BELLA
E FACILE PONZA
di Angelo Viscardi
" Il mare ci chiamava
e noi gli correvamo incontro,
come i discepoli vanno dal
loro GURU per averne
il viatico dello spirito"
L'inverno
era stato troppo lungo e freddo e la primavera capricciosa
e ostile perché i fortunati iscritti a questa crociera
alle Isole Pontine dal 2 al 5 luglio 2006 non aspettassero
con ansia e brividi di compiacimento il momento di varare
i loro gommoni nelle pulite acque del porto di San Felice
Circeo. Finalmente un sole caldo, un cielo terso e un bel
mare calmo!
Tutto procede per il meglio. Ci ritroviamo in 16 gommoni.
I primi caroselli si formano appena fuori l'imboccatura del
porto, in attesa di compattarci tutti. Due "Zar"
imbarcano equipaggi virati al "rosa". Le giovani
fanciulle fanno bella mostra sorridendo e salutando tutti
con manina. Ma non creeranno mai problemi. Solo i comandanti
bofonchieranno un po', lamentando un'angusta carenza di spazio
per il loro bagaglio personale (sic!).
Si va. Le 22 miglia che ci separano da Ponza volano via sotto
le nostre scie bianche. Tutti compatti, tutti allegri, tutti
soddisfatti. Si arriva ai pontili del cantiere.
Gli ormeggi, il trasferimento di cose e persone all'Hotel,
l'assegnazione degli alloggi sono vissuti con una certa frenesia.
Tutti hanno fretta di riprendere il mare.
Ed
è subito Chiaia di Luna.
Questa bella baia, che tipicizza praticamente tutta l'isola,
è formata da una falesia tufacea alta circa 80 mt.
che, con il suo biancore, abbraccia da nord a sud un'ampia
distesa di acqua calma e dai colori cangianti dall'azzurro,
al turchese, al verde; veramente un luogo di grande bellezza.
Un bel tuffo. Saltano fuori maschere, pinne, strani motorini
acquatici; poi a gruppi, tubolari affiancati, ci si rifocilla.
Risate, battutine e lazzi si rincorrono e rimbalzano da un
equipaggio all'altro. Fabio parla sempre roboantemente del
suo megagommone (mt. 7,50 !) e del rombo di tuono dei suoi
500 cv. (!). Michele alias "Puffo" si intrufola
dappertutto, sia fisicamente che con il suo gommone. Si tratta
di un personaggio simpaticamente attivo e comunicativo. Verrà
incaricato di fare le foto ufficiali di questa crociera. Qualche
bottiglia di vino comincia a passare di mano
.
La serata è spesa alla scoperta dell'isola "urbana".
Ponza è la tipica isola mediterranea, con parte dell'abitato
disteso lungo la strada che
costeggia la baia che funge da porto (altri raggruppamenti
di case si trovano sulle alture, faremo un bel giro domani
sera), l'architettura è minimalista, mai stravolta
da cementazioni abitative o di altra natura; i colori sono
tenui pastelli ocra, azzurrino, giallo, oltre naturalmente
al bianco dominante. E' l'antica Eea, l'isola dell'Aurora,
in cui Omero ha collocato la dimora della maga Circe. Di origine
vulcanica, ha rocce del più svariato colore, scavate
dalle onde del Tirreno che ha creato una scenografia estremamente
varia di scogliere, calette e spiaggette. La sera è
molto suggestiva.
L'indomani
è una splendida giornata mediterranea, come la si immagina
e come la si desidera. La mattinata ha un cielo terso, con
un vento teso da E-S-E. Il sole fa il suo dovere di renderci
tutti allegri e ben disposti. La meta è Ventotene.
C'è un po' di maretta però; onde scomposte frangono
sul pontile.
"The President" fa una capatina in Capitaneria,
dove gli danno un "forza due in aumento". Vento
12 nodi da E-S-E (girerà a Scirocco?). Ci raduniamo
tutti appena fuori dal porto. "The President" dà
la comunicazione, tacendo però il sostantivo "in
aumento", per non creare inutili patemi. Avrà
ragione. Un po' di cavalcata in mezzo al canale di Ventotene
(23 Mg.) poi tutto si placa, vento compreso. I gommoni vanno
maestosi con i loro baffi bianchi di schiuma e sembra vogliano
comunicare l'entusiasmo degli equipaggi.
Agguantiamo al volo la prima caletta che si presenta, diritto
di prua.
Che
acqua, che acqua! è il richiamo gioioso e festoso
che i primi che si buttano dai gommoni lanciano agli altri
ancora a bordo, e pare voglia dire: dai, cosa fate ancora
li? Guardate che meraviglia! E i tuffi si moltiplicano celermente.
Sì, andavamo alla ricerca di questi piccoli paradisi,
di questi luoghi incantati, dove si levava alto solo il grido
stridulo dei gabbiani, e dove i nostri sguardi erano catturati
dalla bellezza dei fondali che l'acqua limpidissima scopriva
mentre ci si avvicinava a riva. E poi c'erano i colori, che
viravano dal blu al verde al cobalto, in funzione dei fondali.
Approdo
a Ventotene.
L'approdo al vecchio porto romano, scavato nel tufo, è
particolarissimo: l'imboccatura è strettissima e forma
quasi subito un angolo retto a diritta, dove troneggia una
vecchia bitta tufacea. Chissà quante olearie romane
avranno dato di volta! Per chi sente la suggestione della
storia c'è di che commuoversi.
"Ochette
in mare, si va per ballare".
Si affronta il canale verso Ponza alle primissime ore del
pomeriggio, prima che il vento si faccia ancora più
sentire. E' ancora Chiaia di Luna. Subito dopo "Chiaia"
c'è un ridosso a fronte di alte formazioni di basalto.
Ci ormeggiamo.
Si va alla scoperta di quella che un barcarolo ci indica come:
la Grotta Azzurra di Punta Bianca. Nuotarci dentro è
una sensazione incredibile: l'acqua dapprima scura si fa di
un azzurro cobalto, e le gambe e le braccia che muovi formano
miriadi di bollicine dello stesso colore e lo stesso tuo corpo
è circondato da questa magia. La grotta ha l'uscita
nella baietta di Punta Bianca, una formazione di alte rocce
bianche che precipitano perpendicolari alla superficie del
mare. La corrente ci porta a questa estremità come
su un tapis rolant. Poi la devi risalire e, senza pinne, devi
far forza con le braccia e farti venire un po' di fiatone.
Ma ne vale assolutissimamente la pena.
La
benzina! La benzina! Non ci si saluta più quando
ci si incontra, o, meglio il "ciao" tradizionale
è sostituito con la domanda, che è anche esclamazione,
richiesta di risposta, o di almeno un commento: "La benzina?"
formulata a volte con sgomento, sempre con rammarico. In effetti,
di questo preziosissimo liquido ci accorgiamo quanto sia determinante
per il regolare svolgersi della nostra quotidianità
quando non possiamo più contare sulla sequenza dei
distributori sulla strada e, quando incappiamo in uno chiuso,
non ci preoccupiamo affatto, sicuri come siamo che tra poco
ne troveremo senz'altro un altro aperto. Ma qui siamo su un'isola
e questa precarietà (?!) di rifornimento, o l'inettitudine
o la cupidigia dei pochi gestori delle pompe sembra far rimarcare
ancora di più l'isolamento (appunto!). E allora interviene
il ns. Presidente che, con determinazione et assertività,
rischiando di collassare il cellulare, chiama, comunica, chiede,
agisce e dispone, superando l'ignavia di alcuni e l'indolenza
di molti. E così la preziosissima benzina (vitale per
il regolare proseguimento della crociera) si materializza
in numerose taniche sul molo di ormeggio. Sollievo! Grazie
"The President"!
"L'imprevisto è sempre in agguato"
potrebbe essere l'incipit di un racconto d'avventura. A noi
è successo il mattino della partenza. Il Gommone "Beluga"
durante la notte, complice un approssimativo attracco e un
po' di maretta frangente, si è sganciato dalla boa,
dove era stato sagolato e ha vagato per tutta la notte, libero,
sul bagnasciuga. Recuperato, viene riconsegnato a quelli del
cantiere che aveva ricevuto l'appalto della custodia senza
però che, prima, il locale autore del recupero, non
richiedesse la sua giusta prebenda.
Si apre così un tipico caso da "Codice di Diritto
Marittimo" avente per oggetto il recupero di nave o natante
senza equipaggio a bordo. Al soggetto che effettua il recupero,
in queste condizioni, spetterebbe una ricompensa equivalente
al valore dell'imbarcazione recuperata!
Si va davanti all'Ufficiale Comandante la Capitaneria di Porto.
Una trattativa "buonista" riduce il compenso del
recupero a ben poca cosa. Rimangono i danni al motore (nuovo
di zecca) e
.. chi paga il tutto? Il titolare del
cantiere colpevolizzato di "ormeggio precario?".
Ma non c'è "contratto" e il tipo non è
assicurato (figurarsi!). Si "adirà alle vie legali?"
forse.
Si
fa rotta sulla via del ritorno.
Ci lasciamo alle spalle un folto gruppo di amici che proseguiranno
la vacanza fino alla fine della settimana. Peccato per loro,
però, il barometro ha incominciato a scendere
A circa metà del canale tra Ponza e San Felice Circeo,
se deviassimo per 7/8 Mg. con rotta S.S.W. ci troveremmo a
galleggiare sulla fossa del Tirreno (- 3731 mt!). E' finita.
Ci lasciamo alle spalle una vacanza "gommonautica"
che ci riempirà il cuore di lietissimi ricordi. Un
tonico per le brumose giornate invernali.