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di Maurizio Manfredini

Io e la mia famiglia arriviamo nel pomeriggio di venerdi 3 agosto a Castro Marina con l'intento di arrivare in Grecia con il nostro Zar 65.
Attraverserà con noi l'amico Alberto con il suo Mar-cò Altura 6,40.
Il mare è una tavola e siamo eccitati all'idea che domani ci attenderà questa meravigliosa esperienza. Da Castro a Corfu sono circa 60 miglia, circa 3 ore con mare buono. Per il giorno successivo, le previsioni danno mare poco mosso sino a mezzogiorno, dopodichè prevedono che il mare si ingrossi sino a forza 5/6. Decidiamo allora di partire alle 7.

Sono diversi i sentimenti con cui ognuno di noi affronta questa avventura. Io e mio figlio Pietro di 11 anni siamo eccitati, mentre mia moglie Enrica con gli altri 2 figli Margherita di 8 e Giorgio di 4 anni, hanno un pò di paura.
Un pescatore del porto ci dice di affrettarci perchè la tramontana attesa per metà giornata è già arrivata a Bari. Partiamo. Purtroppo a 4 miglia dalla costa infatti il mare inizia a ingrossare e le onde arrivano a 2 metri. Attimi di paura. Mia moglie Enrica è la più decisa a rientrare, ed anche i 2 bimbi più piccoli consigliano la stessa cosa. Ulteriore consulto con Alberto e decidiamo di rinunciare anche perchè i pescatori di Castro ci hanno sempre consigliato si non sottovalutare il canale d'Otranto, famoso per i suoi improvvisi cambiamenti di stato. Siamo delusi ma tentare con quelle condizioni avrebbe voluto dire rischiare di trasformare una bella esperienza in un bruttro ricordo che poteva pregiudicare futuri analoghi tentativi. Il rientro al porto di Castro è ancora più amaro dalla notizia che la tramontana si attenuerà solo martedi. Passiamo 3 gg in porto ma la gentilezza della gente del luogo unita alla bellezza del paese fanno si che siano 3 gg piacevoli. Non ultimo, questo "inconveniente" ci permette di conoscer meglio il nostro compagno d'attraverasata Alberto, rivelatosi un comandante con cui vale sicuramente la pena coltivare un'amicizia.

Martedi 7 agosto finalmente tentiamo di attraversare anche se il mare rimane ancora un pò agitato. Non si può più aspettare Alberto dovrà essere ad Atene il giorno successivo. Alle 5 io e mio figlio Pietro con Alberto partiamo. Mia moglie con i 2 piccoli vanno in aliscafo proprio perchè il mare ci è ancora ostile. Le prime miglia sono tranquille. L'emozione è tanta ed essere soli in mezzo al mare è fantastico. Appena entrati nel canale si inizia a sbattere ma ormai siamo carichi, l'eccitazione ha il sopravvento. Sono 15 miglia difficili. anche con un gommone da 10 mt non sarebbe andata meglio. Stringiamo i denti anche perchè si incomincia a vedere l'Albania e comunque la vista dell'alba dal mare è uno spettacolo che ci rimarrà impresso. Mio figlio Pietro è ormai contagiato. Finalmente navighiamo al riparo da Otoni, ed il mare ci consente un ultimo pezzo in pieno relax. Arriviamo a Paleokastriza, è fatta!

Da subito mi coglie la sensazione di essere più esperto, "più capitano", anche se in realtà ho solo navigato 3 ore in più, ma tutti i preparativi, le decisioni, e le emozioni di questi 3 giorni contribuiscono ad alimentare questi sentimenti.
Saluto con un pizzico di malinconia Alberto che prosegue il suo viaggio verso Atene.
Nelle due settimane successive visitiamo Corfu, Cefalonia e Itaca. Sono isole bellissime.
Il 17 di agosto decido di rientrare approfittando del fatto che alessandro, responsabile del porto di Castro, al telefono ci dice che sino al giorno successivo non avrei incontrato problemi, oltre tale data avrei dovuto aver a che fare con un mare molto-mosso.
Ho usato il singolare in quanto Alberto si tratterrà una settimana in più di me, ed il resto della famiglia tornerà in traghetto. Dovevo attraversare da solo!

Per recuperare tempo decido di partire già al tardo pomeriggio dello stesso giorno. Al porto di Sami incontro un amico del club che amichevolmente, per tranquillizzarmi , mi dice di fare attenzione agli albanesi i quali non disdegnano all'idea di fermare i nuovi gommoni in mare per "sequestrare" a loro piacimento.
Mi faccio forza sul solito pensiero a cui tutti ricorrono in attimi di paura: figuriamoci se capiterà proprio a me.


Alle 9 di sera arrivo al ponte di Lefkada e malauguratamente decido di passarlo per essere pronto il mattino successivo a partire di buon,ora, senza aspettare che apra alle 6.
Considerate che dai primi di Agosto apre 4 volte al giorno a partire dalle 6 di mattina. Passato il ponte è buio pesto, anche la luna è in vacanza e decido di fermarmi dopo 4 miglia a un marina sulla via per Antipaxos. Confesso di iniziare a pentirmi di non essermi fermato alla marina di Lefkada solo per guadagnare qualche miglia. Mi sento tanto milanese. Mi tengo a poche centinaia di metri a est degli scogli di Lefkada affidandomi solo alla precisione del mio Navstation 5 cercando di non allungare troppo la via per il-marina dove potrò riposare.

A metà strada improvvisamente il motore perde giri e rimango impietrito. Non ho il coraggio di toccare la manetta ed inizio a sudare. Se il motore mi pianta qui è la fine. Percorro le poche miglia che rimangono a 10 nodi sperando che il motore regga. Fortunatamente riesco ad arrivare davanti al marina ormai chiuso e chiedo soccorso a una barca a vela all'ancora li davanti. La solidarietà tra gente di mare è sempre alta.

Solo allora trovo il coraggio di alzare il piede del motore per vedere cosa possa essere successo. Avevo preso una rete. Una parte era ancora avvolta nell'elica. Il capitano della barca con un caschetto da minatore mi risolve il problema. Ripenso alla sciocchezza da me compiuta smentendo la mia convinzione di essre ormai un capitano navigato. Al mattino parto di buon'ora non prima di aver ringraziato i proprietari olandesi della barca per l'aiuto offertomi. Senza di loro avrei dovuto tuffarmi in mare al buio per riparare al danno, o aspettare la luce del giorno successivo , trascorrendo la notte con il pensiero di avere una rete impigliata nell'elica. Penso che per protestare contro le reti dei pescatori non mangerò più pesce in vita mia.
Alle 8 arrivo a Paxos per il rifornimento prima di iniziare l'attraversata per Castro. Non c'è benzina in banchina, anzi devo aspettare le 11 per il consueto giro dell'autobotte. L'alternativa è cercare aiuto presso il benzinaio a 300 mt dal porto. Aspettare 3 ore èTroppo. Ci provo! La gentilezza del gestore è determinante. Mi presta l'auto e una tanica da 25 lt per fare la spola dal distributore al gommone. Dopo 7 viaggi parto verso l'Italia. Questa volta sono solo.

Il mare è buono anche se all'inizio sbatto un pò. Attraversando in diagonale senza costeggiare Corfu, sono circa 70 miglia. Provo a misurarmi con l'emozione è decido di tagliare. Dopo 15 miglia perdo di vista la terra. Il mare è calmo. Menomale.

Nelle 3 ore successive ho tempo per vivere tutte le emozioni del mondo. Attimi di felicità, paura per incontri non graditi e pericolosi, timori per il non aver scelto di portare il motore ausiliario, compreso il classico "giuro non lo farò mai più", gioia per aver la possibilità di raccontare l'avventura ad amici e parenti ( spero) ecc ecc.

Nel mezzo del canale incontro due mercantili e successivamente due yatch. Mi sento confortato. Ormai mancano 15 miglia. Un ultimo sforzo e ci sono. Gurdando l'Albania non si scorge nessuno. Avrei dovuto montare un motore più potente. Nel caso di abbordi, avrei avuto una possibilità in più.

Dopo altre 5 miglia finalmente inizia ad esserci campo sul telefonino. Che magnifica invenzione! Mi sento più sereno e le ultime miglia rimaste le affronto con un morale diverso.
Arrivo al porto di Castro salutando famigliari e amici come un eroe. Mi sento veramente felice. A quando la prossima?

 

Testo di Maurizio Manfredini - Fotografia (l'unica!) di Alberto Bagagli

 

 

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