza della punta dopo Sorrento,
il vento scompare ed il mare si spiana completamente, un cambiamento
di condizioni che apprezzo a tal punto di decidere di deviare
la rotta verso Capri per andare a scattare qualche foto presso
i famosi Faraglioni. Dopo avere raccolto un po' di immagini, riparto
per punta Campanella, costeggio lasciando le isole de li Galli,
mie omonime, alla mia destra e raggiungo uno degli scenari più
belli d'Italia, la Costiera Amalfitana; supero le località
di Positano, Praiano, Cala di Furore, Amalfi, Minori, Maiori,
Cetara e Vietri sul Mare, luoghi incantevoli. Purtroppo la Costiera
termina, sono davanti a Salerno ed il panorama cambia drasticamente,
il grande porto, le grandi navi, i molteplici edifici. Nel frattempo
si è completamente svitato e sfilato un bullone di fissaggio
del tientibene della consolle e gli altri sono prossimi a seguirlo,
dovrò assolutamente sistemare il tutto prima di domani.
Giungo a Marina d'Arechi, mi annuncio più volte sul canale
VHF 74 come indicato all'ingresso, ma non ottengo risposta, entro
lo stesso nel porto, raggiungo una banchina dove vedo barche di
piccole dimensioni e mi ormeggio provvisoriamente all'inglese.
Trovo gli incaricati degli ormeggi
del porto che mi dicono di avere risposto alle mie chiamate ma
evidentemente ho un problema al VHF in ricezione. Racconto loro
del nostro giro d'Italia e tra la curiosità e lo stupore
suscitato, mi indicano dove ormeggiare per la notte. La tappa
odierna si conclude dopo 4 e 26 minuti con 55 miglia di navigazione
ed un consumo stimato di 27 litri. Il pomeriggio lo trascorro
a sistemare il corrimano della consolle, a cui ho rimediato alla
perdita della ranella di gomma siliconica che ha funzione di isolante
tra i differenti metalli (tientibene in acciaio inox e consolle
in alluminio), utilizzando un tappo di plastica di una bottiglietta
d'acqua, forato al centro, riavvitando tutti i bulloni di fissaggio
del tientibene alla consolle e della consolle al piano di calpestio.
Sabato 8 aprile - Marina
d'Arechi (SA) a Marina di Camerota (SA) - 58 miglia
Anche oggi dopo una lunga camminata dall'albergo al porto,
salgo in gommone e ripeto le operazioni di stivaggio delle borse,
di vestizione, di installazione e verifica del corretto funzionamento
degli strumenti elettronici. Alle ore 9:40 sciolgo le cime, lascio
l'ormeggio e mi avvio verso l'uscita del Marina; dalla banchina
di varo ed alaggio un gruppetto di persone mi saluta calorosamente
e mi augura buona navigazione, deduco che la notizia del nostro
passaggio deve avere creato un certo interesse a coloro che ne
sono venuti a conoscenza, perché non si tratta delle persone
che ho incontrato ieri, ma di altri addetti del cantiere nautico.
La giornata è soleggiata,
il mare è calmo, esco dal porto e volgo lo sguardo a 360
gradi, nessuna barca in mare, traccio la rotta sul GPS fino a
Marina di Camerota, mia destinazione odierna e via, motore a 4300
giri, 19 nodi di velocità. E' la prima volta che navigo
da Salerno in poi, non conosco il litorale, vedo lunghi spiaggioni
e poco altro, con l'aiuto del GPS cartografico vedo scorrere i
paesi di Spineta, Paestum, Agropoli, fino a giungere a Castellabate,
località resa famosa dal film di successo "Benvenuti
al Sud". Mi fermo per scattare qualche fotografia, costeggio
a poca distanza da riva ed ammiro i colori e la trasparenza dell'acqua,
sono sempre solo, nessuna imbarcazione in circolazione nonostante
sia sabato e sia una bella giornata di sole. Proseguo la navigazione,
sono nel tratto di mare che bagna il Parco Nazionale del Cilento,
percorro alcune miglia di costa selvaggia, nessuna edificazione,
si alternano tratti di vegetazione, rocce, spiagge di sabbia,
raggiungo e supero Ogliastro Marina, San Nicola a Mare, Acciaroli,
tanti luoghi interessanti che andrebbero esplorati con il giusto
tempo a disposizione. Il mare è una tavola, la navigazione
scorre senza intoppi, le lunghe spiagge stanno per finire, sono
in vista di Capo Palinuro, è imponente, si avvicina con
le sue alte pareti verticali, scorgo delle grotte, le supero,
incontro l'isola del Coniglio, riprendono le spiagge ed in breve
tempo mi trovo a Marina di Camerota.
Entro in porto ed attracco difronte ad un gazebo del Porto Turistico,
chiedo informazioni, mi fanno ormeggiare al pontile, ma dovrò
attendere fino alle 17 l'apertura dell'ufficio per la registrazione.
La tappa odierna si conclude dopo 4 ore e 4 minuti con 58 miglia
di navigazione ed un consumo stimato di 29 litri.
Mi fermo in gommone per consumare
un improvvisato pasto con una scatoletta e dei taralli, è
la settimana precedente Pasqua, non è ancora stagione,
è tutto chiuso. Mi rilasso un po' al calore del sole in
attesa dell'apertura pomeridiana del distributore di carburante
per il rifornimento ed intanto faccio qualche telefonata in cerca
di un albergo per la notte, ma sono ancora tutti chiusi, con un
po' di fortuna uno di questi, chiuso, mi concede una stanza ma
niente di più, niente cena e niente colazione. E' giunta
l'ora del rifornimento, imbarco 50,05 litri e posso quindi constatare
di avere percorso 113 miglia con 50 litri di benzina, ben 2,26
miglia con un litro, parsimonioso questo Suzuki DF 40!
Domenica 9 aprile - Marina
di Camerota (SA) a Cetraro Marina (CS) - 53 miglia.
Questa mattina navigherò per la mia ultima tappa del
giro d'Italia fino a Cetraro Marina in Calabria. Il rituale è
lo stesso dei giorni precedenti fino alla partenza che avviene
intorno alle ore 9:20; il tempo è di nuovo soleggiato,
esco dal porto, il mare è calmo, mi dirigo allo scoglio
del Marchese, un sasso bianco e piatto, così chiamato per
via del Marchese del luogo che nei suoi viaggi marittimi, usava
espletare i suoi bisogni corporali proprio su di esso.
Proseguo fino a Cala Bianca, una
piccola insenatura con una spiaggia di sassi bianchi e l'acqua
azzurra, scatto qualche foto e riparto per raggiungere Baia Infreschi,
la più rinomata della zona. Devo tenermi al largo delle
boe gialle che delimitano la zona vietata alla navigazione, sono
all'interno dell'Area Marina Protetta di Costa degli Infreschi,
allungo di molto la rotta, ma viste le ottime condizioni del mare
è solo un piacere.
Baia Infreschi è un'insenatura che forma un porto naturale,
dominata all'ingresso dai resti dell'antica tonnara del Marchese
(quello famoso dello scoglio) e caratterizzata da un'acqua cristallina
che cambia colore a seconda del fondale, ne apprezzo ogni angolo,
ogni declivio, sono solo nell'insenatura, scorgo dei ruderi di
un vecchio villaggio, ma noto anche molte boe di ormeggio ai lati
della baia, immagino facilmente come sarà affollata di
barconi di turisti e di barche da diporto in piena stagione.
Riparto costeggiando le ultime
propaggini del Parco Nazionale del Cilento, una costa selvaggia
senza costruzioni che alterna tratti rocciosi a tratti di spiagge,
giungo all'abitato di Scario, piacevole paese all'inizio del Golfo
di Policastro, proseguo ed arrivo a Sapri ultima rinomata località
turistica della Campania, procedendo verso sud. Navigo lungo la
costa della Basilicata fino a Maratea dove scorgo in cima al monte
San Biagio la grande statua del Cristo Redentore, la seconda al
mondo come dimensione dopo quella di Rio de Janeiro.
Nei pressi di Praia a Mare noto
sulle alte vette delle montagne la presenza di ampi nevai, a conferma
che non è solo una mia sensazione che da Camerota in poi
la temperatura è in costante discesa.
Scalea e Diamante sono le località che ho appena superato,
ma il mio sguardo è rivolto al Castello Aragonese di Belvedere
Marittimo, arroccato su una rupe con verdi montagne alle spalle,
un'altra cartolina di questo meraviglioso giro d'Italia in gommone.
Appena superato Belvedere, un venticello teso da ovest/nordovest
si insinua sulla mia rotta, le onde aumentano, ormai non sono
molte le miglia che mi separano da Cetraro Marina, riduco un po'
la velocità, ma in breve tempo arrivo nei pressi del porto
di Cetraro, immediatamente realizzo che ho terminato le mie tappe
e questa bellissima esperienza, una sensazione di dispiacere da
un lato ed una di piacere e di soddisfazione dall'altro.
Entro nel porto turistico di Cetraro
Marina e dopo avere parlato con diverse persone che mi volevano
fare ormeggiare lungo il molo di cemento tra alcune barche da
pesca, fuori dalle accoglienti banchine (semivuote), riesco con
l'ultima persona interpellata ad ottenere un posto adeguato all'interno.
La tappa odierna si conclude dopo 4 ore e 24 minuti, con 53 miglia
di navigazione ed un consumo stimato di 25 litri. Dopo avere mangiato
la solita scatoletta con i soliti taralli e sistemato il gommone,
mi avvio all'albergo dove dovrò incontrarmi con l'amico
Alberto Bagagli per il passaggio del testimone. Alberto è
arrivato dopo un lungo viaggio in auto da Milano, ceniamo insieme
parlando dell'ottimo ZarMini, dell'affidabilità del Suzuki
DF40 e del suo consumo irrisorio di carburante, delle rotte passate
e di quelle future, in un attimo si fa tardi ed è ora di
andare a dormire, domattina andremo insieme al porto per le foto
del passaggio del testimone e delle attrezzature.
Alberto Bagagli 4° Equipaggio

Lunedì 10 Aprile - Cetraro
- Tropea 69 miglia
E' una bellissima serata
quando arrivo a Cetraro dopo quasi 10 ore di auto da Milano. Mi
attende Marco Galli staffetta della tappa precedente. Ci accomodiamo
in un bar con vista del porticciolo di dove, lo Zar Mini, ed il
Suzuki, riposeranno per la notte. Ci attende una serata di chiacchiere
sulla navigazione, impressioni e passaggio di consegne davanti
ad uno spaghettino allo scoglio da far invidia allo chef stellato
Antonino Canavacciuolo ed un vino bianco fresco locale. Al mattino
concludiamo le operazioni del passaggio di consegne e senza troppa
fretta, con una leggera brezza ed il sole già abbastanza
alto nel cielo: facciamo le foto di rito e parto per la mia prima
tappa. Il mare è calmo e il profumo della salsedine in
un Aprile soleggiato e caldo, mi stimola la navigazione in solitaria
e quella costiera ha sempre un fascino particolare. Scovare le
insenature di una costa meravigliosa come quella Calabrese mi
inorgoglisce di aver avuto la fortuna di essere nato in un paese
meraviglioso, pieno di bellezze e gente fantastica.
La costa alterna spiagge ospitali
a rocce frastagliate dove in estate ci si può ridossare
per momenti di relax con la propria famiglia, ed il mezzo con
il quale la sto percorrendo è veramente ideale nella sua
semplicità e affidabilità. Per l'ora di pranzo raggiungo
il porto di Vibo Marina che mi accoglie con la sua calma primaverile,
attracco ad un moletto galleggiante chiedendo il permesso al gestore
che mi ospita volentieri e mi consiglia una trattoria locale gestita
da amici e con i quali scambio due chiacchiere sull'iniziativa
del Club del Gommone che trovano entusiasmante e coinvolgente.
Ci seguiranno di sicuro anche loro sui social, orami sono in migliaia
!!!
Riprendo la mia navigazione sempre
con un mare che mi consente di effettuare anche qualche video
e fotografie "al volo" in quanto la costa merita veramente
qualche momento di navigazione al minimo per gustarsi i suoi angolini
di pace e bellezza. Giungo nel porto turistico di Tropea dove
mi fanno ormeggiare il mezzo in un punto ben protetto, e, dopo
aver adempiuto alle pratiche portuali, mi aspetta una salita di
un centinaio di gradini per raggiungere la città vecchia
con le sue viuzze ed una vista spettacolare sullo Stromboli che
al tramonto, sembra mi voglia dare il benvenuto col suo pennacchio
di fumo. Non ero mai stato a Tropea e rimango colpito dalla sua
bellezza. Il tempo ne ha solo valorizzato il suo aspetto e la
sua bellezza, unita alle tradizioni dei ristorantini, ed al passaggio
lento dei pochi turisti, mi da l'impressione di essere in un set
di un film dove tutto scorre lento e dove finalmente, da Milanese
stressato, riesco a vivere in pace con il tempo. Il B&B che
mi ospita è una piccola perla incastonata tra le mura della
città e dopo una cena a base di prodotti locali, ovviamente
a base di pesce e cipolle sott'olio, mi ritaglio qualche istante
nel rivedere le foto ed i video fatti, prima che Morfeo mi rapisca
per le ore a venire.
Martedì 11 Aprile -
Tropea a Reggio Calabria 48 miglia
Il mattino mi attende con l'entusiasmo di intraprendere una
nuova tappa, e mi devo anche sbrigare in quanto due amici Alberto
Cancelliere e Umberto Trapani mi attendono a Messina. Dopo le
prime miglia tranquille con un mare calmo e quasi in assenza di
vento, ecco che un onda fastidiosa di oltre 50 cm comincia ad
alzarsi a prua. Probabilmente un leggero Libeccio mi fa capire
che sono quasi alla fine della penisola, ma la chiglia dello Zar
Mini, non batte ciglio e spinta da un generoso Suzuki, taglia
le onde senza farmi "sbattere" e facendomi raggiungere
Scilla in un paio di ore per ammirarne dal mare la sua bellezza:
oramai manca davvero poco allo stretto e alla Sicilia.
Il mare si è placato ma
è impressionante vedere come la corrente nello stretto
crei continui mulinelli e mi faccia scarrocciare di continuo.
Raggiungo finalmente la marina del Nettuno da Alberto e Umberto
e dopo le foto di rito, mi accingo a raccontare in dettaglio la
mia esperienza e qualche dettaglio di navigazione. Ovviamente
Alberto e Umberto sono gommonauti provetti e le ore successive
trascorrono piacevolmente in un ottimo ristorante della zona davanti
a dei piatti a base di pesce buonissimo, tra un racconto e l'altro
delle rispettive esperienze passate. Alle 16.00 circa riparto
con una certa amarezza di non aver potuto circumnavigare anche
la nostra bellissima Sicilia, direzione Reggio Calabria, dove
poco dopo attracco facilmente, ospitato da persone meravigliose,
i gestori del porto ormeggiatori, che gentilmente mi accompagnano
in auto fino all'Hotel che dista oltre 1 km.
La sera è meravigliosa e mi ritaglio un pochino di Jogging
sul lungo mare di Reggio, pieno di persone sorridenti e molti
sportivi che mi accompagnano nella corsa. E' proprio vero che
una città che affaccia sul mare offre qualche cosa in più!
Mercoledì 12 Aprile
- Reggio Calabria- Roccella Ionica 63 miglia
Al mattino il vento è
teso e alza un onda di oltre 1 metro fuori dal porto. Tuttavia
ho il mare in poppa e dunque mi faccio cullare dall' "andamento
lento" fino a punta Pellaro, dove inizia a calmarsi. Volgo
lo sguardo a destra ed eccoli li, maestoso, imponente, dominante,
l'Etna innevato col suo pennacchio sembra voglia darmi un arrivederci,
e un'emozione enorme mi pervade al pensiero che in Italia abbiamo
veramente delle bellezze naturali che ci inorgogliscono
che
fortuna !!!
Il mare è diventato una
tavola ed il mio viaggio prosegue veloce, oramai nel mar Ionio.
Gli spiaggioni si susseguono e la trasparenza del mare mi fa quasi
aver voglia di un tuffetto, ma devo raggiungere Roccella e Virginio
al quale passerò il testimone. La navigazione è
rapida e verso le 14.00 sono in porto dove ormeggio di fronte
agli uffici dell'ospitale marina. Il paese non è vicinissimo,
ma ho voglia di camminare e godermi i profumi mediterranei che
la leggera brezza porta con se. Attendo Virginio che verso l'ora
di cena mi raggiunge in Hotel con il quale condivido alcuni racconti
dei giorni precedenti. La mia "mission" è terminata,
passo il testimone e la mattina successiva, dopo uno scambio di
gagliardetti con i gestori del porto che ci hanno ospitato, saluto
Virginio e riprendo l'auto per tornare a casa pieno di emozioni
e foto impresse negli occhi.
Virginio Gandini 5° Equipaggio

Giovedì 13 Aprile - Roccella
Ionica - Crotone 75 miglia
Galvanizzato dall'entusiasmo
degli amici "staffettisti" che mi avevano preceduto,
arrivo a Roccella Ionica in serata giusto in tempo per prendere
in consegna dall'amico Alberto lo Zar Mini motorizzato Suzuki
D40A . Entusiasmo dovuto sia all'affidabilità dei mezzi
in prova sia per un meteo estremamente generoso che li ha accompagnati
fin dalla partenza da Genova. Sono ormai il quinto "pilota"
a cimentarmi in questa singolare iniziativa promossa dal Club
del Gommone per la stagione 2017 - in totale alla fine del giro
a Pavia dopo aver risalito il Po ci conteremo in dieci staffettisti.
La tratta assegnatami, circa 200
miglia da Roccella Ionica a Taranto, inizialmente era prevista
in quattro tappe, ma poi viste le prestazioni della combinata
ZarMini- Suzuki D40A e le ottime condizioni meteo le abbiamo ridotte
a tre tappe singole di 60/70 miglia. Lascio gli ormeggi non proprio
prestissimo come converrebbe in queste occasioni, ma dovevo ricambiare
l'ospitalità del Marina con foto ricordo e scambio di guidoni.
Al distributore del carburante, a sorpresa mi raggiunge un opeartore
della tv locale per un intervista "al volo": io in gommone
lui in banchina. Fuori dal Marina, mare calmo e sole. Ottimo!
Navigo per dodici miglia lungo costa su un mare piatto e poi mi
affaccio al Golfo di Squillace. Qui decido di tenermi sottocosta
e puntare decisamente verso nord costeggiando almeno fino a Soverato.
Intanto arriva vento da nord che rinforza e alza creste su tutto
il golfo.
Da Soverato mi metto con vento
e onde al traverso e così mi accompagneranno fino in prossimità
di Le Castella. A un paio di miglia dal capo le onde si dispongono
decisamente di poppa. Frangenti e alte intorno ai due metri. In
gommone, l'andatura con mare alto di poppa richiede molta attenzione,
il rischio di un'ingavonata è sempre in agguato. Gommone
e motore si comportano benissimo e riesco a tenere un'andatura
intorno ai 15/18 nodi. Trovo anche l'attimo per qualche foto con
il cellulare. Superata la punta con il Castello Aragonese, sono
a ridosso. Mi fermo controllo strumenti e attrezzature. Il poggiareni
del sedile si è sbullonato. Poco male, riavvito il tutto
recuperando dadi e bulloni sparsi nel pozzetto. A Crotone li fisserò
meglio con del mastice per filettature. Da Capo Rizzuto e Capo
Colonna per Crotone non c'é storia, mare piatto. Ormeggio
alla Lega, dove avevo già preannunciato l'arrivo fin da
Milano ovviamente con "data aperta". Anche qui, come
in quasi tutti i marina toccati dagli amici che mi hanno preceduto,
accoglienza e molto interesse per l'iniziativa. In questa mia
prima tappa ho percorso circa 75 miglia e consumato 35 litri.
Fantastico. Ristorante e notte in hotel con un pensiero alla tappa
di domani.
Venerdì 14 Aprile -
Crotone - Marina di Policoro 81 miglia
Mattino presto sono davanti al
distributore, ma l'addetto arriva con un ora di ritardo. Oggi,
la sosta prevista per la notte è presso il Marina ai Laghi
di Sibari a 60 miglia, ma quando avevo chiamato per preannunciarmi,
dal Marina non mi avevano assicurato la possibilità di
risalire il canale d'ingresso, una recente mareggiata aveva mandato
a monte il dragaggio già effettuato qualche tempo prima.
Aggiungo altre 30 miglia e punto sul Marina di Policoro. Sulla
carta é una tappa da 90 miglia, in effetti tagliando qualche
golfo il Garmin all'arrivo ne conterà 81. Da Crotone supero
Cirò Marina, scapolo Punta Alice ed entro ufficialmente
nel Golfo di Taranto. A dire il vero mi aspettavo un mare un po'
più robusto, mah meglio così!
Costeggio per qualche miglio, mi
preparo a una navigazione "noiosa". Armeggio con la
macchina fotografica per controllare le foto della partenza
all'improvviso
un tonfo a qualche metro dalla prua mi fa ritornare concentrato
alla guida: due delfini saltano ancora una volta e poi spariscono.
Impossibile riprenderli. Proseguo. Fatte un paio di miglia ed
eccone altri. Sono sei. Dalle dimensioni sono Stenelle. Fantastico
mi stanno sotto la prua, si spostano di lato e ritornano a prua.
Giocano. Naturalmente condivido immediatamente filmati e foto
sulla chat di WhatsApp dedicata alla circumnavigazione a cui so
collegati tutti gli staffettisti. Qualche minuto dopo i filmati
girano anche su Facebook. Dopo una buona mezz'ora, come si dice,
la compagnia è bella ma devo proseguire. E vi assicuro
non senza difficoltà. Accellero, ma anche loro accellerano
stando sotto la prua. Ho paura di "arrotarli" . Mi fermo,
spengo il motore e loro si allontanano. Rimetto in moto e
fuggo!
Entro nel Marina di Policoro. Mi assegnano il posto barca: 5 euro
iva compresa, la fattura via mail direttamente a casa. Mi cadono
tutti i luoghi comuni sulle fatturazioni da queste parti.
Taxi dal Marina a Policoro città.
In serata, seduto al ristorante che da' su Piazza Eraclea assisto,
non senza un po' di imbarazzo, alla Via Crucis. E' il Venerdì
Santo.
Sabato 15 Aprile - Marina di
Policoro - Taranto 30 miglia
Mattino, al distributore del Marina rabbocco con trentasei
litri il serbatoio carburante. I consumi sono ampiamente rispettati.
Lascio il Marina. La tappa è relativamente corta, trenta
miglia a Taranto dove sarò ospite della Lega Navale. Dieci
miglia ed eccoli! Delfini! Mi corrono incontro, giuro ho i filmati
che lo dimostrano, sono una decina. Uno ha la pinna mozzata. Anche
questi giocano davanti alla prua. Mi fermo, spengo il motore.
Niente, mi stanno intorno. Mi siedo sul tubolare, volendo posso
toccarli con mano. Rimetto in moto e piano piano riesco ad allontanarmi.
Ancora dieci miglia, ed ecco un
altro gruppo
speriamo non mi vedano. Mi sento un po' come
quando vai a trovare dei parenti e non sai più come lasciarli.
Insomma prima di arrivare a Taranto incontro altri due gruppi
che evito accuratamente. Taranto, entro nel Mare Grande, sfilo
davanti alla Lega Navale, ma non voglio perdere l'occasione di
percorrere il canale sotto il ponte girevole dove molte volte
ho visto navigare navi e sommergibili della nostra Marina. Entro
in Mare Piccolo, giro la prua e ripercorro il canale. Alla Lega
sono atteso. Ormeggio. Rivedo bulloni e attrezzature. Tutto in
ordine. Avrò consumato si e no tredici litri per trenta
miglia. Sono sempre più meravigliato, forse perché
abituato ad altre motorizzazioni.
Domenica 16 Aprlie S. Pasqua
- La sedicesima tappa non tocca a me. Aspetto Michele, il prossimo
staffettista, alle otto del mattino davanti alla Lega. Ha viaggiato
tutta la notte in pullman da Milano a Taranto. E' intenzionato
a prendere subito il mare, tappa prevista Otranto. Cento miglia.
D'altronde il meteo sta cambiando, una forte depressione si sta
affacciando in alto adriatico e fra qualche giorno arriverà
da queste parti. Meglio anticipare.
Scambio del testimone. Consegna del Guidone al presidente della
Lega di Taranto. Foto e filmati.
Saluto Michele dal molo, non senza una certa invidia, vai Michele!
Nel primo pomeriggio prendo il primo dei treni che per mezzanotte
mi "sbarcheranno" alla Centrale di Milano. Insomma una
Pasqua che non dimenticherò mai.
Michele Armiento 6° Equipaggio

Domenica 16 Aprile - Taranto
- Otranto 104 miglia
Dopo una lunga notte di viaggio, mi ritrovo con Virginio
davanti allo Zar Mini ormeggiato alla Lega Navale. Virginio mi
passa tutte le consegne e alle 9.00 mi metto in navigazione. Il
mare è una tavola con una leggera foschia che con l'aumentare
della temperatura scompare . Fino a Gallipoli cosi. Verso Ugento
si alza una leggera brezza con mezzometro d'onda che Italo manco
se ne accorge. A proposito devo confermare tutto quello che hanno
detto i miei colleghi di navigazione, guidare questo mezzo è
un divertimento unico, sempre in assetto scorre via che è
una bellezza, anche quando le condizioni meteo hanno cominciato
a peggiorare lui i suoi 17/19 nodi se li fa lo stesso. Il Suzuchino
spinge sempre senza un singhiozzo. Ringrazio Virginio che me lo
ha consegnato quasi con il pieno, anche perche benzinai aperti
oggi che è Pasqua non ne troverò. In compenso domattina
a Otranto mi dicono che il benzinaio aprirà alle sette.
Dopo Leuca il mare si alza ancora
un po', ma non infastidisce più di tanto, mi arriva al
giardinetto destro, scendo a 15 nodi e viaggiamo che è
una bellezza. Dopo Castro Marina fino ad Otranto aumenta superando
di poco i due metri di onda invigorite da un bel vento teso. Incontro
un paio di tartarughe che si sono subito inabissate appena mi
sono avvicinato. A Otranto sono ospitato dalla Lega Navale. Domani
danno vento da nord, pertanto io esco se vedo che la cosa è
possibile farla in sicurezza vado avanti altrimenti mi riposo
un giorno e martedi recupero. Ps Marco Mosca preparati.
Lunedì 17 Aprile Otranto
- Brindisi 46 miglia
Oggi giornata un po' anomala. Partito da Otranto alle 7.15
dopo aver fatto rifornimento. Nelle prime miglia il mare non é
stato malaccio: onde da 80 cm a 1.50 massimo. Davanti a San Foca
comincia a piovere e il mare comincia a montare, di tornare indietro
manco morto. Penso: vedo di arrivare fino a San Foca e se peggiora
entro in porto. Invece aumenta la pioggia e cala il mare con massimo
50 cm di onda, aumento l'andatura e dopo una decina di miglia
intravedo la ciminiera del centro siderurgico di Brindisi coperta
da nuvoloni neri, ho pensato "oggi prenderò ancora
acqua". Aumento l'andatura per anticiparla, non ce la faccio,
a sei miglia dal porto comincia ha venire giù il diluvio
universale, faccio fatica a tenere gli occhi aperti, davanti all'imboccatura
del porto quasi smette, penso anche di proseguire, tanto ormai
sono già bagnato fino ai piedi, ma visto che sono solo
le dieci del mattino penso di fermarmi per cambiarmi almeno le
calze e fare colazione.
Ormeggio, mi presento all'ufficio
del marina ( molto bello) gli spiego la rava e la fava ma comunque
mi chiedono tutti i documenti di bordo. Intanto mi dicono che
non è saggio ripartire per Ostuni perche sta montando un
po di tramontana. Decido di fermarmi a Brindisi. Per arrivare
in hotel, oggi purtroppo non ci sono mezzi, l'ormeggiatore si
offre di accompagnarmi in macchina. Detto fatto, torno in banchina
prendo le mie borse, copro il cucciolo e mi metto in macchina
con lui con ancora la cerata al completo piu giubbotto salvagente
e Spot a penzoloni. Dicevo, a parte la pioggia il mare non é
mai stato pericoloso, il mezzo continua a stupirmi per come naviga,
è sempre in assetto, mai preso una insaccata, non ho parole.
Domani ottimo mare per arrivare a Mola di Bari. Mercoledì
giovedì venerdì venti fino a 30 nodi (specialmente
giovedì ).
Martedì 18 Aprile - Brindisi - Mola di Bari 50 miglia
Parto presto questa mattina, ovviamente
senza colazione, aspetto il pulmann che mi porta in marina, preparo
il tutto e comincio ad uscire dal porto. L'aria è un po'
freschina ma non c'è vento e non c'è mare, dicono
che dovrebbe mettersi a scirocco e nel pomeriggio dovrebbe aumentare
intensità, fino a 20/22nodi. Ne mare ne vento fino al Marina
di Polignano che dista 4 miglia da Mola di Bari.
Nessun incontro in mare, l'Adriatico
è avaro in queste cose, a parte sgombri cannocchie vongole
e cozze, per altre cose bisogna andare altrove. È stata
una passeggiata, ho bordesato per vedere un po' la costa. Gommone
e motore senza nessun problema. Arrivato al marina di Mola di
Bari non mi hanno fatto neanche aprire bocca . - Lei qui non puo
stare.....ma io....lei qui non puo stare i posti sono tutti occupati
-. Se lo avessi saputo sarei rimasto a Polignano che ha un marina
bellissimo, molto gentili, il benzinaio mi ha portato in ufficio
con la macchina elettrica per pagare, mi ha presentato il direttore
che ha sua volta mi ha fatto gli auguri di buon proseguimento
della missione. Per fortuna, grazie al Pier e al supporto da Milano,
vengo ospitato al cantiere Peter Nautica. Unica pecca: il gommone
non puo stare in acqua, non hanno pontili, poco male lo mettono
su un carrello provvisorio in attesa finisca la perturbazione
in arrivo. Mercoledì pioggia e raffiche a 30 nodi, Venerdì
scendono a 20 sempre da nord est. Navimeteo conferma che Sabato
c'è un netto miglioramento, al massimo 15 nodi di vento.
Concludo: Ci sarebbe molto da
dire, ma lo spazio è tiranno! E stata un'emozione infinita,
lunga un mese e negli anni di Club non credo di averne mai vissute.
I preparativi, le riunioni, l'organizzazione, i pensieri che ti
assillano la sera e non ti fanno prendere sonno. Non abbiamo fatto
niente di speciale, 180/200 miglia a testa; al Club siamo arrivati
a tappe molto più lunghe durante le nostre crociere ma
questa è diversa, solo 200 miglia in tre giorni, ma per
la prima volta in solitario, solo tu e lui e il mare. Attorno
una moltitudine di gente che ti segue, ti consiglia ti dà
le previsioni metereologiche ma quando accendi il motore sei solo
tu e i tuoi pensieri. I cambi di programma improvvisi, il mutare
delle condizioni meteo, le prenotazioni, i trasferimenti.. alla
fine è passato tutto in un lampo! Troppo veloce, troppo
breve vorresti fare anche la tappa successiva, egoisticamente
parlando!
Quando torni a casa e racconti
tutto alla tua famiglia la prima cosa che ti viene in mente è
quella di rifarla al completo, in privato con il tuo mezzo ma
sai già che non sarà più emozionante come
questa. Il tuo mezzo è più grande, più comodo,
lo conosci meglio ma la cosa unica che hai fatto con quel "battellino"
(mi piace chiamarlo CUCCIOLO) rimarrà comunque unico, alla
fine ci scambiamo i pareri, le opinioni con i miei colleghi di
avventura e scopri che a tutti è rimasto qualcosa nel cuore
di quel battellino, ne provi quasi gelosia proprio come una donna
amata. Auguro a tutti di provare un 'emozione cosi!!!
Marco Mosca 7° Equipaggio
Adrenalina, emozioni, euforia
e malinconia sono sensazioni che io ho vissuto in questi 5 giorni,
fuori dagli schemi quotidiani, cavalcando le onde di un'esperienza
unica!
Mercoledì 19 Aprile Inizia l'avventura, mia moglie
Sonia e mia figlia Matilde mi accompagnano in stazione a Milano
e dopo una notte di viaggio giungo a Mola di Bari. Tutto come
previsto dal meteo: temporali, vento gelido che raggiunge i 30
nodi, qualche fiocco di neve e per non farmi mancare nulla vedo
al largo una tromba d'aria. Sono in puglia o sulle Alpi?
Alle 7.30 scendo dal autobus, a pochi metri c'è una tettoia
che mi permette di ripararmi dalla pioggia così riesco
ad indossare la cerata e infilare gli stivali, avevo pensato a
tutto ma non ad un ombrello.
Mi incammino e incontro Michele,
il sesto staffettista che mi racconta la sua esperienza. Dopo
un buon pranzo facciamo il passaggio delle consegne e della staffetta
con tutte le foto di rito. Verso sera lui tornerà a casa.
Eolo e Nettuno decidono per me, prima di due giorni non mi faranno
partire. Misuro la velocità del vento con l'anemometro
che mi indica 30 nodi e la temperatura è di 4 gradi, secondo
la scala Beaufort le onde si aggirano dai 4 ai 5,5 metri, mi devo
organizzare. Il primo giorno lo dedico a studiare ogni angolo
del Minizar e stivo la mia attrezzatura, nel pomeriggio il cantiere
Peter Nautica, che ci sta ospitando, organizza un check al motore,
il Suzukino ha già macinato più di mille miglia
nautiche e non presenta nessuna anomalia.
Il secondo giorno di stop forzato
lo dedico alla visita "da terra" della bellissima Polignano
a Mare, viaggiando treno.
Giovedì 22 Aprile -
Mola di Bari-Vieste. 86 miglia
L'emozione è al settimo cielo, le previsioni hanno indovinato!
Il vento è sceso a 18 nodi e il mare si è ammorbidito.
Il responsabile del varo e alaggio mi sconsiglia di partire ma
sono molto determinato e alle 9.45 lo Zar Mini torna in acqua
a galleggiare.
Ore 10.00 sono pronto! Indosso tutta la mia attrezzatura (cerata
stivali giubbetto autogonfiabile guanti e mascherina ) perché
avrò vento e mare di prua e fa freddo, il cielo è
tutto scuro, devo restare caldo e asciutto. Infilo la chiave e
accendo il 40 cavalli, lo scaldo per qualche minuto, metto lo
stacco di sicurezza innesto la marcia e parto.
Il primo mezzo miglio è tranquillo perché sono ridossato
dal porto di Mola, ma subito dopo la navigazione diventa più
impegnativa. Le onde spaziano dai 2 a 3 metri con parecchi frangenti,
devo ridurre la velocità. Regolo il trim quasi tutto negativo
e procedo a 5/7 nodi: ho trovato l'assetto giusto che mi permette
di sbattere poco e prendere pochi spruzzi. Dopo un'ora e sei miglia
di navigazione arrivo in prossimità dell'ingresso del porto
di Bari dove incontro la prima imbarcazione, è un gommone
della Guardia Costiera che inizialmente mi punta ma poi se ne
va.
Il peggio è passato, il
mare ed il vento iniziano a ridurre la propria forza e io do forza
al Suzuki perché l'obiettivo è Vieste e mancano
ancora 80 miglia nautiche. Costeggio Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie,
decido di fare una pausa all'interno del porto di Trani, non ormeggio
e inizio a spogliarmi perché è uscito il sole! Mangio
qualcosa e dopo 20 minuti riprendo i comandi del gommone, ebbene
lo ammetto ne sentivo già la mancanza!
Punto il gps su Mattinata e da qui scopro una costa incantevole,
grotte, archi, spiagge. Decido di godermi le ultime miglia con
tutta la calma di un turista in vacanza. Verso le 18.00 entro
nel porto di Vieste dove mi sta aspettando Carmine il Presidente
della Lega Navale che mi offrirà ormeggio e assistenza.
Ci salutiamo come se fossimo amici di vecchia data ma in realtà
non ci siamo mai visti prima d'ora!
Venerdì
23 Aprile - Vieste -Rodi Garganico-Isole Tremiti - 48 miglia
Ore 6.30, il buongiorno me lo dà una forte scossa
di terremoto. Eolo e Nettuno hanno già sfogato le loro
ire, oggi sarà una navigazione con mare calmo, venti assenti
e un bel sole. Finalmente! Mollo gli ormeggi ed esco dal porto,
costeggio ed arrivo a Rodi Garganico, foto di rito e proseguo
verso le Isole Tremiti. L'arcipelago era un sogno nel cassetto
perché ci sarei potuto passare solo se le condimeteo fossero
state favorevoli, non potevo rischiare uno stop forzato di qualche
giorno, avrei compromesso la tabella di navigazione degli altri
miei soci. Invece eccomi ad intercettare quella rotta ideale che
unisce Torre Mileto a San Domino e che mi permette di restare
nei limiti e nello scopo di questa manifestazione che è
quella del senza patente.
Lo scenario che mi si apre tra
queste isole è qualcosa di meraviglioso, devo trovare un
alloggio per la notte per poi navigare qui attorno. Velocemente
raggiungo il piccolo approdo dell'isola di San Domino, il Sottocapo
della Guardia Costiera mi mette a disposizione un loro ormeggio
ed è così gentile che mi aiuta a cercare una camera.
L'isola è piccola e si conoscono tutti.
Sabato 24 Aprile - Isole Tremiti-Pescara
77 miglia
Il pensiero di salutare questo arcipelago paradisiaco con
i suoi profumi, sapori e con i suoi calorosi abitanti mi fa salire
una buona dose di malinconia. Serve una scarica di sana adrenalina
quindi chiedo al Suzukino di darmi quasi il massimo della sua
potenza per le 80 miglia che mi separano dal porto di Pescara
e che navigherò a 27/28 nodi. In zona Termoli incontro
un bellissimo branco di delfini che giocano attorno al gommone.
Pescara è vicinissima, la malinconia della mattina si ripresenta.
Manca il mio ultimo miglio all'arrivo e non vorrei che finisse,
la mia avventura è giunta al termine! La voglia di proseguire
c'è, eccome! Entro in porto, riempio il serbatoio di benzina
e mi presento alla Fiera Nautica Sottocosta dove trovo un gruppo
di followers (di Facebook) che mi aspetta. Mentre riordino il
gommone e preparo i miei bagagli ecco che arriva Angelo, l'ottavo
staffettista, solito passaggio delle consegne e della staffetta.
Mentre sono sul treno che mi riporta a casa penso di aver avuto
una gran fortuna, ho fatto parte dei piloti che hanno fatto il
giro d'Italia su un gommone di 5 metri motorizzato 40 cavalli
senza patente, per dimostrare che la piccola nautica può
raggiungere tanti obiettivi. Questa ne è la dimostrazione.
Angelo Villani 8° Equipaggio

L'idea della navigazione in "solitaria"
mi allettava già da tempo, ma per tanti motivi non si era
mai concretizzata; la "chiamata" al giro d'Italia quindi
è stata la classica manna dal cielo.
Il primo giorno, quello dell'entusiasmante scambio del testimone
a Pescara con l'amico Marco Mosca arriva in fretta e scorre tra
i convenevoli di rito, le foto e le risposte alle tante domande
fatte dai curiosi che al momento erano presenti complice la fiera
nautica pescarese "Sottocosta".
Domenica 25 Aprile - Pescara
- Numana 72 miglia
Partenza da Pescara alle 8:00 ca. Da subito, l'impressione
era quella di guidare un mezzo particolare, che trasmette "good
sensations", lo zar 16 infatti, scivola via che è
un piacere.
All'uscita del porto le onde di 1 mt non scalfiscono minimamente
l'assetto del gommone e altrettanta sicurezza trasmette il fuoribordo
che, con un elica calibrata appositamente, "gioca" a
fare il grande.
Prua verso nord, quindi, mare
di poppa e giù manetta per toccare i 20 nodi ed ecco, la
prima sorpresa non si fa attendere: quello che inizialmente avevo
scambiato per uno squalo si rivela invece un rarissimo pesce luna
di circa 1,5 mt. Ripresa la navigazione, una famiglia di delfini
fa capolino tra le onde e mi consente addirittura un breve filmato
e con rinnovata gioia decido di effettuare una "volata"
fino a Numana, saltando la tappa intermedia di San Benedetto,
anche perché bisognava recuperare il tempo perduto nelle
precedenti tappe a causa del mare impraticabile.
La tappa del giorno prevede circa
70 miglia da Pescara a Numana, percorse in modo del tutto tranquillo,
sia per l'affidabilità del "suzukino" che per
le doti dello Zar Mini che mi consentono di avere una velocità
media di 15 nodi e di consumare oltre due miglia con un litro!!!
Giunto nel porto di Numana, nella bellissima cornice marchigiana,
vengo calorosamente accolto da Roberto Lorenzini (titolare del
concessionario Zar Punto Mare), che con i suoi modi gentili mi
fa sentire subito in famiglia.
Lunedì 26 Aprile
- Numana - Riccione 57 miglia
Un'altra "sorpresa" mi attende all'uscita dal porto:
il mare mi sorprende con la sua irrequietezza, un'onda lunga di
1,5 mt di poppa fa planare lo Zarino in maniera molto dolce. Le
previsioni, però, non sbagliano; la situazione va via via
peggiorando, raggiungendo onde di circa 2,5 mt.
Per niente intimoriti, né
il gommone né il motore hanno dato il meglio, facendo surfare
Italo
nemmeno fossi alle Hawaii
. Le condizioni del
mare mi fanno apprezzare ancora di più le già decantate
doti di navigazione dello "Zarino", tanto che ad un
certo punto inverto di 180° la rotta per avere la soddisfazione
di poter affrontare per un po' "quel" mare di prua e
nonostante tutto la sensazione che regala il connubio Zar/Suzuki
è quella di essere al comando di un battello di ben più
generose dimensioni. Rimessomi in rotta, mi dirigo verso Riccione
e nonostante la tappa del giorno preveda ulteriori 57 miglia e
nonostante proceda ad una media di 13/14 nodi, raggiungo la meta
dopo quattro ore.
L'ingresso nel porto riccionese
è reso difficoltoso dalla tipologia del porto stesso, uno
stretto canale che a mio avviso amplificava l'effetto delle già
generose e movimentate onde.
L'accoglienza degli uomini della Capitaneria di Porto che mi indicano
un ormeggio sicuro fa già dimenticare le (piacevoli) fatiche
fatte per raggiungere l'ultima tappa e nel pomeriggio posso già
passare il testimone a quelli che avrebbero concluso (almeno in
mare) la navigazione dello Zar.
Essere stato uno dei protagonisti di questa manifestazione è
stata per me un'emozione impagabile e ancora porto con nostalgia
ed orgoglio il ricordo di quei fantastici momenti. Passo il testimone
a Franco e Fabio. Grazie a tutti.
Franco De Gradi e Fabio Peschiera
9° Equipaggio

Martedì 27 Aprile - Riccione
- Chioggia 90 miglia
Lasciamo il porto di
Riccione intorno le 8:30. Subito ci accoglie una bella onda frangente
davanti l'uscita dal porto così imbarchiamo due bei riccioli
in pieno...50 lit d'acqua almeno a bordo ci hanno accompagnato
per il primo tratto, poi lo scarico di sentina ha fatto il suo
dovere. Il mare si è presentato di poppa con almeno 2 mt
d'onda... ma non ben organizzato, quindi niente surf. La media
infatti è stata di 12 nodi a 4000 giri. Ha tenuto cosi
per circa 60 miglia fino alla decisione di entrare in Po all'altezza
di Porto Barricata. Abbiamo avuto qualche titubanza all'ingresso
per via del fondale che alzandosi fa frangere l'onda, ma alla
fine decisi... siamo entrati nel canale!
Da qui in poi poco da dire... alcune gocce di pioggia non ci hanno
impedito di pranzare a bordo con il vettovagliamento al seguito
mentre attendevamo l'apertura della conca di Volta Grimana. Dopo
la conca, qualche miglio e arriviamo alle due conche di Cavannella
che ci permettono di attraversare l'Adige. Ancora una conca sul
Brenta ed entriamo in laguna fino a Chioggia. Ormeggiamo davanti
alla Capitaneria. Notte in Hotel pensando alla tappa di domani
verso Venezia.
Mercoledì 28 Aprile - Chioggia - Venezia - Porto Viro
50 miglia
Stamane, dopo i dovuti ringraziamenti
alla capitaneria con relativo omaggio di gagliardetti e adesivi
del Club, lasciamo l'ormeggio intorno le 10:30. Setup del plotter
Garmin per il dovuto calcolo della "difficile" rotta
da intraprendere... e Franco guadagnava il percorso a ridosso
delle bricole che conducono a Venezia. Intorno alle 11:20 siamo
in vista del campanile di San Marco. Purtroppo per causa di forza
maggiore l'organizzazione non ci ha permesso di "sfilare"
in Canal Grande. Quindi sfiliamo davanti a Piazza San Marco di
cui ci accontentiamo di intravederne in selciato e ci imbuchiamo
nel Rio dell'Arsenale. Ormeggiamo, un caffè, qualche foto
ai mitici leoni e riprendiamo la rotta alla volta del Lido. Costeggiamo
Lido, Malamocco, Pellestrina per poi arrivare intorno alle 13:20
di nuovo a Chioggia. Da qui ripassiamo le chiuse e ritorniamo
sul Po dopo aver fatto carburante a "Italo" nel marina
di Brondolo. Alle 16:30 ormeggiamo in quel di Porto Viro. Per
la cronaca: Un terzo del porticciolo è in amministrazione
controllata per fallimento, il rimanente esercizio dei pontili
è passato di mano a un austriaco, ok mi fermo.
Mauro e Marina Seguso 10°
Equipaggio

Giovedì 29 Aprile
Arriviamo a Porto Viro e ci incontriamo con Franco e Fabio
alla darsena, provenienti da Venezia con i quali effettueremo
il mitico passaggio del testimone. Caldo boia, paesino tranquillo
(fintroppo), strade deserte, molti negozi chiusi causa la crisi,
un che di desolazione che non ci aspettavamo. Ci scambiamo le
reciproche impressioni, ci raccontano che in mare non hanno avuto
particolari difficoltà, il gommone si comportava bene,
il motore anche e vista l'ora, continuamo il nostro dialogo a
tavola, in un ristorantino poco lontano. Finito il pranzo e finite
le notizie, Franco e Fabio rientrano in macchina a Milano, mentre
noi, approfittando del pomeriggio libero, ci muoviamo per fotografare
soggetti locali che identifichino questa località, da inviare
a Virginio e a Bellina per documentare questa porzione di giro.
30 aprile penultima tappa:
Porto Viro - Cremona 139 miglia
Ore 8,05 Il proprietario dell'albergo ci ha gentilmente accompagnati
in auto al porticciolo; carino, ma deserto, non c'è anima
viva! Veniamo a conoscenza che il proprietario del porto è
fallito ed ora è proprietà di una banca che per
il porto non ha alcun interesse. Peccato! Questa mattina fa molto
freddo: siamo coperti come se andassimo in montagna. Vento da
levante. Ci prepariamo a partire nel silenzio più totale.
Siamo un po' emozionati, ci avevamo pensato tanto e ora siamo
qui. Prova motore, via gli ormeggi, foto della partenza, sistemazioni
dei bagagli, poi stacco dal pontile e lentamente ci avviamo al
canale di raccordo verso il Po. Partiti! Cento metri ed ecco sulla
nostra destra la Conca di Volta Grimana che, attraversando letteralmente
l'Adige e il Brenta, raggiunge Chioggia. Noi invece risaliamo
il Po e fin dall'inizio ci sono problemi di navigazione, stante
la quantità di alberi e rami galleggianti che sembrano
ristagnare, anziché correre verso il mare, poche miglia
alle nostre spalle. Pensiamo che la causa possa imputarsi al basso
livello del fiume, che sotto la spinta del mare causa una forza
contraria che impedisce il regolare deflusso. Ciò detto,
in considerazione del fatto che, negli ultimi 90/100 km il letto
del fiume si abbassa di solo 1 mt! Più avanti, rami e detriti
si diradano, la temperatura si è alzata e la navigazione
è più tranquilla; è tutto un susseguirsi
di anse e di curve, segnali di chiamata e di rimando.
Anche sul fiume non c'è
anima viva; pochissime barche, pochi pescatori a riva, solo la
scia del nostro motore disegna e rompe la monotonia della nostra
navigazione. Siamo un po' preoccupati per la benzina; 140 miglia
sono circa 250 km e l'ultimo rifornimento è stato fatto
a Chioggia. Ci sentiamo telefonicamente con Virginio per sapere
se conosce qualche opportunità di rifornimento ma, purtroppo
sembra che, in questa stagione, le possibilità siano nulle.
C'è solo da sperare di farcela, per il momento riduciamo
un po' la velocità da 25 a 20 nodi. Passando da Ficarolo,
notiamo una costruzione in legno con un piccolo molo per l'attracco
e quel che più conta c'è gente.
Decidiamo di fermarci per avere
notizie più precise riguardo la benzina. E' la sede sul
fiume della locale canottieri e i soci ci accolgono con vero calore,
con pane, salame e vino, ma niente benzina. Quindici minuti per
raccontarcela, qualche scatto per ricordo, scambio di indirizzi
e .. via di nuovo.Mentre le ore scorrono, ripenso con nostalgia
ai primissimi anni '70 quando a percorrerlo, eravamo parecchie
decine di equipaggi; erano i primi anni del nostro sodalizio e,
nonostante il paesaggio fosse il medesimo, l'atmosfera era notevolmente
diversa. Tra pensieri, ricordi, alle ore 17,00 arriviamo finalmente
a Cremona. Praticamente 9 ore di navigazione continua, con la
sola eccezione di Ficarolo. Una bella tirata! Ormeggiamo il gommone
e ci riconosciamo un po' "rincoglioniti"; ma ora in
albergo una bella doccia, due righe di sunto per Bellina che incalza,
le foto del giorno, poi a cena, quattro passi per salutare il
Torrazzo e
tutti a nanna.
1 Maggio ultima tappa: Cremona
- Pavia 48 miglia
Ore 8,30 ritorniamo sull'argine al cantiere e troviamo Virginio
che è venuto a prenderci con auto e carrello per traghettarci
oltre la diga di Isola Serafini, in quanto inagibile per lavori
di ampliamento. Pochissimi minuti ed è nuovo varo. Ma qui
oggi il tempo è cambiato e nel momento stesso in cui ci
stacchiamo dal pontile, inizia a piovere. Dapprima con grazia,
quasi con rispetto, poi quattro gocce, ed infine sempre più
intensamente in un crescendo incredibile. Non ci vedo più,
gli occhiali sono più un intralcio che altro.
A Cremona, "i portuali",
sempre ben informati, ci avevano pronosticato che non saremmo
mai arrivati a Pavia, per mancanza d'acqua. Ma Virginio ci stava
esortando ad arrivare ad ogni costo, perché era stato organizzato
un comitato di accoglienza, che non potevamo assolutamente deludere,
decine e decine di persone, di soci organizzatori, di amici, che
da ore ci aspettavano sotto l'acqua. E poi era la fine del Giro
di 1767 miglia, non poteva certo arenarsi a poche miglia dalla
fine! D'altro canto, non avrei neppure voluto rischiare di toccare
il fondo, di rompere l'elica o il piede e finire ingloriosamente
un giro che fin qui non aveva dato particolari problemi a nessuno
e pertanto essere tacciato di incapace. Le ultime miglia sono
state un incubo, un paio di volte ho "toccato" il fondo
sabbioso e pur senza fare danni, passando da una sponda all'altra
alla ricerca di un passaggio possibile e, finalmente ecco il Ponte
della Becca.
Una volta giunti a destinazione,
tutti gli amici festanti, le sirene, le trombe, le urla, gli applausi
. e una grande soddisfazione di avercela fatta! Con questa
tappa si è concluso il "Giro d'Italia in gommone 2017",
organizzato in modo perfetto dal nostro club. Un vivo ringraziamento
al presidente Virginio Gandini, alla Zar Formenti, alla Suzuki,
alla rivista il Gommone e a tutti quanti hanno contribuito alla
realizzazione di questo magnifico evento! Arrivederci al prossimo
anno.
Ringraziamenti:
Zar Formenti; Suzuki Marine; Il
Gommone; Mokinba Hotel Milano; Sportoutdoor.tv; Garmin Italia;
Nautysport; Navimeteo; Nautica Report; Regione Lombardia; Federazione
Italiana Motonautica; UCINA Confindustria Nautica; EmergenSea;
Lega Navale, I Concessionari Suzuki; I Concessionari Zar Formenti;
Circolo Canottieri Napoli; Tecnomare Palermo; Guardia Costiera
e Capitanerie di Porto e tutti gli amici che ci hanno seguito
prima durante e dopo...
Dati Tecnici:
Gommone Zar Mini Rib 16 mft 5,00
Motore Suzuki DF40A 4T
Elica 13 ¼ x 15"
Ore di navigazione 132,32
Miglia Percorse 1.767
Consumo Totale 869,7 litri
2,03 Miglia / Litro
GPS Garmin echo map 52 dv
Allestimento Nautysport
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LE TAPPE DEL GIRO

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Gli staffettisti e i sostenitori
della Circumnavigazione d'Italia giustamente celebrati a Winners,
la serata dedicata al Club del Gommone e a tutti i protagonisti
della gommonautica italiana e internazionale.
In piedi da sinistra: Virginio
Gandini, Pier Paolo Bellina (il Gommone), Paolo Ilariuzzi (Suzuki
Marine), Piero Formenti (Zar Formenti), Mauro Seguso, Angelo Villani,
Marco Mosca, Michele Armiento, Marco Galli, Alberto Bagagli, Alessandro
Di Lelio.
In basso da sinistra: Franco De
Gradi, Marina Seguso, Fabio Peschiera, Paolo Onidi (Gruppo Mokinba
Hotel), Lorenzo Piazzolla (Nautysport).
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