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Marina
di Camerota
18 - 25 giugno 2004
di
Patrizia Gemmi Sangiovanni
(GPS)
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La
settimana organizzata dal Club del gommone a Marina di Camerata è
trascorsa veramente in maniera molto piacevole.
Dimenticati i disagi del viaggio, le code sulla Salerno-Reggio Calabria,
sbrigate le formalità legate al varo dei gommoni e al parcheggio
dei carrelli, siamo accolti
con
cordialità e cortesia dai ragazzi dei team del villaggio Touring
Club Italiano.
Sistemati i bagagli nei capanni, ci rilassiamo all'ombra degli ulivi
e, più tardi, siamo rifocillati dalle gustose pietanze del
fornitissimo ristorante.
Le giornate trascorrono allegramente navigando nello splendido tratto
di mare del Parco del Cilento che va da Capo Palinuro a Punta Infreschi.
La costa rocciosa con le sue fenditure e le sue grotte è un
invito a percorrere itinerari affascinanti. Bellissima la grotta azzurra
di Palinuro. incantevole il Porto degli Infreschi. indimenticabili
i bagni nelle colorate acque dal verde smeraldo al blu intenso delle
tante baiette. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
L'uscita per Maratea, attraversando il Golfo di Policastro, è
favorita da una leggera brezza che non disturba la navigazione e ha
ripulito il cielo dalle poche nuvole così da consentirci di
poter ammirare la famosa statua del Cristo che, con i suoi 21 metri
di altezza, dalla cima della montagna sovrastante Maratea domina tutto
con un abbraccio che si protende verso l'infinito. Che spettacolo
di panorama. Da qui i contrasti di colore sono unici.
Per una giornata abbandoniamo i nostri mezzi e navighiamo con i bus.
Accompagnati dai ragazzi del T.C.I. visitiamo la suggestiva Certosa
di San Lorenzo di Padula, tra le più grandi d'Europa. Storia
e tesori da non perdere.
Percorriamo il Parco del Cilento e il Vallo di Diano. Sono tantissime
le ginestre, e i campi di papaveri mescolati al verde intenso dei
boschi. Tantissimo ed inaspettato verde.
Consumiamo il nostro pranzo al sacco nel giardino di un bellissimo
fonte battesimale di epoca romana, divenuto poi basilica nel medioevo,
del quale è appena terminato il restauro. Ancora conserva le
vasche usate per il battesimo dei pellegrini diretti in Terra Santa.
Una sorgente le alimenta con acqua cristallina. Il colore, la trasparenza,
la sua freschezza tentano i visitatori invitandoli a berla!
Visita al "Leone di Caprera", un battello di nove metri
a due alberi che per primo nel 1880, in quattro mesi, ha attraversato
l'Oceano Atlantico da Montevideo a Gibilterra, riscattando così
l'onore della marineria italiana umiliato nella battaglia di Lipsia.
Una barca italiana, con diverse innovative soluzioni tecnologiche,
successivamente adottate nella navigazione mondiale (vedere l'articolo
"Il Leone di Caprera" di Corrado Ferulli brochure 2005).
Mitica e storica l'impresa compiuta da Fondacaro, Troccoli e Grassoni,
tre emigranti italiani fortemente legati alla loro patria.
L'incontro diventa emozione e perfino toccante quanto apprendiamo
che. a farci da cicerone con enfasi e dovizia di particolari, è
il nipote novantenne di Troccoli, originario di Camerata.
Ora, dopo diverse peripezie tra città e musei, la goletta è
conservata a Camerata nella grotta di Lenticelle, gelosamente custodita
dai cittadini di questa comunità marinara di antichissime tradizioni
che non intendono provarsi, a ragione diciamo noi, del loro gioiello
più prezioso.
Riprendiamo i nostri itinerari marini visitando le coste e le grotte
del Golfo di Policastro, spesso facendo snorkeling tra le rocce, i
più temerari anche notturno, e producendo un'infinità
di foto per il prossimo concorso. Uscirà da qui lo scatto vincente?
Succede anche qualche inconveniente dovuto alle più varie circostanze,
non ultimo quello provocato dalla chiusura delle chiavi dei gavoni
in un gavone. Questa distrazione ha consentito ai nostri capitani
di mostrare tutta la loro preparazione e maestria di uomini di mare.
Più che uomini di mare però, sembravano "mastri
carpentieri". Dalle "stive" è uscito di tutto,
martelli, trapani, scalpelli, cassette degli attrezzi completi di
ogni tipo di utensile, vere e proprie officine, persino "il saldatore".
Ma dove le tengono tutta quella roba"
E' in questi momenti che ti senti parte del Club. Trovi sempre la
disponibilità degli altri per l'aiuto che ti occorre. A dire
il vero non solo in questi momenti
Ma, il momento di aggregazione più vera è proprio all'ora
di pranzo. Ci si ritrova, ci si riunisce, si gettano le ancore, si
aprono tendalini e ombrelloni, e si sta tutti vicini vicini
E' l'occasione migliore per trascorrere allegramente il tempo e farsi
delle belle risate.
Il "programma" del club prometteva anche una sorpresa. Niente
male quando è arrivata all'ora dell'aperitivo serale e alla
"Cantina del Marchese", un'antica bottega di vinaio dove
il tempo si è fermato. Da camerieri in costume ci sono stati
offerti taralli e biscottini vari, sottaceti e sottoli, salumi e formaggi
molto saporiti, accompagnati da ottimi vini e tutto di squisita produzione
Cilentana.
L'allegra comitiva dava proprio l'impressione di una classe di alunni
in gita scolastica.
E anche questa volta, purtroppo, l'avventura è terminata. Tutto
OK. Grazie Club e grazie amici, anche se in realtà non è
finita qui, alcuni soci "più fortunati" proseguiranno
la vacanza trasferendosi a Ponza, beati loro, ma questa è un'altra
storia.
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Fotografie
di Luigi Pozzi
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