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Grecia 2009 - Cicladi e Dodecanneso

Per tutto l'inverno si è riparlato di isole Cicladi e Dodecanneso, invogliando anche i novizi del campeggio nautico. L'Egeo é entrato nella nostra pelle, fa parte di noi, nonostante sappiamo che in agosto è battuto dal vento, beninteso ... non siamo masochisti, é che la situazione che si crea ... è adrenalinica.

Il Dodecanneso poi, idea buttata li, facendo finta di niente, ma in cuor nostro sapevamo sarebbe stato il massimo poterci arrivare. Si sarebbe visto il da farsi giorno per giorno a seconda delle condizioni meteo.
Grazie alle nuove tecnologie degli ultimi anni, vedi computer portatili sempre più piccoli e di facile stivaggio, abbiamo imparato a muoverci ancor meglio scrutando il meteo anche 3 volte al giorno, quindi sapendo a cosa si va incontro. Quando è il tempo di andare basta una "finestra" di minor vento (anche di mezza giornata) e quando è tempo di restare fermi, saper aspettare.

Non che questo prima non lo si facesse, ma ora ci possiamo muovere con una notevole certezza e consapevolezza.
Bene, ci siamo, è la mattina del 3 agosto quando lasciamo alle spalle il cantiere di Nea Peramos di fronte a Salamina, ottima base di partenza per l'Egeo. Passiamo di fronte ad Atene e man mano scendiamo verso Capo Sounion si sente il respiro del Meltemi, l'aria è più fresca, più tesa e il mare si increspa. Non vediamo l'ora di affacciarci al Capo per vedere quello che ci aspetta. Per il momento niente di particolare, passiamo le prime isole con un po' di vento, ma accettabile. Decidiamo di arrivare a Serifos, per scaramanzia, visto che l'anno scorso siamo rimasti bloccati 7 giorni a Kithnos.

E si, a Serifos nulla è cambiato riguardo al porto, rispetto agli anni scorsi. Solito pennello già affollato di barche a vela e barche di pescatori. Ormeggiamo con un po' di perplessità lungo la strada che porta dal molo delle barche al molo dei traghetti, appoggiati dolcemente chi sulla sabbia e chi su di un letto di posidonie, l'acqua era veramente bassa ma c'erano altre imbarcazioni e gommoni, quindi ...

Non è sembrato vero al personale della capitaneria di avere delle facili prede da controllare comodamente in banchina. Per circa due ore hanno "spulciato" i documenti di ognuno comprese le dotazioni di sicurezza, oltre naturalmente a stressarci per i numeri di immatricolazione che noi non abbiamo, diciamo che poi si sono accontentati di vedere targhetta CE applicata su ogni gommone.
L'idomani, martedì 4 agosto lasciamo Serifos, rotta su Paros e Antiparos e, come promesso dal meteo, mare forza olio con previsione identica almeno per altri 3 giorni.
Sta a vedere che il Dodecanneso si avvicina!

A metà giornata raggiungiamo le Piccole Cicladi, gruppo di isole minori a Sud di Naxos, per sosta pranzo e bagni in una favolosa baia "scoperta" due anni fa. Il porto di Koufunissi è nuovo con un rispettabilissimo scivolo e il rifornimento di benzina è con il solito camioncino provvisto di cisterna. Costo della benzina quest'anno dall'1,20 all'1,26 Euro.
E' qui che abbiamo la sorpresa di trovarci con il vulcanico "Baga", l'Alberto Bagagli, anche lui socio del nostro club e noto navigatore in solitario o al massimo con Alessandra o con il suo amico Andrea detto il "Betta", quest'anno la "fortunata" è Alessandra.

Facciamo un po' di strada insieme, anche lui va sul Dodecanneso, una decina di giorni a Lipsi. Quindi, ora siamo 5 equipaggi, puntiamo al porto di Katopula su Amorgos per trascorrere la serata insieme gustando la famosa zuppa di ceci.

5 agosto mercoledi - Sempre con una calma piatta incredibile lasciamo Amorgos per Levitha, si naviga in una zuppa di isole seppur lontane, ovunque volgi lo sguardo, ne vedi una.
A Levitha, salutiamo il Baga e l'Alessandra che filano su verso Lipsi e noi invece proseguiamo verso Est per Kalimnos.
L'isola dei rocciatori e delle spugne è di bellezza aspra, brulla ed è forata da tantissime grotte sia sull'acqua che sulla montagna, è unica. Sulla cima sovrastante la cittadina c'è un grande monastero con una croce enorme rivolta verso la Turchia. La bandiera greca oltre che svettare sul pennone è dipinta direttamente sulla parete della montagna come una gigantografia, sempre rivolta verso la Turchia.

E' pomeriggio inoltrato quando entriamo in porto, anche qui è molto grande ma non ancora finito, praticamente in diversi porti della Grecia c'è questa situazione, ci sono le colonnine della luce e dell'acqua... non ancora funzionanti. Ciò nonostante, l'acqua potabile dove non è raggiungibile con la manichetta arriva con l'autobotte, come a Patmos, scopriremo in seguito.
Non ci vuole molto a capire che sarà una serata di festa a Kalimnos. Dalla chiesa arrivano canti e suoni di campane, è la festa della cittadina, incuriositi ne siamo attratti e anche noi partecipiamo alla funzione religiosa insieme ad una moltitudine di persone.

Dopo cena, visita al museo delle spugne, aperto fino a tarda ora.
Giovedì 6 agosto - mare ancora una tavola, rotta verso Sud Est , Kos è a poche miglia, la Turchia quasi si tocca con mano.

Raggiungiamo Kos, per un po' costeggiamo le bellissime spiagge poi siamo costretti a buttarci un po' più all'esterno per via dei bassi fondali, anzi bassissimi, anche 0,80.
Beh! forse avremo sconfinato in acque turche.
Kos è separata dalla Turchia da un canale largo circa 2 miglia, in questa zona la vediamo abitatissima, moltissime case sorgono sulla costa turca difronte a Kos città da cui partono i traghetti per Bodrum, insomma ci si sente molto a oriente.

Le mura di quel che resta dell' antico fortino proteggono l'antico porto, di fianco il nuovo marina super organizzato, grande scivolo, gru e benzina.
Ripartiamo da Kos ancora per Kalimnos e per sera a Lakka su Leros, la cittadina non è granchè, il porto invece è nuovissimo, neanche segnato sul GPS, tutto funzionante e docce con acqua calda.
Venerdi 7 - rotta su Lipsi, la cittàdina bianca e azzurra dalle 30 chiesette cosparse un po' dappertutto. Raggiungiamo il "Baga" e con lui andiamo ad Arki, a Sud di Fourni, gruppo di isolotti bassi e levigati dal vento, dai bianchi fondali che formano delle piscine naturali. Uno spettacolo!
Anche Lipsi, da parte sua è bellissima, tutte casette bianche e azzurre, l'ho soprannominata l'isola della luce, mettendo da parte il ricordo di quest'isola per novembre quando da noi sarà tutto grigio e il sole verrà trattenuto dietro le nuvole cariche di pioggia.

Nel frattempo arrivano anche Riccardo e Teresa con un gommone Asso di 9 metri i quali hanno sfidato vento e mare attraversando da Lavrion per Tinos e, dopo una sosta di due giorni di "riflessione", da Tinos per Ikaria e quindi Lipsi. Confesseranno che è stata durissima, portandosi appresso anche il preannunciato meltemi.
Per altri due giorni navighiamo ugualmente fino alla miriade di isolotti di Arki, Marathos e Aspronissi e per altri due ci sposteremo solo su Lipsi nelle baie più vicine, a piedi o con il pulmino, evitando di smontare le tende dai gommoni.
Questa decisione è stata presa perchè il porto di Lipsi è sottoposto a durissime raffiche di vento e sarebbe stato problematico il rimontaggio delle tende per la notte, inoltre, vista la ressa di barche arrivate a ripararsi nella baia, avremmo rischiato di non avere più il nostro ormeggio in porto al nostro ritorno.

Qui acqua e benzina sono gestite dal boss dell'isola, la benzina viene distribuita dalle 12.00 alle 13.00 per tutti: barche, motorini e macchine e magari non tutti i giorni. Attenzione però, il distributore è a pochi passi dall'acqua ma la canna è "corta", quindi chi è in gommone e deve far benzina deve andare a prendersela con il serbatoio portatile. Per l'acqua è più facile, la canna è lunga e il boss staziona al bar di fronte alla banchina, un po' scocciato, fa aspettare ma poi apre il rubinetto, 5 euro per il pieno ai 4 gommoni.

Mercoledi 12 agosto - mattino presto, togliamo gli ormeggi e ci portiamo sulla frastagliatissima e affascinante Patmos, porto nuovo di Skala, dieci miglia con vento forza 5 al traverso.
Visitiamo la Chora; dal castello/monastero dei Cavalieri di S. Giovanni Evangelista si domina tutto il mare fino ad Ikaria, uno spettacolo mozzafiato. Vista da qui, Ikaria, anche se lontana, si presenta come un muraglione altissimo con una nuvola abbarbicata sulla sommità come a tenersela ben stretta, incutendo un certo timore. Sembra la fabbrica del vento mentre il forza 7 si esprime dando il meglio di se, schiumando tutto il mare.
Scendiamo a piedi dalla Chora al porto di Skala per l'antica strada di ciotoli in mezzo alle pinete, respirando aria di mistero, immaginando come poteva essere qualche secolo fa con il vento e il buio. Siamo in cerca della Grotta dell'Apocalisse dove l'Apostolo Giovanni nel 95 d.C ebbe la visione di Dio e divenne testimone e partecipe della rivelazione divina di tutto ciò che sarebbe accaduto.

Esattamente a metà strada la troviamo, intorno alla suggestiva grotta è costruito un monastero e anche se non è orario di visita la custode ci fa entrare. Nel mentre, il Pope arriva con i fedeli per la funzione religiosa, restiamo bloccati nella grotta e per lungo tempo ne veniamo ... rapiti.
13 agosto - l'isola è piena di turisti, muovere il gommone con il forza 7 neanche a pensarci. Sfumata l'idea di trovare i quad o motorini a noleggio, introvabili per un giorno solo, ci affidiamo al pulman per la famosa baia di Petra (Groikos), di bellezza notevole.

Una lunga lingua di sabbia conduce alla roccia di Kallikatzous, nel centro della baia, i cui pozzi e sentieri scolpiti hanno ispirato molte leggende, si dice fosse stato un eremo.
14 agosto - La "finestra" in mattinata a forza 5 per il ritorno sulle Cicladi .
Mai come quest'anno c'è stata necessità di affidarsi alle previsioni meteo. Partenza con forza 5 in decrescendo verso Donussa e Naxos , diciamo pure allo scorrere delle miglia, un 3 - 4 molto accettabile. Abbiamo percorso 55 miglia tagliando l'Egeo in quello che i locali chiamano il Canale del Diavolo, a Nord Ikaria e a Sud Amorgos, è stato molto emozionante poterlo fare.

Ci rifermiamo a Koufunissi a prendere fiato e poi proseguiamo per Sifnos, altre 50 miglia, passando a Sud delle Piccole Cicladi, alla larga dai canali di Naxos e Paros ed è andata benissimo, finalmente il mare come una tavola.
Sabato 15 agosto - Si festeggia a Sifnos ritrovandoci con altri 3 equipaggi amici e soci del club giunti dal Peloponneso, di cui uno con la barca di 6,50 metri. Sono Clipper, Alberto e Luca con le rispettive famiglie. Forse contagiati dal nostro entusiasmo per le Cicladi e l'Egeo in generale, volevano raggiungere la mitica Santorini al primo colpo e farci la sorpresa.

Ci ha pensato Sua Maestà il Meltemi a far capire loro chi è che comanda in Egeo, quindi non hanno più potuto proseguire nel loro intento ma sono rimasti con noi per ritornare insieme, noi verso Atene e loro sul Peloponneso.
Il "Baga" ci raggiunge a pomeriggio inoltrato, lui la traversata da Lipsi a qui l'ha fatta in due tappe fermandosi la sera del 14 a Koufonissi. A quanto pare Koufonissi sta diventando un crocevia dell'Egeo, una sorta di base per arrivi e partenze.

16 e 17 agosto - Siamo fermi a Sifnos, ritorna il vento forza 7 , tanto per cambiare, è il numero che è andato per la maggiore quest'anno. Ormeggiati a Porto Vathi alla banchina di fianco alla chiesetta, non si vede il mare fuori dalla baia, si sente solo la risacca, quindi siamo "costretti" ad andare a piedi in cima al promontorio per avere la conferma e vedere il canale che ci separa da Milos, naturalmente tutto bianco. Pazienza, a Sifnos si "soffre" volentieri: taverne dove si gustano il Sifnos cheese con i piedi quasi nell'acqua e i boccali di birra gelata e ci abbandoniamo ai piaceri del palato.

Alberto il 17 comunque parte e mentre Alessandra prende il traghetto a Kamares, porto principale dell'isola, per Atene, lui la raggiungerà in gommone.
Martedì 18 agosto - sveglia alle 6,00 - smontiamo le tende al buio e mentre albeggia siamo pronti per la partenza per Serifos, il meteo a quell'ora dava un forza 5. Ormai eravamo in ballo, decidiamo comunque di provarci e spostarci a Livadi, porto a Sud Est di Serifos, tenendo una rotta esterna al canale e una volta protetti dall'isola ripiegare con mare decisamente più basso, verso Livadi.
Con noi i tre equipaggi arrivati dal Peloponneso, di cui uno di loro "Giallo" non se l'è sentita e si è fermato ad Ag. Giorgio, baia con paesino in cima a Sifnos.

I gommoni a bassa andatura se la cavano sempre ma "quelli" della barca devono aver pregato parecchio nel canale fra le due isole, venti minuti buoni di onde veramente arrabbiate e frangenti che via l'una l'altra passavano sopra la barca senza tregua. Naturalmente era tenuta d'occhio e il comandante è stato confortato via radio fino all' arrivo in porto.

Dal 18 al 24 fermi a Serifos con vento 7- 8 e avviso di burrasca.
Calo previsto a 3 - 4 per martedi 25 o mercoledi 26 sarebbe stato ancora meglio.
Il vento a raffiche sparato giù dalla bellissima chora acquistava velocità e frangeva le onde anche in porto, c'era un punto verso il molo dei traghetti che chiamavamo la "mangianza" dei tonni, talmente il mare ribolliva.
Decidiamo di spostare la data del traghetto per il rientro in Italia al 27 agosto. Dalla Minoan non ci fanno problemi e la modifica ci costa solo 25 euro.

Intanto inganniamo il tempo andando a visitare la chora su per l'irta salita a tornanti con il pullman di linea che, ogni mezz'ora in perfetto orario, effettua il viaggio di andata e ritorno dalla mattina presto alla sera tardi.
Che dire? Da quassù la vista è uno spettacolo, l'orizzonte domina oltre Sifnos e si intravedono Milos e Antimilos, immagini che resteranno fissate nella mente e che ti costringeranno a ritornare.
Il vento si intrufola per le scale e nei vicoli raggiungento anche i 45 nodi.
La chiesetta, sul cucuzzolo più alto, sembra messa li apposta e al suo riparo lascia riposare chi, nonostante il vento, le scale e la fatica ha avuto la determinazione di arrivare fin lassù a riflettere e godersi l'immensità del mare.
Laura e Monica tengono ben stretti per mano i bimbi più piccoli Lorenzo e Sofia, la Maya invece è una signorinella di quasi 10 anni che se la cava benissimo da sola.

Comunque il giorno 20, due equipaggi, Marco e Lelio con le coraggiosissime Patrizia e Marinella, non potendo posticipare il rientro in Italia, prendono la decisione di provare a mettersi in mare per raggiungere Atene. La fortuna tante volte aiuta gli audaci e sulla loro rotta è arrivato un traghetto al quale hanno potuto mettersi in coda e anche se non è stata proprio una "passeggiata" alle 7 di sera sono arrivati a Nea Peramos.
Basta Egeo! Ci siamo detti.

Il meteo veniva controllato invano piu volte al giorno sperando in un miglioramento prima del 25, ma col passar dei giorni, rimaneva solo la "finestra" del 25 agosto. La previsione era cambiata con calo a forza 5 (non più 3-4) sulle Cicladi e per una quindicina di miglia ancora verso Ovest per poi andare in diminuzione continua verso il Peloponneso. Tutto sommato, "buono", visto la buriana dei giorni precedenti.
Il 24 pomeriggio, come da previsione meteo, verso le 17,00 il vento cala e alle 19,00 bagnati ma con mare accettabile, ci raggiungono l'Alberto con Lorena e la Giadina, che si erano fermati su Sifnos e con cui ci siamo tenuti in contatto telefonico per tutta la settimana.
Ci siamo tutti.

25 agosto - La presa di Atene - Ultima tappa di 115 miglia.
Ore 6,00- Si tolgono gli ormeggi mentre il sole si alza e piano piano illumina di rosso il cielo. Saggia la decisione dei "comandanti" di fare la rotta togliendosi dalle isole e di puntare verso l'isolotto disabitato di S. Giorgio (fra Capo Sounion e il Peloponneso) e da lì proseguire per Poros accompagnando i 3 al "loro" Peloponneso per finire le "loro" vacanze raggiungendo mogli e figli che li avevano preceduti in traghetto.

Anch'io con Barbara, per il "non si sa mai", visto il numero delle miglia che mancavano ad Atene, decidiamo di raggiungerla su di un traghetto highspeed in poco più di 3 ore e in comoda poltrona. Verremo prelevate in porto a Zea Marina dai nostri "comandanti" Virginio ed Emilio giunti in gommone dopo aver fatto tappa a Poros.
Il mare anche questa volta ha rispettato le previsioni e le cose sono andate come predetto.

Così è, in meno di mezz'ora dal Pireo raggiungiamo Nea Peramos anche noi sul nostro gommone come se nulla fosse.

La barca, con qualche danno, ce l'ha fatta e la può raccontare.
Basta Egeo!?!? Ma chi l'ha detto?!?! Nessuno più se lo ricorda.

Carla Conti

 

Il percorso. Seicento miglia da Atene a Patmos e ritorno.

In navigazione al traverso di Levithia
Dodecanneso - Ormeggio a Kalimnos
Dodecanneso - Kos
Dodecanneso - Il canale di Arki
Dodecanneso - Aspronissi

Dodecanneso - Patmos - Porto Skala

 

Dodecanneso- Patmos - Baia di Petra (Groikos) ...giro giro tondo...
Cicladi - Sifnos - Porto Vathi
Sifnos - Bar Bola ...la nostra stazione meteo...

Beh, ecco il meteo di quei giorni. Le date evidenziate sono la finestra che ci ha consentito di rientrare a Poros e da lì verso Atene. I riquadri in arancione sono il forza sette con avviso di burrasca.


 


Altre foto e rendiconto (consumi, miglia e curiosità varie) appena saremo di ritorno dalle vacanze 2011. Domani parto (oggi é il 23 Luglio 2011 ... scusate il ritardo)

Dove andiamo?

In Egeo, che diamine! Con i soliti amici e qualche "matricola" in più.

 

 

 

 

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