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Grecia 1991
Peloponneso -
La terza volta.
di
Virginio Gandini


Le fotografie

Pubblicato sulla rivista Il Gommone nel numero del Giugno 1992 questo articolo descrive "il giro classico" del Peloponneso.
Da allora si sono "scoperte" altre tappe e altre località, anche la Grecia é cambiata: i rifornimenti sono diventati più facili, hanno costruito porti nuovi e hanno ... aumentato i prezzi.
Il mare no! il mare é sempre lo stesso: bellissimo!!!

 


Agosto 1991, le vicissitudini dell'Albania e della Jugoslavia, purtroppo, hanno spinto molti amici verso altri lidi, quali le frequentatissime Corsica e Sardegna. Solo in tre equipaggi non abbiamo rinunciato a quello che ci eravamo prefissati durante tutto l'inverno: il giro del Peloponneso! Il programma prevede di compiere il periplo del Peloponneso in senso antiorario, con partenza dalle coste Italiane.

Il Viaggio:
Otranto porto. Sono le sei del mattino del 31 luglio, quando attraversiamo il Canale d'Otranto, con rotta sull'isola di Othoni, 45 miglia Est Sud Est, un leggero maestrale alza qualche ochetta ma regalandoci un'eccezionale visibilità.
Raggiungiamo l'isola in appena un'ora e 40 minuti, piccola sosta e via per altre 45 miglia verso Corfù città, con un mare ormai piatto.
A Corfù porto espletiamo le lunghe formalità burocratiche e doganali, facciamo benzina al distributore stradale per fortuna vicino al porto, sull'altro lato della strada.
Tenendo conto delle distanze giornaliere da percorrere, far rifornimento in Grecia dove non esistono distributori in banchina é un notevole impegno, per questo è consigliabile tenersi a bordo un robusto carrellino pieghevole e serbatoi trasportabili.
Sosta notturna nel porticciolo di Petritti, 10 miglia a Sud di Corfù Città, solita abbuffata di pesce da "Lollo" e notte all'ormeggio.
Il giorno successivo, grazie a una tranquilla navigazione, in poche ore, prima in mare aperto e poi attraverso il canale di Leucade, raggiungiamo la verde isola di Meganisi, porto Vathy, da anni eletta a nostra base di partenza per le escursioni sulle isole dello Ionio e … oltre.
Ospiti di Stephanos, ci fermiamo sull'isola un paio di giorni, vagabondando fra le innumerevoli e belle spiagge praticamente deserte dell'arcipelago.

Dopo Meganisi il nostro itinerario prevede di arrivare su Zante passando a Est di Itaca.
Purtroppo da qualche giorno le condizioni meteorologiche sulle Ioniche non sono delle migliori, c'è sempre vento fresco fin dal mattino e il sole è sempre velato. Infatti un forte maestrale ci blocca per l'intera giornata a Itaca, porto Vathy. La baia del porto si rivela scomodissima nonostante sia chiusa fra le montagne dell'isola, il vento dalle alture scende con velocità alzando una fastidiosissima risacca, tanto da costringerci a ormeggiare i gommoni al largo, dove c'è meno onda e mettere la tenda a terra.
L'indomani, con mare in diminuzione facciamo rotta su Zante porto, 40 miglia per 180 gradi, rifornimento dall'amico Costantinos il benzinaio (negli anni lo abbiamo arricchito), stravede per gli italiani e più di una volta ci ha dato una mano.
Trascorriamo il pomeriggio e la notte nella baia di Laganas, a sud dell'isola, località turistica molto frequentata e famosa per la spiaggia delle tartarughe.
Il giorno dopo lasciamo Zante per Kiparissia, sul Peloponneso, 45 miglia verso Sud-Est, che percorriamo con una leggera maretta di poppa, quindi costeggiamo per altre 40 miglia verso Sud fino a Methoni. Qualche miglio prima dell'isolotto di Proti, scorgiamo in riva al mare uno strano castello e delle costruzioni alla Disneyland: sicuramente un parco divertimenti per ragazzi …strano in un posto così deserto.
Più avanti la costa oltre al piccolo porticciolo di Marathoupolis non offre molti ridossi fino a Voidhokoilià caratteristica baietta a forma d'uovo, due miglia a Nord di Navarrino, con acque turchesi e dune di sabbia bianca.
Il mare che a questo punto è notevolmente aumentato ci accompagna verso la spettacolare baia di Navarrino, teatro della battaglia fra la flotta anglo-franco-russa e quella turca che pose fine alla guerra d'indipendenza Greca. Rifornimento benzina a Pylos e ripartiamo per Methoni, sei miglia più a Sud.


Mezza giornata di assoluto relax dedicata ai bagni e visita alla fortezza veneziana. L'appuntamento mattutino per il giorno successivo è "pronti alle 7" per Capo Mathapan via Venetiko, Koroni, traversata di 39 miglia del golfo di Messenia con rotta su Limeni per poi scendere verso Sud costeggiando la penisola del Mani, doppiamo capo Matapan e sosta per la notte a Porto Kajo ultimo villaggio più a Sud della Grecia continentale.

A Porto Kaio,troviamo ormeggio al moletto dei pescatori. La baia, dominata da un vecchio monastero abbandonato, è ben ridossata e solo i venti da N.E. creano un po' di risacca. Nel piccolo villaggio a Sud della baia, sulla spiaggia, ci sono due ottime taverne. Grazie al cielo terso passiamo buona parte della notte a rimirare e "contare" le stelle dal gommone.
L'indomani, dopo le 30 miglia di traversata del golfo di Lakonika siamo a Elaphonisos, isola meravigliosamente bella, con grandi spiagge, acqua cristallina che dal blu intenso arriva all'azzurro/ bianco con fondali di sabbia candida.
Appena ormeggiati, con sorpresa, vediamo venirci incontro a bordo di una moto d'acqua, un famoso ministro italiano della troika finanziaria (Pomicino al Bilancio, siamo nel 1991) al quale dopo le presentazioni ci siamo sentiti in dovere, a nome dei diportisti italiani, di fare le nostre rimostranze per la nuova tassa di stazionamento (1.500 lire al cm). Per tutta risposta il "simpaticissimo" personaggio ci ha chiesto di "portar pazienza"!!! Mah! … Forse perché lui era a bordo di un mega-yacht battente bandiera americana, (intanto sulla spiaggia De Lorenzo, Sanità, giocava a palla!!).
Decidiamo di fermarci un paio di giorni, del resto siamo a buon punto sulla tabella di marcia. Al villaggio del porto, un simpatico locandiere, Costantino, conserva con orgoglio un registro con le dediche dei clienti. Lo ricorderemo anche noi per le gigantesche portate di triglie. Unico rifornimento possibile a Neapolis sulla vicina costa del Peloponneso.
Al terzo giorno riprendiamo la rotta per Capo Malea, verso Est. Siamo ancora ridossati dal capo e già il Meltemi si fa sentire. Eccoci in Egeo!!
Doppiato il capo puntiamo decisamente verso Nord, sono solamente 20 miglia a Monemvasia, ma il Meltemi forza 3-4, ci impegna per oltre un'ora.

Ormeggio a Methoni - In fondo a destra la fortezza veneziana e più al centro il "bourzi" turco
.

Monemvasia isola, è quasi un monolite, collegata alla terraferma da un piccolo ponte. Imponente, assume un fascino particolare per chi vi arriva dal mare. Una cittadella bizantina circondata da vecchie mura è abbarbicata, in basso, sul costone sud della rupe. Cinquecento metri più in alto, a dominare tutt'intorno, i resti della fortezza veneziana e l'antica chiesa di Santa Sofia, ambedue erette su rovine micenee.
Monemvasia città, sulla costa dirimpetto all'isola è in pieno sviluppo: un nuovo porto è in costruzione ed è tutto un rifiorire di nuove taverne. Ormeggiamo per la notte al pontile riservato alle piccole barche.
Mattino successivo: il fastidioso Meltemi non accenna a diminuire, ne approfittiamo per visitare la cittadella e la Chiesa ….cinquecento metri più in alto!. Alle 5 del pomeriggio, il vento cala di botto, tanto che contrariamente alle nostre abitudini mattutine, ci mettiamo in navigazione. Tappa prevista Leonidhion nel golfo dell'Argolide, 42 miglia più a Nord. Saltiamo la sosta alla baia di Ieraka (sarà per il prossimo giro) e raggiungiamo il porto di Leonidhion in circa due ore.
Leonidhion é un accogliente paesino ben organizzato: bar, ristoranti, discoteca che, ahimè scopriremo, fa musica fino le 4 del mattino.

Monemvasia - il panorama visto dalla rupe
.

Anche qui, come a Monemvasia, dormiremo in gommone, attracchiamo in banchina direttamente sotto il tavolo di un ristorante. Naturalmente prenotiamo il tavolo!
L'indomani, lasciamo Leonidhionn per Poros via Spetzse Island, 60 miglia di cui una ventina attraverso il Golfo dell'Argolide.
Nel golfo il mare è abbastanza calmo e solo sotto costa il Meltemi diventa teso proprio di prua, ma grazie al ridosso della costa non riesce ad alzare onda, anzi ci consente una più veloce planata, solo al termine del golfo di Hydra quando siamo in vista del canale di Poros l'onda si fa alta e dobbiamo ridurre l'andatura.

L'isola di Poros è vicinissima al Peloponneso con le sue case dal color confetto arroccate sulla collina ha l'aspetto di un quadretto romantico, qui nei numerosi negozi si può trovare di tutto, e piacevole sorpresa, fra yacht e flottiglie di vele, è possibile vedere in navigazione una nave triremi fedelmente ricostruita. Ripartiamo l'indomani di buon mattino con mare calmo verso Atene, 50 miglia circa passando a Ovest dell'isola di Aegina dove ci fermiamo per colazione e rifornimento carburante.
A Aegina porto il distributore è molto nell'interno, occorre noleggiare un motocarro per il trasporto dei serbatoi.
Arrivati ad Atene ormeggiamo all'attrezzato marina privato di Kalamaki. Qui ci concediamo un botto di vita approfittiamo dell'ottimo Htl Marina Alimos, aria condizionata e grande terrazzo dal quale vediamo i nostri gommoni all'ormeggio. Due calde giornate dedicate ai musei e alla visita all'Acropoli.
E' Ferragosto quando passiamo il Canale di Corinto, dopo 20 miglia di navigazione con un buon Meltemi al traverso che ci constrige a cercare sempre dei ridossi sia al Pireo sia all'esterno dell'isola di Salamina.
Usciti dal canale siamo nel Golfo di Corinto, facciamo rotta su Itea, 39 miglia di navigazione Loran, in mezzo ad una densa foschia. Itea è l'approdo ideale per chi volesse visitare Delphi, 20 kilometri nell'interno proprio sotto il Monte Parnaso, nell'antichità si diceva fosse l'ombelico del mondo.
Anche a Itea da tempo ci siamo fatti degli amici, dal Comandante del porto all'amico Costas, al benzinaio (anche questo lo abbiamo arricchito) e tutti ci vengono a salutare.
Prossima tappa, mare permettendo, l'isola di Meganisi 100 miglia circa. Lasciamo Itea e le sue cave di ferro con mare calmissimo, lucido. Rotta bussola, nonostante la navigazione sia praticamente a vista, per evitare di entrare e uscire dai numerosi golfi che formano la costa Nord. Dopo circa 40 miglia, siamo al traverso di Navpaktos (leggi Lepanto). Otto miglia più avanti scapoliamo la fortezza veneziana di Anti-Rhion che con l'altra fortezza di Rhion sulla costa Sud domina l'ingresso del Golfo di Corinto. Qui il traffico dei traghetti è veramente notevole, guai restare senza motore. Usciti da questa sorta di "porta" ci aspetta un buon maestralino ma data l'ora, quasi mezzogiorno, è più che normale, vedremo una volta arrivati all'isola di Oxia se sarà il caso di continuare. Per ora abbiamo il nostro bel daffare a non finire sulle secche di Messolongion, dato che sulla nostra destra si apre una vasta laguna con lingue di sabbia che arrivano ad alcune miglia dalla costa. Utilissimo (una sicurezza relativa) a questo punto l'ecoscandaglio poiché l'acqua non è proprio pulita, da laguna appunto.

Arrivati a Oxia e doppiato Punta Scropha ci troviamo in una zona di relativa calma, ne approfittiamo per controllare e sostituire i serbatoi, mangiamo qualcosa e breve decisione sul da farsi. Infatti fuori dal ridosso dell'isola il mare frange di brutto e per arrivare a Meganisi ci sono ancora una trentina di miglia, tutto di prua. Ma quando vediamo il buon Vittorio, sessantasette anni suonati, indossare la cerata la decisione è presa: si va avanti.
Lasciata l'isola i bassifondi che continuano ci costringono a tenere una rotta ancora verso il largo, con una navigazione decisamente bagnata, superata la foce del fiume Asprapotamos, rientramo verso terra e cerchiamo ridosso fra le Dragonere, gruppo di isolotti che somigliano alle Kornati brulle e spoglie.
Appena mettiamo il naso fuori dal piccolo arcipelago il ballo ricomincia e ritorniamo a mollo. Troviamo ridosso sotto l'isola di Kastos e Kalamos, da qui passiamo fra le isole e la costa, in lontananza si scorge il paesino di Mityka, lasciate le isole siamo ormai in vista Meganisi, intanto il mare si è notevolmente calmato. Entriamo nel porticciolo di Vhaty accolti dalle solite rumorosissime cicale, sono le tre del pomeriggio e, dopo qualche minuto, Stephanos butta gli spaghetti.
A Meganisi ci concediamo altri tre giorni di "noioso relax" prima della risalita verso Corfù.


E' il 19 agosto quando riprendiamo il viaggio per Othoni (Fanò) con sosta a Corfù per i rifornimenti, un bel "tappone" anche oggi, circa 120 miglia.
Dopo quasi due ore di navigazione veloce su un mare notevolmente calmo intravediamo, sulla nostra sinistra, le isole di Paxos e Antipaxos e poco dopo siamo in vista dell'estrema punta Sud di Corfù.
A Corfù avvisiamo la Dogana della nostra uscita dalla Grecia, chissà perché ci ha sempre dato l'impressione che non gliene importasse molto! Ultima moussaka, piatto tipico, presso la taverna del porto e riprendiamo il viaggio verso Othoni facendo attenzione a non sconfinare nelle acque Albanesi, ed è proprio a questi che pensiamo quando da una pilotina, in mezzo al canale, quattro persone a bordo gridano e si sbracciano cercando di attirare la nostra attenzione. Iseno si avvicina per primo e mi lancia via radio un "tienimi d'occhio Virginio" seguito subito da un rassicurante "niente paura, parlano in romanesco e sono senza benzina", li trainiamo in una caletta dell'isola dove c'è un pontile e delle attrezzature. Intanto si è alzato un po' di vento occorre affrettarci, per Othoni mancano ancora una trentina di miglia e se fuori Corfù si alza il mare sono dolori. Per fortuna non è così, il vento non è molto forte e solo in prossimità di Othoni aumenta considerevolmente. Ormeggiamo nel porticciolo dei pescatori sicuramente più riparato e tranquillo. Montate le tende ci dedichiamo ai bagni di mare nella splendida baia Calipso. E ne faremo molti "purtroppo" nei 3 giorni di maestrale che ci blocca sull'isola. Nella rada davanti al villaggio contiamo più di 50 fra vele e yacht a motore, arrivati qui e rimasti bloccati dal maltempo. Via radio si parla, ormai, solo italiano e tutti fanno le loro previsioni del tempo, qualcuno ogni tanto tenta una sortita e subito rientra accolto come un Hornier. Il mattino del 3° giorno, quando già le tre taverne del villaggio stanno per finire le scorte, il vento cala notevolmente, ma a detta dei primi usciti che sentiamo via radio, il mare nel canale resta ancora alto. Noi aspettiamo! a mezzogiorno in punto il vento non solo cade completamente ma si mette a Scirocco e subito in rada è tutto un balenar di ancore, cime, mezzi marinai, un fuggi fuggi vero e proprio. Indossate cerate e giubbini per i più piccoli, partiamo anche noi. Radio accesa sul 16, ne sentiamo di tutti i colori, da chi saluta gli amici a chi chiede informazioni, da chi parla di tutt'altro alla Capitaneria che ordina di smetterla, evviva l'Italia è vicina!
In mezzo al canale il vento è ancora da maestrale riusciamo comunque a tenere la planata. Sono le tre del pomeriggio quando cominciamo a intravedere le coste pugliesi. Entriamo nel porto di Otranto coperti di sale, qualcuno a bordo grida che vuol, tornare indietro, magari! Siamo comunque soddisfatti: in 22 giorni abbiamo percorso circa mille miglia, ritrovando posti e amici già conosciuti o scoprendone di nuovi, naturalmente per il '92 abbiamo già dei progetti, il giro del Peloponneso non credo, sarebbe la quarta volta, poi abbiamo saputo che da queste parti ci saranno gli amici di Roma e lo lasciamo tutto a loro. Auguri.


Mezzi e Equipaggi:
- Chicco- Bat 11/ Johnson 115 HP a bordo: Iseno "Udde" e Anna i
- Antros- Bat 11/ Mercuy 135 HP a bordo: Vittorio "Nonno" e Adriana
- Dumbo- Bat B66 / Jonshon 150 HP a bordo: Virginio, Carla, Daniela(12 a) e Roberta(10 a).


Vedi le foto del giro - 13°Viaggio Milos - Peloponneso 2006

PS: la carta nautica riportata in alto e che faceva parte dell'articolo non è veritiera.