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Eliche


Le pagine sono realizzate per gentile concessione della Power Marine
Testi e figure sono liberamente tratti dalla quarta edizione de"Tutto quello che dovete sapere sulle eliche" edizioni Quicksilver


Storia e sviluppo dell'elica
Il concetto di un mezzo di propulsione simile a quello che (oggi viene definito "elica a vite" non è certamente una novità. L'esperienza che gli antichi hanno maturato spingendo i buoi, unitamente agli ultimi sviluppi di motori rotanti, hanno ,suggerito una combinazione di una serie di piastre inclinate assicurate ad un mozzo rotante. Nel 945 A.C. gli egizi utilizzavano un mezzo a vite per l'irrigazione. Ad Archimede 1 '87-212 A.C.), il primo scienziato che produsse un effetto durevole sulla storia dell'architettura navale e della propulsione delle navi, è stata attribuita l'invenzione della vite.

Egli inventò la vite per fare emergere imbarcazioni sommerse. La pompa a vite, progettata da Archimede per fornire acqua ai fossi di irrigazione, è stata il precursore dell'elica a vite. Disegni di Leonardo da Vinci (1452-1519) illustrano progetti di viti per il pompaggio dell'acqua. Il progetto di rotore da elicottero (Leonardo da Vinci) è più simile a viti marine.

Nonostante queste acquisizioni, l'applicazione della propulsione a vite per le imbarcazioni e le navi non ha avuto luogo prima dell'avvento dei motori a vapore. La prima imbarcazione utilizzò la ruota a pale in quanto più adatta ai primi motori a vapore a basso regime. Nel 1661, Toogood e Hays adottarono la vite come elica per una imbarcazione. Dai loro progetti sembrava fosse addirittura prevista anche una propulsione tipo idrogetto.

Agli inizi del 19simo secolo, la propulsione ad elica era considerata un mezzo di secondaria importanza per spingere una imbarcazione sull'acqua. Lo sviluppo della propulsione a vite ha comunque avuto luogo proprio in questo secolo. Nel 1802, il colonello John Stevens costruì e sperimentò un'imbarcazione a vapore dapprima con una singola elica poi con una doppia elica. Sfortunatamente, la mancanza di interesse per le sue idee fecero passare le sue scoperte in secondo piano.

L'invenzione dell'elica
L'invenzione dell'elica è stata attribuita contemporaneamente a due uomini, Francis Petit Smith e John Ericsson. Nel 1836, Smith ed Ericsson ottennero i brevetti per eliche a vite, determinando l'inizio dell'era moderna. II brevetto di Ericsson incluse una ruota a pale controrotante, per installazioni a doppia e singola elica. Il progetto dell'elica di Ericsson raccolse i vantaggi delle caratteristiche uniche della ruota a pale. La ruota ha permesso di ottenere la spinta maggiore di un largo numero di pale in un piccolo diametro senza ingombrare l'area adiacente al mozzo. Entrambe gli elementi interni ed esterni fornivano spinta propulsiva. II design della ruota era estermamente resistente, senza materiale inutile che poteva interferire con il suo funzionamento base.

L'anello esterno serviva anche a tenere corde, ghiaccio e detriti lontano dalle pale. Non vi è stato un'evoluzione netta
e immediata dalla ruota a pale alla moderna elica, anche se la ruota a pale possedeva molte delle caratteristiche di un mezzo di propulsione di successo. Sembra che sia stata utilizzata nella forma originale di Ericsson e poi abbandonata in favore della vite convenzionale.

Il fortunato incidente

Quasi tutti i successivi sostenitori del progetto della vite di Archimede suggerirono molto poco per migliorare la configurazione dell'elica per l'utilizzo quale mezzo di propulsione. Le principali modifiche consistettero nel cambiare il numero delle spire o alterare il diametro lungo tutta la lunghezza della vite. Francis Petit Smith scoperse accidentalmente i vantaggi della vite di Archimede accorciata. Originariamente il progetto dell'elica in legno aveva due rotazioni complete. Ma. dopo una collisione nel canale di Paddington dove una metà delle pale fu trascinata via, l'imbarcazione guadagnò in velocità. Smith fece tesoro di questa osservazione incrementando il numero di pale e diminuendo la larghezza - il risultato fu un progetto non molto lontano dalle moderne eliche. Nel 1839, I.K. Brune], favorevolmente impressionato dalle prestazioni ottenute dall'elica di Petit Smith, modificò il progetto della Great Britain, una nave in ferro allora in costruzione, e previde la propulsione a vite. Il Great Britain aveva 1500 cavalli indicativi e raggiunse una velocità di 11 nodi. Nonostante questo successo, solo molti anni dopo le eliche sostituirono le ruote a pale nelle applicazioni marine.

Il prossimo passo
Anche se la vite di Archimede nelle sue varie forme continuò ad essere proposta per la propulsione delle imbarcazioni, la transizione finale al tipo di propulsione adesso riconosciuto come elica è da attribuire a George Rennie ed alla sua elica conoide. Rennie combinò le idee di maggiore passo, filettature multiple, e minime spire in quello che egli chiamò elica conoide, che fu brevettata nel 1839.
Nonostante i successi di Smith ed Ericsson, molti problemi dovevano ancora essere risolti nella progettazione, costruziotie e funzionamento delle navi con propulsione ad elica.
Le prime navi con carena in legno erano soggette a forti vibrazioni, ed è stato quindi necessario sostituìre il ]cono con il ferro nettamente più resistente. In considerazione del fatto che l'albero ed i macchinari erano situati sotto la linea di galleggiamento è stato necessario predisporre scatola stagna di tenuta nell'albero rotante. Inoltre si è provveduto ad installare dei cuscinetti di spinta per trasmettere la spinta esercitata dall'elica sulla carena. In seguito sono stati sviluppati dei motori più veloci in modo da sfruttare le potenzialità dell'elica e si sono rese necessarie delle tecniche di fusione e di lavorazione di metalli resistenti. Quando tutte queste difficoltà furono gradualmente superate e furono sviluppati dei motori più potenti, vennero installate sempre più eliche per supplire o sostituire le ruote a pale.
Nel 1869, C. Shai-p di Philadelphia in Pennsilvania, brevettò un'elíca parzialmente sommersa per la propulsione di imbarcazioni di poco pescaggio. Utilizzava un grande angolo straorzata per combattere le forze trasversali generate dalla stessa elica, un passo alto e pale curve o concave. Sir Charles Parsons scoperse accidentalmente il fenomeno della cavitazione dell'elica, quando la sua prima nave a turbine, denominata Turbinia, inizialmente mancò di raggiungere la velocità di 30 nodi a causa dell'avvolgimento delle pale dell'elica in cavità. Il problema fu risolto ínstallando tre eliche su ciascuno dei tre alberi. L'invenzione degli ingranaggi di riduzione rese presto inutile l'utilizzo di eliche multiple per un singolo albero.

Le eliche installate nell'anno 1860 mancavano di rifiniture, ma le loro prestazioni superavano di gran lunga tutti gli altri mezzi concepiti fino ad allora. La ruota a pale divenne obsoleta e venne sostituita con l'elica.
Nel corso del 20simo secolo, l'arte e la tecnologia nella progettazione delle eliche marine si è sviluppata costantemente per una maggiore efficienza, maggiore affidabilità nei progetti e prestazioni, migliori materiali, e resistenza alla cavitazione.