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Una
piccola premessa a tutto il racconto va fatta, da quando sono
entrato in possesso molti anni fa, del primo "canotto",
un Pirelli di circa 2 metri, mi sono ripromesso più volte
che prima o poi avrei fatto qualche "traversata"
c'è
chi fa quelle oceaniche, chi quelle dei deserti, a me sarebbe
bastato raggiungere qualche località come dire, al di
là del mare. Certo quest'anno con gli Amici del Club
del Gommone di Milano, ho avuto modo di effettuare la tratta
Elba Corsica, bellissimo ed emozionante, ma volete mettere una
cosa organizzata e realizzata da solo??
Finalmente,
si avvera un sogno, sono le ore 5,00 di una promettente giornata
(sabato 21 luglio 2007) e la Croazia ci aspetta, ma questa volta
non la raggiungeremo per la solita strada, no, questa volta
sarà l'autostrada del mare a portarci sulla sponda slava
dell'Adriatico.
Siamo
in 6, sull'auto: Franco (mio fratello), lui si definisce "Mozzo
di Prima Classe" ma ben altre doti avrà modo di
dimostrare durante tutta la vacanza; Cesarina (la cognata) all'inizio
piuttosto restia all'idea ma poi
vuoi per amore del marito,
vuoi perché
"o così o
così"
si adatterà e anzi sarà sempre più coinvolta
nell'impresa; Anna (mia moglie) da sempre condivide la mia passione
per l'amato salsicciotto, ma questa volta era un po' più
preoccupata del solito
.sarà stato perché
sapeva di dover guidare per un po' o per altro??? boh; Manuela
(mia figlia), si è aggregata all'ultimo minuto ed è
stata subito promossa sul campo come fotografa ufficiale e Public
relation, sarà lei quella nota di gioventù che
non guasta mai, Laky
(l'animale) un puro concentrato di
razze canine che da più di 11 anni vive con la mia famiglia
e quest'anno proprio non avrebbe resistito senza di noi; e poi
ci sono io (il comaante
), quello che ha messo in moto
tutto 'ste casino.
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Il programma
prevede di arrivare via terra, fino a Marano Lagunare e qui, una volta
messo in acqua il gommone, consegnare le chiavi dell'auto alle mogli
che, in compagnia di Laky, attraverseranno il confine fino alla meta:
MALINSKA sull'isola di KRK (Veglia fintanto che era italiana).
Per inciso il "mezzo marinaro" è un FLYER 646, si è
vero non è un gommone con un progetto attualissimo, magari è
meno rifinito di altri natanti che vanno per la maggiore, può
anche apparire poco elegante, come dicono alcuni amici del Club ",
così senza il rollbar" ma credetemi, naviga che è
una meraviglia. Durante il viaggio stradale, fila tutto liscio, appena
un accenno di coda alla barriera di Mestre ma poi il telepass (perché
non lo monteranno di serie su tutte le auto
) ci consente di volar
via e di trovarci verso le 9,30 sul piazzale della marina di Marano
Lagunare.
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Dopo un
buon caffé e la foto di rito, come da programma Manu, Franco
ed io, salutiamo le "signore" e cominciamo a dedicarci al
nostro caro "canotto" che, prima di mezzogiorno è in
acqua legato ad un barcone e pronto per la partenza
di domani mattina.
Il tutto è reso facile e veloce grazie anche all'aiuto del gentilissimo
Omar e di suo padre, dell'officina Popesso (montaggio e riparazioni
motori marini) e se mai avrete modo di venire da queste parti, ricordatelo,
sono veramente tutti gentili e, cosa che non guasta mai, onestissimi.
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Quando
si dice
il destino, dopo una salutare doccia nell'accogliente
albergo Hotel Jolanda a suo tempo prenotato, uscendo per trovare un
locale dove metter qualcosa sotto i denti, ci imbattiamo in striscioni
e locandine che annunciano "la Fiera dei sapori lagunari"
praticamente
ad ogni bar o trattoria del paese, offrono con pochi euro, ottimi piatti
di frittura mista o di altre specialità della zona
bene
sia il pranzo che la cena sono assicurati.Ma veniamo al dunque, è
la mattina del 22/7, alle 6,00 io sono già in piedi, faccio una
veloce colazione e, senza aspettare il mio equipaggio, mi dirigo verso
il porto.
Subito mi prendo un mezzo "spavento", si perché avvicinandomi
al molo, non vedo più né il barcone ne tanto meno il mio
natante
affretto il passo e solo allora mi rendo conto che il proprietario
del peschereccio era giustamente uscito in mare, aveva gentilmente legato
il mio gommone al molo e la bassa marea aveva fatto il resto
.bene
così, vuol dire che anche lo spauracchio giornaliero c'è
già stato, si può partire.
Sono le 7,00, con un po' di emozione mettiamo in moto il suzuki 140
è un violino, prua verso Lignano. Navighiamo nella laguna
per circa 4mn, alcuni aironi visti nella foschia ci appaiono come dinosauri
in miniatura, i casoni dei pescatori che sembrano galleggiare su una
lastra di ghiaccio e poi quelle indicazioni appese alle Briccole (quei
pali conficcati nell'acqua che ti segnalano la via da seguire)
davvero
bello, davvero un'esperienza emozionante.
Dopo circa mezz'ora ci siamo, sulla nostra dritta (come dicono i veri
marinai) abbiamo la marina di punta faro
è il segnale, da
qui in poi sarà mare aperto, direzione Est-Sud-Est
..la
rotta l'ho quasi imparata a memoria, il gps fa il suo dovere
.praticamente
tutto ok, solo il cielo non è dei più promettenti ed il
mare, beh per un marinaio d'acqua dolce come me, può anche essere
considerato tosto. Qualche schizzo d'acqua di troppo fa si che la fotografa
debba accantonare il suo strumento ed infilarsi una felpa ma alla fine,
l'unico inconveniente sarà che non avremo delle foto di questo
primo tratto di mare
in effetti non c'era molto da riprendere
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Dopo circa
un'ora comunque e con una certa soddisfazione, entriamo nel porto di
Umago.
Il marina sembra ben ordinato ed immediatamente vediamo la palazzina
dedicata alla capitaneria. Ormeggiamo proprio di fianco alla stessa
e mi reco subito per il disbrigo delle pratiche di ingresso. Ci vorrà
un po' di tempo è vero, ma la soddisfazione per aver compiuto
questo primo salto è talmente grande, che non mi pesa affatto
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Adesso
ci meritiamo una piccola pausa, una brioche, portata dall'Italia, un
te e poi, dopo aver issato con orgoglio la bandierina croata, alle 9,30
usciamo di nuovo in mare.
Questa volta sembra che le onde siano più clementi o forse è
solo che ormai siamo diventati
dei veri lupi di mare
, mah
comunque sia, alla nostra sinistra, dopo un breve tratto di costa piuttosto
piatta, cominciano a scorrere una dopo l'altra le città costiere
dell'Istria.
Cittanova
(Novigrad), ancora tipicamente veneziana nel centro storico, ma oramai
votata al turismo nelle costruzioni litoranee; Parenzo (Porec), una
sorta di capoluogo turistico della regione, nelle cui vicinanze vediamo
l'isolotto di san Nicola, Orsero (Vrsar) antico villaggio di pescatori
e vignaioli, che precede il meraviglioso canale di Leme, e che noi,
presi come siamo nella nostra "impresa", ci lasciamo alle
spalle senza troppa cura. Non sarà così con la prossima
città: Rovigno (Rovinj). Già da lontano, notiamo il suo
meraviglioso campanile, sembra quello di piazza San Marco a Venezia
ma è quello della chiesa di S. Eufemia. L'abitato è posto
su una penisola che divide in due un'enorme area portuale e poi che
belle tutte quelle isole ed isolotti di fronte alla cittadina
sono
ben 14 ed una diversa dall'altra.
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Qui ci concediamo delle brevi deviazioni alla rotta per poter ammirare
più da vicino questi pezzetti di terra in un mare dalle tonalità
ora turchese, ora smeraldo,
.credetemi ne valeva la pena.
Adesso però è tempo di "allungare il passo",
abbasso un po' di più la manetta del gas e, nonostante qualche
salto di troppo (il mare non è mai veramente piatto), ecco che
in circa 20 minuti, siamo al cospetto dell'arcipelago delle Brioni.
La natura e l'uomo vi hanno creato un vero paradiso e così dal
1983 queste isole sono state dichiarate parco nazionale. Per l'incomparabile
bellezza e per la ricchezza della fauna presente, divennero la residenza
estiva preferita dal maresciallo Tito, il presidente della ex Jugoslavia.
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Alla fonda, tra le isole e la città di Fasana, sulla costa, ci
aspetta una nave da crociera con 5 alberi, leggiamo che è del
Club Med, ci giriamo intorno, scattiamo alcune foto e
colpo di
scena, il motore e tutto quanto è in funzione sul natante, si
spegne.
Attimo di panico
ma poi capiamo che per forza deve trattarsi di
qualcosa che non va nell'impianto elettrico, apriamo la scatola della
batteria e per fortuna salta subito all'occhio che un morsetto, forse
a causa dei troppi sobbalzi, si è allentato
una bella stretta
e via di nuovo, ci manca poco più di un miglio e poi saremo nel
canale che conduce alla città di Pola (Pula in croato).
Alle 11,40 siamo attraccati davanti al distributore e, con sommo piacere,
noto che il motore è stato davvero poco assetato. Non è
così per noi tre che, dopo aver chiesto il permesso, ormeggiamo
ad una delle banchine della prestigiosa Marina Aci di Pola. Un panino,
non certo come lo intendiamo noi Italiani ed una birra, questa si davvero
buona, sono per il momento il meritato compenso ai nostri sforzi.
Mentre mangiamo, non possiamo non guardare il maestoso anfiteatro romano,
che con le sue belle arcate, quasi perfettamente conservate, sembra
vigili su tutta l'attività del porto.
Costruito nell'età Vespasiana (quindi contemporaneo al Colosseo),
poteva contenere 20.000 spettatori per assistere ai combattimenti dei
gladiatori, oggi ne accoglie per un massimo di 5.000 per spettacoli
musicali o rappresentazioni varie.
Ma bando alla storia, qui si sta compiendo qualcosa che entrerà
nella storia
.o no? Beh comunque sia alle 13,05 siamo di nuovo
all'imboccatura del canale di Pola, ne stiamo uscendo e questa volta
il mare ci aspetta come dire, davvero un po' incavolato.
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Ci sono onde irregolari di circa un metro, niente di preoccupante ma,
se è così qui pensiamo, a capo Prematura, l'estremità
sud dell'Istria, cosa ci aspetterà? Invece, alle 13,30, lo doppiamo,
proprio fra la costa ed il bellissimo faro di Porer e, subito dopo,come
a darci il benvenuto nel Quarnaro, il mare si è ridimensionato
un'altra volta e ci permette quindi una navigazione più tranquilla,
ed alla fotografa ufficiale, di scattare forse la foto più bella
di tutto il viaggio.Adesso ci aspetta la risalita della penisola Istriana
e, vuoi per un po' di stanchezza, vuoi per la monotonia del paesaggio,
alla fine risulterà come la parte più pesante e tediosa.
Attraversiamo
in linea retta, l'ampio golfo da punta Marlera al faro di Turanj e qui
lasciando definitivamente la sponda istriana, puntiamo verso l'isola
di Cherso (Cres) che comunque già da un po' ci faceva compagnia
alla nostra destra.
Cerchiamo diversivi, cerchiamo di avvistare i Delfini, il Mozzo a tratti
li chiama a gran voce (che siano i primi segnali di ammutinamento?),
cerchiamo di notare cose particolari e invece, niente, solo sacchetti
di cellophane e bottiglie galleggianti
contenessero almeno qualche
mappa del tesoro
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Intanto, proprio per tener alto il morale della ciurma, passo il timone
al fratello, non che prima non mi fidassi, no, ma ero talmente contento
di quello che stavo facendo, che non mi ero accorto di essere rimasto
sui due piedi da questa mattina e adesso, erano le 14,30.
Appena
prima di avvicinarci alla costa di Cherso, abbiamo finalmente qualcosa
da fare, un bel pallone verde, galleggia a non più di 20 metri
da noi
sarà la nostra preda
sono le 15,00, ci fermiamo
nella bella baia di Starganat alla sommità dell'isola, ma prima
facciamo in tempo a veder transitare il traghetto che da Brestova attraversa
ogni ora il canale per portare i turisti a Porozina da dove, scendendo
per l'unica strada, da nord a sud, raggiungeranno una delle belle località
isolane, da Cres ad Ossero, da Valun a Lussino.
Siamo stanchi
ma la felicità è palpabile in tutti e tre, il Mitico Mozzo
ha ancora la forza di gettare l'ancora ma non ha ancora toccato il fondo
che anche Lui, come per una sorta di rito propiziatorio, è già
in acqua
stupenda e per niente fredda. Telefoniamo così
alle mogli e comunichiamo loro che dopo esserci concessi un bagnetto
ristoratore, ripartiremo e fra circa un'ora, che ci aspettino al porto.
Ripartiamo, io praticamente cammino sull'acqua, è vero non ho
fatto niente di trascendentale ma, l'avverarsi di un sogno è
sempre magnifico e così, dopo aver doppiato la punta dell'isola
di Cherso, puntiamo decisamente sul nostro traguardo.
Sono le 16,00 entriamo trionfanti nel porticciolo di Porat, un piccolo
centro vicino alla cittadina di Malinska, me lo ricordavo bello ma questa
volta mi sembra stupendo
che sia l'età?
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Le signore
sono li che ci aspettano, macchina fotografica e fazzoletto in mano,
proprio come si ricevevano i trasvolatori oceanici
ed anche un
po' di commozione fa capolino
ma è solo un attimo, 2 minuti
dopo siamo già nel ristorante del porto Konoba Porat per prenotare
la cena della serata
da qui in poi saranno vacanze, ma questa è
un'altra storia.
E adesso
è il momento dei ringraziamenti, ne devo un po' a tutti, a mia
Moglie che con l'aiuto della cognata, mi ha dato la possibilità
di realizzare questo sogno (se non avessero accettato di portare l'auto
a destinazione tutto era precluso); a mio fratello e a mia figlia che
si sono fidati di un "mezzo marinaio " come me per iniziare
le vacanze, agli amici del Club per i consigli e le dritte datemi ed
infine a tutti Voi che avrete avuto la pazienza di leggermi fin qui
.grazie
di vero cuore.
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Fotografie
di Manuela Tadolti
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