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di Brunella Gibellini

Il bello delle vacanze, per chi come noi ama il mare ed il campeggio nautico, inizia quando s'individua la meta e s'inizia a "sognare" di poterla raggiungere.
Quest'anno abbiamo quindi iniziato a gennaio, esattamente il 1°, davanti alle acque calme di San Vincenzo in Toscana.
Stefano ed io non abbiamo faticato molto a convincere Anna e Roberto a puntare le prue verso l'Isola dei nostri sogni …. "la Sicilia".
Il progetto, nato quindi per caso, si è realizzato nel caldo mese d'agosto dell'anno 2007 ed esattamente si può intitolare … "FORMIA-MARSALA E RITORNO" per un totale di 1090 miglia, perché richiamare la sola Sicilia è sicuramente un torto a tutto ciò che di splendido abbiamo visto e goduto durante il tragitto sulle coste della Campania e della Calabria, sulla terra ferma.

Alla partenza troviamo quindi schierati tre gommoni.
I nostri eroi sono sei, ed esattamente Roberto ed Anna a bordo di Apache (Asso 64 motorizzato Mercury 150 hp); Danilo e Ketty a bordo di Arcibaldo II (Alson 750 motorizzato Honda 225 hp); Stefano e Brunella a bordo di Beluga (Beluga 22 by Perondi motorizzato Yamaha 200 hp).

Scegliamo Formia come Porto di partenza perché in posizione strategica rispetto alla nostra residenza (Bologna e Milano), ma soprattutto perché un amico ospita nel suo cortile, nell'attesa del nostro ritorno, macchine e carrelli.
Partiamo da Formia in un assolato 3 agosto. Il mare è calmo e dirigiamo verso sud.
Vediamo da lontano tutte le bellezze che ci offre il golfo di Napoli, Positano, Ischia, Procida, Capri. Passando vediamo sullo sfondo il Vesuvio. Lanciamo sguardi meravigliati alla costiera amalfitana, ma procediamo senza indugi. Sappiamo che ci fermeremo al ritorno, la meta è lontana e finché il mare lo permette è meglio navigare.
Arriviamo ad Acciaroli e, dopo aver fatto il rifornimento di carburante, ormeggiamo tra i pescatori che ci accolgono con una cordialità disarmante e ci offrono i loro pescherecci come ancoraggi. Il paese è bellissimo e si sviluppa intorno al porto. Mentre il Porto Turistico è dall'altra parte del molo, dove siamo ormeggiati noi, invece, siamo comodissimi a tutti i servizi (la capitaneria di porto, il supermercato e una pizzeria dove abbiamo mangiato una pizza fantastica). Al mattino i pescatori addirittura si scusano per essere arrivati presto a lavorare e temono di aver disturbato il nostro sonno.
Cerchiamo di ringraziali come possiamo, e, alle otto, partiamo.

Proseguiamo lungo le coste della Calabria e puntiamo su Amantea. E' un porto piccolo e in fase di costruzione. Non ci sono servizi se non un chiosco sul porto che funge da bar. Il carburante è garantito da un distributore stradale delle vicinanze e dal suo proprietario, un giovanotto disponibile sempre, anche nei giorni festivi, che porta il carburante prenotato in taniche.
Il giorno dopo partiamo da Amantea alle 7 e dirigiamo verso Capo Vaticano, da qui puntiamo con decisione sulle Eolie. Le ultime miglia verso Stromboli si rivelano più impegnative del previsto con mare mosso e vento teso. Arriviamo nel Porto di San Vincenzo a Stromboli dove cerchiamo di ormeggiare, ma il vento da Nord Ovest ci disturba, perciò andiamo a sud dell'isola dove ne approfittiamo per asciugarci.
Per la notte dirigiamo su Lipari, dove incontriamo tre simpaticissime sorelle (Katia, Vera e Mirella) gestori dell'ormeggio Giovannazzo, che ci fanno ormeggiare al loro pontile.
Il giorno successivo non vogliamo andarcene da questo posto bellissimo. Decidiamo quindi di visitare l'Isola di Vulcano tutti a bordo di un unico gommone, lasciando quindi le tende montate sugli altri due.
Arrivati a Vulcano, ormeggiamo alla boa e scendiamo a terra. Gironzoliamo nei vicoli, circondati da villette basse con dei giardini fantastici, dove sono predominanti le siepi di buganvillea.
Al ritorno facciamo il giro di tutta l'isola ed anche di Vulcanello.
Dopo una giornata di assoluto relax e di shopping e dopo una abbondante cena a bordo, andiamo a dormire con la consapevolezza che domani arriveremo a meta … la Sicilia.
La partenza, con mare piatto ed in assoluta assenza di vento, ci preannuncia un viaggio fantastico. Ovviamente passiamo in rassegna le isole che non abbiamo visto all'arrivo e che si confermano fantastiche, oltre le più rosee previsioni.
Sfiliamo Salina e Filicudi, ma su Alicudi scendiamo a terra a prendere un caffè.
E' veramente bellissima, anche se l'edilizia selvaggia ha raggiunto anche questo angolo di paradiso.
Puntiamo quindi, decisamente, su Cefalù, che si presenta con la sua roccia massiccia ed imponente.

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A sinistra, il Vesuvio visto dal largo. A destra, la "montagna spaccata".

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Dopo il rifornimento di carburante, ci mettiamo all'ancora nella laguna prospiciente il paese e, con il tender in dotazione ad Arcibaldo II, scendiamo a terra per andare a visitare la meravigliosa cattedrale romanica che emerge da un groviglio di stradine labirintiche e che sovrasta il paese.
Da Cefalù proseguiamo verso ovest e ci fermiamo a dormire a San Nicola l'Arena, piccolo porto rinnovato dove troviamo benzina in banchina.
Il giorno dopo proseguiamo ed entro mezzogiorno arriviamo a Trapani dove ci aspettano zii e cugini, che ci salutano dal molo. Il vento ci invita a desistere dal proseguire verso le Egadi. Speriamo nelle giornate successive di poterlo fare, ma non sarà così. Il mare e il vento ci consentiranno solo una rapida puntata su Favignana, ma pazienza, saranno senz'altro una meta da raggiungere negli anni a venire. Da Trapani puntiamo le prue verso Mazara del Vallo, ma, sempre a causa del solito Eolo, durante il viaggio decidiamo di riparare dentro il porto di Marsala, dove troviamo persone cortesi ed ospitali.
Fin troppo ospitali, poiché tra i favolosi pranzi della zia Adele annaffiati dal favoloso vino dello zio Giuseppe e la disponibilità totale dei cugini Mario e Giusy con le figlie Francesca e Silvia, ci fermeremo ben tre giorni che ci permetteranno di visitare dei luoghi magnifici, anche se lontani dalle coste, vale a dire, cito solo ad esempio perché le più note, Erice, Marsala e Selinunte.
Dopo tre giorni di riposo, il mattino del quarto giorno togliamo le ancore, a malincuore ma con la certezza di dover visitare ancora tanti luoghi stupendi, e dirigiamo verso ovest. Doppiamo San Vito Lo Capo ed entriamo nel golfo di Castellammare. Arriviamo transitando sul mare stupendo della Riserva dello Zingaro alla spettacolare Tonnara di Scopello che è una Dimora Storica, costituita da un affascinante complesso di edifici antichi prospicienti il mare, che si armonizzano perfettamente alla bellezza paesaggistica della costa e della caletta in cui si trovano, chiusa ad ovest da monumentali faraglioni, che contribuiscono a trasformare lo specchio di mare antistante in una sorta di incantevole piscina naturale.
Troviamo in seguito un comodo e tranquillo ormeggio a Castellammare del Golfo nel nuovo pontile prospiciente al distributore di carburante e gestito dal benzinaio stesso.
(continua)

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Alba sul mare. A destra, Stromboli.

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Vulcano, i faraglioni. A destra, Cefalù vista dal largo.

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A sinistra, la tonnara di Scopello. A destra, Trapani di notte.

 

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Ripartiamo il giorno dopo di buon'ora e dirigiamo su Palermo. Durante il tragitto veniamo per così dire sfiorati dagli aerei che atterrano o partono da Punta Raisi, sfiliamo l'Isola delle Femmine. Doppiamo Capo Gallo e ci fermiamo ad ammirare il salotto estivo dei palermitani, Mondello.
Dirigiamo su Palermo con l'intenzione di scendere a terra qualche ora per visitare la Cattedrale (nota dolente: si consiglia di NON andare alla Marina Villa Igiea. Qualche ormeggiatore maleducato non ci ha permesso di attraccare per una sosta breve, chiedendoci SOLO 75 euro a gommone per una sosta di un paio d'ore. Per non discutere ci siamo diretti nel Marina Cala dei Normanni, dove sono stati gentilissimi ospitandoci senza pretendere nulla). Dopo il pranzo, il mare si è mantenuto fantastico ed abbiamo deciso di proseguire. Abbiamo raggiunto il porto di Termini Imerese dove abbiamo pernottato.
Partenza di nuovo con mare calmo. Raggiungiamo di nuovo Cefalù e proseguiamo verso Capo D'Orlando. Non troviamo un ormeggio soddisfacente e torniamo indietro di poche miglia, poiché il portolano ci segnala un porto a Sant'Agata di Militello. Il porto è nuovo e, pur non avendo servizi in banchina è organizzatissimo. Il gestore chiama e prontamente arriva il titolare di un supermercato ben fornito che, gratuitamente, ci porta con l'auto al suo negozio e ci riporta fin davanti al gommone con la spesa. La serata la passiamo in un paese ad una trentina di km., Santo Stefano di Camastra. Il paese è meglio conosciuto come "il paese delle ceramiche". Una cittadina molto caratteristica, unica nel suo genere. Per le vie, piene di negozi, è possibile ammirare ovunque ci si volti una raffinatissima e coloratissima ceramica. Noi donne approfittiamo ovviamente per far shopping ed acquistare dei souvenir da portare a casa, mentre i comandanti si chiedono dove stiveranno i nostri preziosi acquisti per evitare di ridurli in mille pezzi, e devo dire che ciò non è avvenuto ed ora le ceramiche fanno bella mostra di sé nelle nostre case.
Ripartiamo da Sant'Agata e proseguiamo verso est. Dopo un paio d'ore ci ritroviamo con il naso all'insù a guardare affascinati il santuario di Tindari.
Decidiamo di andarlo a visitare. Ormeggiamo al Marina di Portorosa, porto al cui interno è nato un esclusivo complesso residenziale. Se Tindari ci aveva affascinato dal mare, nulla al confronto dello spettacolo che si è presentato ai nostri occhi dall'alto. Il santuario, costruito recentemente, ospita una Vergine nera bizantina.
A picco sotto il santuario (visibili dalla terrazza antistante) si possono vedere i Laghetti di Marinello, piccoli specchi d'acqua che il mare crea insinuandosi nell'enorme baia sabbiosa. A vista d'occhio si può ammirare il Golfo di Patti fino a Capo Milazzo.
(continua)

 

A sinistra, Erice. A destra, Selinunte.
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A sinistra, Isola delle Femmine. A destra, il golfo di Patti visto dal Santuario della Madonna Nera di Tindari.
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Costa Amalfitana, il fiordo del Furore. A destra a Amalfi.
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Capri, i Faraglioni.
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Torniamo in Porto e ceniamo a bordo con ancora negli occhi quello spettacolo meraviglioso.
La mattina dopo decidiamo di partire appena fa giorno e dirigiamo con decisione sul Continente. Il mare è ancora fantastico. Uno specchio. La traversata verso Capo Vaticano un incanto.
Entriamo a Tropea per il rifornimento e proseguiamo. Decidiamo di fermarci di nuovo ad Amantea. Prenotiamo quindi telefonicamente il posto barca, la benzina e pure la cena in un ristorante lì vicino. E' ferragosto ed i festeggiamenti sono d'obbligo.
Ripartiamo da Amantea diretti a Sapri. Durante il tragitto sostiamo davanti alle mete più famose e più belle della costa della Calabria (Diamante, Scalea, Isola di Dino, Praia a Mare, solo per citare le più conosciute), entriamo a Maratea, l'unico sbocco sul mar Tirreno della Basilicata. Arriviamo finalmente a Sapri, dove ci stanno aspettando una coppia di amici Stella e Silvio.
Passiamo insieme a loro due giorni splendidi. La loro ospitalità e generosità ci rimarranno nel cuore.
Dopo due giorni, salutiamo a malincuore gli amici e il bellissimo golfo di Sapri e proseguiamo. Facciamo rifornimento ad Acciaroli e puntiamo su Amalfi. Il posto è fantastico, ma il porto è pieno fino all'inverosimile. Con molta fortuna troviamo l'ormeggio in banchina e passiamo la serata nel magnifico centro del paese.
Il mattino dopo leviamo le ancore e proseguiamo, con destinazione Napoli dove una coppia di amici, Alberto e Rosalba, con il figlio Marco ci aspettano.
Doppiamo Punta Campanella in direzione Capri, bagnetto di rito in una caletta raccontando agli amici le nostre strepitose vacanze, rotta su Sorrento alla Marina Piccola e pranzo a bordo.
Nel tardo pomeriggio con calma dirigiamo sul porto di Napoli, dove grazie ad Alberto (l'indigeno) ormeggiamo in un pontile a Mergellina, direttamente sulla Via Caracciolo, dove, davanti ai nostri piedi si stende il meraviglioso e folcloristico Porto di Napoli.
Lo spettacolo è assicurato così come la bontà della vera Pizza Napoletana.
Il mattino dopo partiamo (non prima di aver degustato la vera sfogliatella napoletana) e dirigiamo ancora su Capri. La circumnavighiamo, partendo dal Porto, in senso antiorario a favore di vento, che spira leggero. I Faraglioni si ergono maestosi, ma noi non ci facciamo intimidire e facciamo lo slalom intorno a loro, ammirandoli da ogni parte.
Dopo il pranzo a bordo dirigiamo su Procida. Ammiriamo il vecchio carcere dalla caletta sottostante e poi ci dirigiamo a cercare l'ormeggio a Monte di Procida, dove ci dicono sia ancora un porto libero (l'unico di cui veniamo a conoscenza nel nostro peregrinare). Il porto c'è, è effettivamente libero, ci sono posti disponibili perciò passiamo lì la notte.
La mattina dopo togliamo prestissimo le tende e dirigiamo su Formia. Abbiamo ancora davanti tre giorni di vacanza, ma vogliamo passarle con gli amici Fiorella e Gino che ci stanno aspettando dal giorno in cui siamo partiti. Insieme con loro, nei giorni successivi visiteremo nell'entroterra la meravigliosa Reggia di Caserta e il litorale del Golfo di Gaeta fino a Terracina.
Mi rimarranno per sempre negli occhi le meravigliose coste italiane, ma nel cuore, per sempre, i giorni fantastici passati con i miei meravigliosi compagni di viaggio e le persone che abbiamo incrociato. Di alcuni di loro conoscevo la bontà e la generosità, di altri avevo solo sentito parlare, ma la realtà ha superato di gran lunga le aspettative. Non sarò mai grata abbastanza e credo di dover ringraziare anche gli Dei Nettuno, che ci ha steso il suo tappeto più bello, ed Eolo che ci ha accompagnato con una brezza leggera.


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La Reggia di Caserta.
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Testo e fotografie di Brunella Gibellini

 

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