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di
Virginio Gandini
scritto
nel maggio 2000
Flap,
impossibile farne a meno
o no?
Correttori di assetto oppure variatori di assetto? La confusione
nasce proprio quì. Si confondono, di solito, i vecchi cunei da
applicare sotto lo scafo e i correttori fissi sullo specchio di
poppa con i Flap elettro/idraulici a regolazione manuale o computerizzata
dalla consolle.
Confusione a cui vanno incontro anche molti costruttori di gommoni
e per molto tempo li hanno sconsigliati temendo si dicesse le
loro carene erano sbagliate.
Adesso in molti li installano e guarda caso una volta imparato
ad usarli (sì perchè bisogna saperli usare) ne diventano convinti
sostenitori.
Scriveva fin dal 1968 su Nautica Renato "Sonny" Levi
- Neppure l'asfalto che pure è rigido, si presenta sempre nelle
stesse condizioni: eppure abbiamo esempi di automobili con timoni
aerei (alettoni), a maggior ragione in mare, dove le condizioni
cambiano con incredibile velocità e varietà, si rendono necessari
questi accorgimenti per consentire di modificare l'assetto degli
scafi -
Naturalmente per sentirne i benefici, in gommone, è necessario
avere una buona motorizzazione con una discreta V profonda.
Anche Antonio Soccol, campione motonauta, scriveva su Mare 2000
sempre qualche anno fa:
- Un corretto uso dei flap consente di mettere sempre la barca
(o il gommone n.d.r.) nelle migliori condizioni per affrontare
il mare. Prendiamo un esempio, il più ovvio: una barca che debba
tenere una rotta con mare di prua in planata. Ogni onda svolgerà
la funzione di un trampolino, porterà lo scafo a sollevare la
prua verso l'alto con tendenza al decollo e conseguente caduta
nel cavo dell'onda. Parliamo di barche da diporto, quindi di scafi
con slanci di prua piuttosto modesti e con sezioni piuttosto svasate
(peggio sui gommoni visti i tubolari intorno allo scafo e la relativa
leggerezza dell'insieme n.d.r.). La navigazione diventerà piuttosto
difficile con tutta una serie di salti nell'acqua che ridurranno
in pochi minuti quello che sta a bordo come una casa dopo il terremoto.
Basterà un colpo di flap, abbassarli cioè tutt'e due in modo uguale
di alcuni gradi, per dare all'imbarcazione un assetto molto più
valido. L'attrito dell'acqua sulle due superfici dei flap produrrà
un abbassamento della prua e diminuirà drasticamente la tendenza
al decollo. Naturalmente vi sarà anche un abbassamento della velocità
pura dello scafo: la perdita sarà proporzionale alla superficie
dei flap e all' incidenza loro data (e comunque la velocità sarà
maggiore e più confortevole rispetto a chi ne è sprovvisto n.d.r.)-.
Continua Soccol - Qualcuno potrebbe obbiettare che, riducendo
la velocità, lo scafo potrebbe comunque diminuire i suoi problemi
e quindi i flap sono inutili dal momento che basta togliere gas
per saltare meno. Non è vero affatto. Prima di tutto il gas va,
comunque, sempre giocato di onda in onda e poi una diminuzione
sostanziale della spinta porta il natante a "subire"
le onde invece di "navigarle". Inoltre abbassando il
regime del motore non si modifica l'assetto della barca: semplicemente
la si affossa. Sia pure con una certa ampiezza di messaggio si
potrebbe ricordare la tecnica automobilistica per affrontare una
curva: chi non sa guidare frena, chi conosce la tecnica "stacca"
prima della curva e poi accellera per utilizzare la forza centripeta.
Ma i flap - continua Soccol - non servono solo con mare formato
di prua. Sono utilissimi con vento al mascone o al traverso. Tutte
le barche capaci di velocità intorno ai 30 nodi hanno la caratteristica
di inclinarsi sopravvento quando navigano con vento al mascone.
E' un fatto non solo sgradevole ma anche pericoloso perchè in
caso di decollo la barca cade di fiancata (sul tubolare n.d.r.)
invece che di chiglia, con un impatto maggiore. Un colpo di falp
all'elemento sopravvento consente di mantenere, senza sforzo,
lo scafo in assetto equilibrato. Ovviamente, non sono molti quelli
che in crociera vogliono planare a forte velocità su mare formato.
Giusto. Non bisogna però dimenticare che spesso conviene scappare
dal mare in aumento e nemmeno escludere si possano verificare
situazioni per cui uno deve assolutamente percorrere in breve
tempo una certa rotta: un buon paio di flap consentono una navigazione
confortevole anche se lo skipper non è un campione di motonautica
offshore. Per tutti questi motivi - conclude Soccol - mi sembra
che chi compra oggi una barca a motore senza i flap faccia un
clamoroso errore -.
Soccol nel suo articolo non parla di power trim. Il power trim,
si dirà, consente di variare l'assetto, è vero, ma quanti di noi
manovrandolo per tenere la prua abbassata si sono trovati con
il volante completamente ingovernabile tanto era lo sforzo per
girarlo con il rischio di rompere il cavo di trasmissione e comunque
anche in questo caso l'effetto flap è ben lontano. Infatti nel
togliere e dare gas per affrontare le onde, il gommone, non ha
più la spinta a tener giù la prua e di conseguenza tende comunque
al decollo.
Ad
integrazione di quanto sopra, vi invitiamo a leggere l'articolo
di Antonio Soccol sul sito www.altomareblu.com del Marzo 2007.
www.altomareblu.com/?P=4/2
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