Siamo al 2 di agosto da oggi i gruppi si dividono uno fa
rotta verso Katakolon, mentre noi restiamo sull'isola di Zante ancora
un giorno, per stare con Marco e Patrizia, per loro è l'ultimo
giorno di vacanza, quindi decidiamo di trascorrerlo insieme. Costeggiamo
l'isola per parecchie miglia, ci teniamo a debita distanza da Lagana's
meglio conosciuta come la spiaggia delle tartarughe, ovviamente
parco nazionale marino. Il mare in questo tratto non è molto
calmo, ma non ci crea problemi, tranne nel momento in cui decidiamo
di fermarci per il bagno e il pranzo, un fastidioso vento rompe
le scatole per tutto il tempo della nostra sosta. La sera riusciamo
a trovare posto in un piccolo porticciolo, in rada, non c'è
altro modo per ormeggiare, francamente lascia a desiderare tanto
più che per raggiungere la terra ferma bisogna attraversare
un tratto melmoso e paludoso.
Il mattino seguente ce la prendiamo con molta calma, aspettiamo
Marco e Patrizia per salutarli, loro devono alare il gommone e i
nostri comandanti sono pronti a dare una mano. Conclusa l'operazione
ci salutiamo e pian piano usciamo dal porticciolo per far rotta
su Zante porto per i rifornimenti. La giornata trascorre tranquilla
tra bagni e sole. Nel tardo pomeriggio entriamo nel porticciolo
di St Nicolas, ci corre incontro Dimitri una vecchia conoscenza,
ha riconosciuto i nostri gommoni. Troviamo un comodo ormeggio; Dimitri
ci offre la possibilità di fare una doccia calda a casa sua.
Ovviamente accettiamo senza esitare. Essendo poi lui anche il proprietario
del ristorante, per cena ci prepara delle orate alla brace, della
mussaka, ecc, peccato che la nostra sosta dura solo un giorno.
Non avendo un programma ben preciso nei giorni a seguire girovaghiamo
per le isole, torniamo a Cefalonia per visitarla meglio, da qui
ad Argostoli dove ammiriamo durante la passeggiata serale (con grande
gioia per i nostri uomini), gli innumerevoli negozi del centro.
Il 6 di buon mattino dopo aver saziato i nostri serbatoi,
decidiamo di visitare Assos. Prima di entrare nel porticciolo costeggiamo
le lunge e numerose scogliere a strapiombo con piccole spiaggette
raggiungibili solo con gommone. Il mare comincia a fare un po' i
capricci, si alza un vento fastidioso ed è per questo che
affrettiamo il nostro ingresso in porto. Naturalmente si fa fatica
a trovare ormeggio date le dimensioni del porticciolo stesso. Fortunatamente
riusciamo a starci tutti anche se con un po' di difficoltà.
La sera, dopo esserci sistemati, visitiamo il paesino e sempre per
tranquillizzare i nostri animi, il ristorantino che sta nella piccola
piazzetta. Il mattino seguente il mare è incavolato più
che mai e noi felici per questa sosta forzata approfittiamo per
visitare il castello, che solo dopo una lunga camminata in salita
sotto un sole cocente, riusciamo a raggiungere. Il panorama che
si può ammirare da qui è a dir poco favoloso, anche
se ci siamo un po' stancati ne è valsa veramente la pena
salire fin su.
Nel pomeriggio il cielo si oscura arrivano grandi nuvoloni
neri che minacciano temporale. La cosa ci preoccupa anche perché
il mare è sempre incavolato e il vento sempre più
fastidioso; però siamo fortunati, solo tuoni, vengono giù
pochissime gocce d'acqua che non creano alcun problema. Decidiamo
che se le condizioni del mare ce lo permettono, il giorno seguente
si fa rotta su Sami. Puntualmente il giorno dopo abbastanza presto
lasciamo Assos e puntiamo su Fiscardo. Ormai abbiamo abbandonato
l'idea di dirigerci a Trizomia per ricompattare il gruppo con gli
amici che avevamo lasciato a Zante.
Non è una tappa molto felice, c'è vento e anche
un po' di mare, ma come si sa bisogna andare, fortunatamente le
miglia da percorrere non sono molte. Finalmente raggiungiamo il
porticciolo abbastanza presto. Ci fiondiamo in panetteria per comprare
dei croissant per fare colazione, sono a dir poco favolosi, dopo
di che classico giro turistico per sgranchire le gambe, spesa di
rito e via a cercare una baietta per rilassarci un po'. Verso le
17 entriamo nel porto piccolo di Sami, solito problema, i posti
scarseggiano anche perché le barche dei pescatori sono ormeggiate
se così si può dire un po' alla rinfusa. Dopo qualche
spinta e qualche tirata riusciamo a fatica a starci tutti, anche
se siamo solo tre gommoni non è sempre facile riuscire a
stare insieme. Ma va bene così, non si può avere sempre
tutto dalla vita. Nel frattempo altri due gommoni entrano in porto,
sono italiani, ma sono fortunati perché hanno i loro posti.
Fanno parte del Club di Bergamo. La sosta a Sami dura due giorni.
Giorno 9 i comandanti contattano il benzinaio che puntualmente
arriva con la sua autocisterna piena di benzina. Finito di fare
i pieni molliamo gli ormeggi e ci allontaniamo pian piano facendo
rotta su Astacos. La giornata è bellissima il mare è
una tavola, approfittiamo per fare delle foto, da presentare al
concorso fotografico. Tutto scorre più o meno tranquillo
nel tardo pomeriggio cominciano a cambiare le condizioni del tempo
si alza qualche onda e torna il vento, bisogna entrare in porto.
Si rivedono i nuvolosi neri di Assos , ma questa volta non va molto
bene. Durante la notte si scatena il finimondo. Anche il giorno
seguente va nello stesso modo, bisogna aspettare il pomeriggio per
rivedere il sole.
Siamo alla mattina dell'11 ormai comincia la nostra risalita e questo
vuol dire che le vacanze stanno per finire anche se c'è ancora
una settimana. Prima di tornare a Lefkada andiamo a visitare Paleros,
ci fermiamo una sola sera ma ne vale la pena, (salvo gli ormeggi)
si mangia bene e ci si diverte. I ragazzi possono testimoniare.
Il 12 dopo una giornata trascorsa tra l'isola di Skorpio, Meganissi
e Nidri rientriamo nella famosa marina di Lefkada. Sistemati i gommoni
finalmente facciamo una lunga doccia calda. In marina restiamo due
giorni nell'assoluto relax.
Sivota ci ospita per il giorno 14 si sta veramente bene,
tanto che abbiamo organizzato una succulenta spaghettata tutti insieme,
e con l'organizzazione che ci contraddistingue trascorriamo una
bellissima serata. Il 15 mattina sempre con molta calma andiamo
a fare rifornimento sia di acqua che di viveri e via verso Corfu,
quella che non avevamo visto all'inizio. Purtroppo il problema dell'ormeggio
è diventato quotidiano, si fa fatica a trovare posto, non
si capisce dove ci si può attraccare, francamente la marina
se così si può chiamare lascia molto a desiderare
non esistono servizi di alcun genere tranne i bagni dall'aspetto
pietoso, sinceramente non la consigliamo a nessuno, e nonostante
ciò hanno avuto il coraggio di spellarci 20 Euro per una
notte. Meno male che la visita alla città è stata
più gradita; meno si può dire della cena. Siamo all'ultima
tappa, è il 16. Ci rimane solo Ericussa che raggiungiamo
nella tarda mattinata, ma prima di entrare nel piccolo porticciolo
sostiamo su una favolosa spiaggia dall'altra parte dell'isola, siamo
solo noi , non c'è forma di vita. Ci tuffiamo tutti in acqua,
è favolosa, tutti insieme andiamo in spiaggia e organizziamo
un campo da calcio dove disputiamo una partita quattro contro quattro,
vince la squadra capitanata dalle donne. Chissà perché
quando si sta bene le giornate passano in fretta. Purtroppo è
ora di andare in porto, la zona e un po' umida e bisogna montare
le tende quanto prima. La sera si respira aria di malinconia e di
tristezza anche se tornare a casa non è così tanto
triste.
Il 17 mattina veramente molto presto approfittando della
calma piatta diamo gas ai nostri motori. La rotta è l'Italia.
Riviviamo l'emozione della traversata incontriamo un branco di delfini,
non si vede più l'isola di Otoni che ci aveva accolto all'andata,
c'è solo mare, quel mare che a dire il vero è stato
molto buono con noi, regalandoci delle belle vacanze. Si scorge
la costa italiana,sui nostri GPS puntiamo il porto di Otranto, ormai
siamo quasi in Italia. La nostra entrata nel porto è trionfale
perché anche il ritorno è andato benissimo. Scendiamo
per la colazione e la spesa di rito, acquistiamo dei prodotti tipici
locali come mozzarelle, pizzi (dei piccoli panini con pomodoro olive
e cipolla) e altre cose. Nel frattempo i nostri comandanti si informano
sulla possibilità di restare in marina per trascorrere la
notte. Di posti disponibili non ce ne sono salvo in tarda serata.
Risaliamo sui nostri gommoni e ci allontaniamo per fare un giretto
nella zona, il mare è un olio fa un caldo tremendo, quindi
tutti in acqua a fare il bagno, bagno che viene disturbato dal via
vai di qualche grande medusa, che, anche se non gliene frega niente
di noi, ci fa stare sul chi va là. Nel tardo pomeriggio rientriamo
in porto, effettivamente bisogna aspettare fino alle 21 per riuscire
ad avere un ormeggio. Cena veloce in gommone e via in giro per Otranto.
Ormai siamo al 18, intorno alle 10 lasciamo il porto e inizia
la risalita verso Gallipoli, costeggiamo tutta la zona, ci avviciniamo
alle grotte della Zinzulusa, facciamo delle foto ricordo, entriamo
a vedere la piccola Porto Badisco, Castro e Santa Cesarea Terme.
Doppiamo Capo Santa Maria di Leuca. Vicino Marina di Ugento facciamo
sosta per un lungo bagno e per il pranzo. Verso le 4 molliamo gli
ormeggi, Gallipoli si avvicina sempre di più. Arrivati, non
ci lasciamo scappare l'occasione di rivisitare il porto piccolo,
è caratteristico con le barche dei pescatori. Cerchiamo di
attardarci, ma sempre per il famoso problema tende è ora
di tornare a Porto Gaio. Dopo esserci sistemati e ripreso possesso
delle nostre auto, decidiamo di andare a cenare dal nostro amico
Maurizio, gestore di un agriturismo nelle vicinanze di Porto Cesareo,il
quale come al solito ci accoglie festosamente, offrendoci il meglio
della cucina locale. Il mattino dopo, i primi ad alare il gommone
sono Danilo e Ketty alias Arcibaldo, purtroppo per motivi di lavoro
devono rientrare a Milano. Per Lupo e Delfino restano ancora cinque
giorni prima di tornare definitivamente a casa.
Durante la nostra vacanza durata circa quattro settimane nonostante
non avessimo stabilito un itinerario, abbiamo comunque percorso
1.108 miglia.
|