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Come ogni volta, quando il viaggio è programmato da tempo, passo le settimane precedenti la partenza a scrutare ogni sito immaginabile per carpire qualunque informazione possibile riguardo il meteo. Questo perché i miei viaggi, o meglio i nostri, sono quasi tutti con gommone al seguito, il che rende il meteo assolutamente fondamentale. Obiettivamente navigare con la pioggia ha un suo fascino, ma un bel sole splendente non ha rivali!
Grazie alla splendida e sempre efficiente organizzazione de Il Club del Gommone di Milano, si preannunciano giorni stupendi da passare tra le onde con molti amici; le previsioni meteo però non sono proprio delle migliori…
Ultima riunione alla sede del "Club" mercoledì 25. Ognuno elargisce consigli relativamente all'ora giusta per la "partenza intelligente", alle modalità per sistemare al meglio il "canotto" e all'abbigliamento da portarsi, ma finalmente, chi prima e chi dopo…si parte: destinazione Golfe Juan, situato tra Cannes e Antibes… Cote Azur arriviamo!!!
Alle 04.00 del mattino, in perfetto orario, decisamente proibitivo, ci troviamo con i nostri amici Barbara ed Emilio al rimessaggio dei gommoni; attacchiamo i carrelli e via, si parte, con la prima sosta prevista all'albeggio in un autogrill. Viaggio tranquillo e nessuna coda ci si pone davanti…

Dopo 4 ore e mezza di viaggio, fortunatamente senza intoppi, arriviamo in quel di Golfe Juan.
I soci partiti la sera prima, hanno già i gommoni in acqua attraccati in porto, mentre qualcuno che ci ha preceduto sta effettuando le manovre di varo con la gru del cantiere. Infatti, a parte noi che siamo "piccolini", tutti necessitano della gru per mettere il gommone in acqua; noi invece ci arrangiamo con un comodo scivolo e tanta forza…

Finalmente siamo tutti in acqua, e nel primo pomeriggio girovaghiamo senza una meta prefissata per il golfo di Cannes, con sosta pranzo e naturalmente bagno di rito, anche se a fine Aprile non è molto consigliato per chi "non ha il fisico"….!

Alla sera cena con tutto il gruppo e briefing riguardo l'escursione del giorno seguente. Il programma prevede la visita alle due isole Lerins, S. Margherite e S. Honorat (ad un "tiro di schioppo" dalla nostra base), per il primo giorno, mentre il secondo sarebbe stato dedicato alla visita di St. Tropez, tappa decisamente più lunga rispetto alla prima. Le previsioni meteo per i giorni successivi annunciano un progressivo peggioramento ed impongono al gruppo un cambiamento di programma, primo giorno tappa a St. Tropez, auspicabile affrontarla con il sole, secondo giorno visita alle isole Lerins.
Il mattino seguente sveglia presto, colazione tutti insieme e poi ognuno si attrezza per la crociera, alcuni preparano panini, altri comprano la famigerata "baguette" altri ancora optano per il ristorante all'arrivo.
Pronti, Partenza, Via … destinazione Saint Tropez con sosta a Saint Raphael e Port Grimaud (la piccola Venezia).

Dopo circa un'ora di navigazione arriviamo nel paese più bello che abbia mai visto, ideale per acquistare una casa al mare: Port Grimaud (Incantevole cittadina lacustre, progetto ambizioso realizzato dall'architetto François Spoérry nel 1966: esempio riuscito di architettura contemporanea, con i suoi 12 km di banchine delimitate da giardini e "case di pescatori"), detta anche la "piccola Venezia" per la sua conformazione. Questo piccolo paese, collocato nel punto più interno del golfo di Saint Tropez, è composto da diversi canali e darsene che formano degli isolotti collegati tra loro a mezzo di ponti pedonali, attorno ai quali si sviluppa un vero e proprio villaggio raggiungibile anche dalla terra ferma.
Si vedono bene i canali che prendono acqua direttamente dal mare. Le case, tutte affacciate esclusivamente sull'acqua, sono anche dotate di molo privato, e vi assicuro che le barche antistanti le case sono proporzionate alla grandezza e bellezza dell'abitazione stessa……!

Finalmente è giunta l'ora di pranzo, quindi attracchiamo in banchina all'imbocco di Port Grimaud e tra un panino, una birra ed un caffè, si avete letto bene anche il caffè, perché molti di noi oltre ad avere il frigorifero ed i fornelli sul gommone hanno anche la macchina del caffè…., passiamo un'oretta di tranquillità in questo paradiso.
Ora l'itinerario dovrebbe portarci a Saint Tropez, distante poche miglia, ma qualcuno decide di restare a Port Grimaud per girovagare ancora un po' o semplicemente per prendere il sole. Noi fatto 30 decidiamo di far 31 e con qualche amico voltiamo in direzione S. Tropez.
Vista dal porto la famosa cittadina non si fa apprezzare per quanto potrebbe farlo a piedi tra vie e vicoli, ma forse il reale motivo è che tutto, ma proprio tutto, visto dall'acqua, dopo aver visitato Port Grimaud, sfigurerebbe o comunque ne risentirebbe dell'ingiusto paragone.

Naturalmente all'ingresso in porto non manca qualche mega yatch che ci fa apparire come formiche al cospetto di un rinoceronte, e come tali ci addentriamo per le banchine cercando di non dare nell'occhio……

Purtroppo comincia ad avvicinarsi l'ora del rientro, e dato che per mare è meglio arrivare un po' prima piuttosto che un po' dopo (a buon intenditor…) invertiamo la rotta e via verso casa!!!
Come previsto giungiamo in prossimità del porto di Golfe Juan con ancora qualche ora di sole a nostra disposizione, quindi decidiamo di restare "in acqua" ancora un po' e dirigiamo verso la vicinissima Cannes, la quale si mostra anche dal mare in tutta la sua bellezza con i suoi maestosi palazzi quasi tutti bianchi, hotel di lusso e casinò…
Onestamente dal mare non è affatto male, ma lo stupore dura poco, quindi attracchiamo alla buona in porto e facciamo 2 passi, ma di "red carpet" neanche l'ombra...!

Purtroppo è già giunto l'ultimo giorno per navigare, e per di più il tempo non ci sorride. Dopo il solito briefing usciamo dal porto di Golfe Juan e ci dirigiamo alle vicinissime isole Lerins: prima tappa l'isola di Saint Margherite, dove la leggenda vuole sia stato rinchiuso il famigerato Maschera di Ferro.

La più grande è S. Margherite, mentre la piccola è S. Honorat. Distano solo poche miglia da Cannes e Golfe Juan, ma sono veramente due meraviglie della natura. Consiglio personale per coloro che volessero visitarle con il proprio mezzo: OCCHIO ALLE SECCHE...!

Sull'isola di S. Margherite vi sono edifici bassi, tutti in pietra, oggi utilizzati per accogliere "oratori estivi", manifestazioni sportive e "ritiri spirituali". Abbiamo incontrato un folto gruppo di aspiranti animatori per villaggi turistici ed un gruppetto di ragazzi equipaggiati di Kimono che si recavano a lezione. Sull'isola è possibile visitare la rocca e la cittadella oppure godersi una tranquilla passeggiata all'ombra dei pini marittimi. Aree ristoro, attrezzate con tavoloni e sgabelli in pietra, e spazi gioco sono dislocate lungo i sentieri del bosco.

Dopo pranzo salpiamo dal porticciolo di Saint Margherite e ci dirigiamo verso l'isoletta di Saint Honorat, dalla quale si dice prenda il nome la famosa torta…
Scortati dalla Polizia attraversiamo il canale tra le due isole a 3 nodi di velocità massima (c.a. 5 km/h) e, sotto loro "consiglio", ormeggiamo tutti i "grandi" gommoni fuori dal minuscolo porticciolo (all'ancora o alla boa), ad eccezione del mio "piccolino" che passa tranquillamente dall'ingresso del porto e che viene utilizzato per traghettare gli amici dai canotti alla terra ferma. Al termine delle operazioni di sbarco, mi appresto ad attraccare nel piccolo porticciolo per poter a mia volta scendere a terra per visitare insieme al gruppo l'isola, ma solo allora "quei simpaticoni dei Francesi" mi comunicano che all'interno del porto è vietato l'ormeggio, nonostante la presenza di barchette e gommoni battenti bandiera francese…. Rassegnato e non poco amareggiato mi dirigo fuori dal porto e vado anch'io ad ormeggiare alla boa, attendendo pazientemente che il gruppo visiti l'isola.

L'Isola di Saint Honorat è abitata da frati o monaci (purtroppo non ricordo con certezza), che si prodigano per mantenere questo magnifico posto nel migliore dei modi, coltivando vitigni, orti e curando nei minimi particolari qualunque cosa vi sia sull'isola. Splendido il monastero e la cittadella ad esso annessa costituita da edifici di immenso valore storico e culturale.

Finalmente tornano tutti, e dico finalmente perché da un po' di tempo le nuvole, all'inizio solo un po' minacciose, si sono trasformate in un vera e propria minaccia, e quindi motori a tutta forza e fuga verso il porto di Golfe Juan; mamma mia che salti su quelle onde! Come vuole però una delle principali leggi di Murphy, appena attraccati al porto, un bel sole splendente ci saluta sbeffeggiandoci…
Come poter passare le ultime ore di luce? Ma certo, con un bel tuffo nella piscina dell'albergo!!!

Ed eccoci al triste giorno del rientro. Ore 8.30 tutti al porto per cominciare le operazioni di alaggio dei gommoni, sperando di riuscire a scappare prima del formarsi delle temibili code sull'autostrada ligure. C'è chi attacca il carrello e parte e chi invece è costretto ad operazioni di sgonfiaggio dei tubolari date le dimensioni del gommone (unico buon motivo per tenere il gommone piccolo, o forse è solo invidia)….!

Una piccola precisazione in merito alla questione "dimensione dei gommoni" per chiunque fosse interessato ad iscriversi al Club del Gommone: non siate intimoriti dalle crociere organizzate. Al Club c'è posto per tutti ma soprattutto e ci si diverte sempre….Insieme!

 

 

Il percorso

Notizie Utili

Il Golfo
Il golfo Juan è ridossato da tutti i venti settentrionali, si apre da Cap d'Antibes a punta La Croisette, e si prolunga a sud con le isole Lerins, basse e coperte da una scura vegetazione. Al centro del golfo la secca della Formigue è segnalata da una torretta verde ed è consigliabile passarvi ad almeno cento metri di distanza. I passaggi a terra delle isole Lerins e tra le isole stesse sono costellati da molti bassi fondali. Anche all'esterno dell'isola di Saint Honorat, la più meridionale delle due isole, vi sono pericolose secche, il loro limite esterno è segnalato dal faro giallo e nero dell'isolotto Les Moines.

Le Isole Lerins
Le isole Lerins sono ricche di storia, di leggende e di vestigia. A Sainte- Marguerite, si può visitare Fort Royal in cui fu tenuto prigioniero l'uomo dalla maschera di ferro. Da visitare anche il museo del mare con le sue collezioni di oggetti antichi ed i relitti romani e arabi. L'isola di Saint-Honorat è di proprietà dei monaci della congregazione cistercense di Sénanque. Coltivano la lavanda, la vite, gli aranci e producono un delizioso liquore "La Lérina". Da vedere, la chiesa neo-romanica ed il museo "Lapidaire" che presenta numerose vestigia romane, oggetti medievali, icone....

Da Golfe Juan:
- a Port Grimaud circa 50 mn
- a St. Raphael circa 20 mn

- alle Lerins e circumnavigazione 13 mn
- a Port Cros circa 46 mn
- ad Antibes 7 mn
- a Nizza 14 mn
- a Monaco circa 21 mn


Porto Vecchio di Golfe Juan, ci vengono riservate due banchine complete. Per il varo ci vorrà tutta la giornata del Venerdì, gli ultimi partecipanti arriveranno dopo le 18 appena in tempo prima della chiusura del cantiere. I primi, invece, si godranno tutta la splendida giornata fra Antibes e le Lerins (oddio ... non proprio tutti! c'é chi ha dovuto aspettare l'arrivo dei ritardatari).
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Nella quota di partecipazione era previsto il varo e l'alaggio con gru, il marina comunque dispone anche di un comodo scivolo.
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Sabato mattina, in programma la tappa più lunga, il Golfo di St Tropez, a circa 50 miglia.
Mare e sole perfetti, ci raduniamo davanti al frangiflutti del porto.
E ci siamo proprio tutti: Angelo, Anna, Manuela e Franco su Flyer, Marco e famiglia su Nuova Jolly, gli equipaggi dei due Frizzj, Benedetto e famiglia su Nuova Bat, ecc...
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Una vecchia conoscenza: Peppino Pennati con alle manette il più tranquillo Claudio. A destra: Luciano, Speranza su BSC
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A sinistra, Carla e al telefono il Web-Master su ... Master, ovvio!. A destra, Fabio e Clara gli autori dell'articolo di apertura.
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Di nuovo Angelo con equipaggio. Manuela, dopo anni di sofferenza palesa tutta la sua passione!
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Foto destra, Fabio festeggia "nonsochecosa" insieme a Emilio, Roberto, Pino e Mario.
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In navigazione. Lasciamo Golfe Juan. A destra sulla scia, Lelio e Marinella.
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A sinistra, Puffo. A destra, scapoliamo il massiccio dell'Esterel per entrare nel golfo di St Raphael.
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Sosta per compattare il gruppo davanti agli isolotti Leon de Mer e Leon de Terre nel golfo di St. Raphael
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A sinistra, Ketty e Elisabetta. A destra, uno dei nostri "operatori" Adriano con Andreina e Doriano.
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Un primo piano di Giulio. A destra, di nuovo il "peppinogommone".
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Su Zar 53: William, Francesco e Fernanda. A destra, Lucio con Patrizia su Joker e Lelio con Marinella su BSC.
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Stefano, Sabrina e Irene con amici. A destra, l'otto cilindri smarmittato dei Lanfranchi.
Arrivati nel golfo di St Tropez, ci si divide. Un gruppo entrerà prima a Port Grimaud altri a St Tropez.
Raduno per tutti nel primo pomeriggio al centro del golfo per il rientro.
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L'ingresso di Port Grimaud e visita dei canali.
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Per evitare di disturbare la tranquilla cittadina, l'equipaggio Lanfranchi/Mazzarol, ormeggiano il rumoroso otto cilindri a scarichi aperti
e salgono a bordo del più silenzioso Honda 200 del Vicepresidente.
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Ponti e canali.
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A sinistra, Patrizia e Marco. A destra, Lilly "cura" la rotta.
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A sinistra, in fatto di roll-bar se ne vedono di tutti i colori.
A destra, Lucio, l'altro operatore ufficiale.
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Dopo la visita ormeggiamo alle banchine di transito predisposte nell'ingresso.
Le banchine sono provviste di servizi, ufficio informazioni e meteo aggiornato.
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Il porto di Saint Tropez. Lo credevamo affollato, ma evidentemente qui la stagione non é ancora cominciata.
Pochi Maxi-Yacht e tantissima banchina vuota, niente a che vedere con quanto troveremo a Luglio in occasione dell'assistenza al raduno Riva.
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A destra, nel pomeriggio ci si raduna per il rientro.
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A sinistra, Roberto e Emilio (Presidente) su uno dei tanti Fizzy.
A destra, sosta per compattare il gruppo a ridosso della secca Le Cretienne
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A sinistra, passaggio all'esterno della secca Le Moins.
A destra, siamo all'esterno delle isole Lerins. Sullo sfondo il monastero fortificato di St Honorat.
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A destra, ancora il monastero fortificato di St Honorat.
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Domenica mattina, rotta su Le Lerins. Ormeggio ai pontili dell'isola di Sainte-Marguerite.
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I pontili visti dall'alto. A destra, un campeggiatore nautico locale.
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Per entrare a Fort Royal si paga un biglietto d'ingresso. A destra, la targa con le indicazioni di quanto troveremo nel forte.
In evidenza la menzione alla prigione di Maschera di Ferro
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Finalmente! Michele paga per tutti.
A destra, ci si incammina verso il forte.
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E' il primo Maggio e il Museo del Mare è inesorabilmente chiuso! Pazienza sarà per la prossima.
A destra, Fabio e Clara.
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Ottima la scelta di tenere la tappa più corta per la seconda giornata, infatti il tempo, come previsto, si sta guastando.
A destra, Bea vittima di un colpo di vento.
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Lucio, vigila. Clara, fantastica.
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A sinistra, foto di gruppo nella piazzetta del forte. A destra, due ritardatari.
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I cannoni di Fort Royal, una volta servivano per altri scopi.
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Elisabetta e Patrizia, sullo sfondo gli alloggi della truppa, ora adibiti a ostello e a scuola di animazione. A destra, Michele.
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Lasciamo St. Marguerite per l'Ile di St. Honorat. Sull'isola c'è solo piccolo porticciolo ed é riservato al traghettino.
Ormeggiamo all'ancora nel canale, un paio di gommoni, sbarcheranno "uomini e mezzi" per la visita dell'isola.
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Per chi resta di guardia agli ormeggi era previsto un servizio gommone-bar. A destra, lo sbarco degli equipaggi.
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Sull'isola un viale alberato attraversa i campi di lavanda e porta verso l'abbazia cistercense. L'isola nei secoli ha vissuto alterne vicende causa le frequenti invasioni, pirati, perfino vichinghi e saraceni. Nel 732 vi furono trucidati ben 500 monaci. Oggi i frati gestiscono anche un piccolo "albergo" dove possono soggiornarvi non più di 20/30 persone.
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A sud dell'isola l'imponente monastero fortificato eretto fra il XIII e XV secolo, qui vi si rifugiavano i monaci in caso di pericolo.
A destra, l'abbazia vista dal monastero.
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Il monastero è completamente visitabile
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La piscina
A fine giornata, rientro in hotel e bagno in piscina!
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Le fotografie sono di Carla Conti, Emilio Galli, Clara e Fabio Ravelli, Virginio Gandini, Mario Mancini.
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Maschera di ferro,
per saperne di più:

http://it.wikipedia.org/wiki/Maschera_di_Ferro

Un altra singolarissima leggenda raccolta da Chateaubriand, narra che Napoleone discendeva in linea diretta da Maschera di Ferro. Il governetore dell' Isola di St Marguerite si chiamava Bonpart e aveva una figlia. La Maschera di Ferro, fratello gemello di re Luigi XIV e tenuto là prigioniero affinchè non gli venisse in testa di sostituirsi al re, s'innamorò della figlia del suo carceriere e la sposò segretamente. I figli nati da questa unione furono portati clandestinamente in Corsica e là allevati con il nome della madre. I Bonpart si trasformarono così in Bonaparte. Mah...
(da Napoleone, un rivoluzionario alla conquista di un impero di Guido Gerosa, ed. Mondadori)

VG

 

 

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