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di
Carla Conti
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Segue:
4 agosto - Rotta verso Elafonissos, 25 miglia, con mare ottimo,
anzi sbirciando il meteo, qualcosa ci dice che anche in Egeo non c'è
ombra di Meltemi. Alle 10,30 siamo già ormeggiati alla bellissima
baia rivolta a Sud. I più piccoli, Michele (3 anni) e Lucia (6)
giocano in spiaggia, Irene (10) e Sabrina (12), esperte e infaticabili
nuotatrici vanno sott'acqua, per gli altri arrampicata in cima al promontorio
che separa le due grandi baie a caccia di immagini.
Elafonissos è una bellissima isola a circa quattro miglia a Sud
di Neapolis, le spiaggie a sud sono di sabbia bianca con alte dune ombreggiate
dalla classica macchia mediterranea piegata e ritorta dal vento, il
cui profumo sale fino in cima al promontorio di granito grigio/azzurro
ricoperto di sabbia bollente. Da qui si dominano tre mari e la faticosa
camminata per raggiungere la cima viene ripagata dalla bellezza del
panorama.
Uno sguardo al canale che ci separa dall'isola di Kithira, appena mosso
da una leggera brezza, ci fa ben sperare per la tappa dell'indomani.
Mentre trascorriamo il resto della giornata fra relax e bagni ascoltiamo
i brani di musica classica dal mega impianto stereo installato sulla
barca di Marco.
Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo in porto il cui ingresso ci accoglie
con la sua chiesetta bianca e il faro ad evidenziare la secca.
Il nostro Piero, che come mette piede a terra trova da chiacchierare,
si imbatte con la persona giusta che ci da le indicazioni per trovare
l'unico benzinaio dell'isola, il quale, chiuso il distributore si offre
(businness is businness) di trasportarci avanti e indietro i floscioni
della benzina. Magnifico, senza perdita di tempo.
Ci concediamo una serata con cena al lume di candela in riva al mare,
Elafonissos ormai ha abbandonato l'aspetto del villaggio di pescatori
per darsi un tono più "in". Difatti sulla passeggiata,
lungo il porto, sono parecchi i locali con musica, divani e tendaggi
colorati e ne veniamo subito catturati per trascorrere una piacevole
nottata ... faranno musica fino alle 5 del mattino.
5 agosto - La situazione è più che favorevole per
fare rotta su Kithira, quindi, dopo una bella corsa con un leggero mare
da scirocco puntiamo su Diakofti, per proseguire ridossati, verso Sud.
L'intenzione è quella di fermarci a Kapsali dove ci attendono
alcuni amici, ma con mare dai quadranti meridionali una fastidiosa onda
entra nelle due baie dove, fra l'altro, non c'è posto in banchina
per tutti e sette. Optiamo per tornare alla tranquilla Diakofti. Verranno
loro in macchina a cena con noi. Il villaggio è composto da poche
case su una spiaggia di sabbia bianca contornata da palme, ed è
riconoscibile per il relitto di una nave incagliata sull'isolotto antistante.
Miglia percorse: Elafonissos, Kithira fino a Kapsali e ritorno a
Diakoftì - 30 circa.
6 agosto - Lasciamo la banchina del porto con un po' di vento
da Sud-Ovest e qualche spruzzo ci accompagna fino a Capo Malea e qui,
sotto il faro in zona di calma, stappiamo la bottiglia di spumante portata
da Piero dall'Italia, per festeggiare ufficialmente l'ingresso nel mare
Egeo. Costeggiamo fino Monemvasia: chiesette e monasteri costellano
le cime e i golfi della costa.
All'arrivo, dopo aver ammirato dal mare il promontorio con il suo restaurato
borgo bizantino, ci accingiamo ad entrare in porto o meglio quel che
resta dell'ex nuovo porto che avrebbe dovuto accogliere i diportisti,
anche qui pieno di barche e barchettine dei locali. Ci ormeggiamo alla
bell'è meglio, anche in seconda fila, grazie alla cortesia di
alcuni pescatori, nel frattempo il vento rinforza e le barche a vela
che continuano ad arrivare ostruiscono pure l'ingresso del porto. Noi,
che nei numerosi anni della nostra frequentazione in Grecia, questo
porto l'abbiamo visto nascere, siamo veramente dispiaciuti nel vedere
questo abbandono. Una cosa però ci conforta, ... il benzinaio
.. che subodorando i 1.500 litri di benzina del nostro fabbisogno arriva
subito con la cisterna piena .
La giornata è ventosa, c'è chi si dedica ai bagni, chi
sistema lo stivaggio delle borse, chi fa lo shopping, il gruppo maschile
invece ha sempre qualcosa di più importante da fare: controllo
della strumentazione di bordo e ... riposo. Ci diamo appuntamento per
passare la serata su alla cittadella. Il pullman che fa la spola in
continuazione ci porta tutti per la modica cifra di € 0,50 a testa.
La luna, quasi piena, lascia una lunga scia luminosa sul mare.
Notte ... in bianco, c'è un notevole aumento di raffiche di vento
che non ci lasciano dormire, il già fatiscente pontile galleggiante
scricchiola e ondeggia paurosamente strattonato dagli ormeggi delle
barche a vela dandoci non pochi pensieri. Miglia percorse: 35 circa.

7 agosto - Sono le 8, le raffiche di vento sono in attenuazione
ma prendiamo la decisione di rimanere e di salire alla conquista della
rupe di Monemvasia. Il clima è ideale, un po' di vento quanto
basta e dalla parte giusta, ci aiuterà ad affrontare la salita
a piedi.
Per noi veterani del Peloponneso è un "caldo" ricordo
di qualche anno fa, per i nuovi equipaggi sarà una bella avventura,
quindi muniti di bottiglia di acqua fresca fra una foto e un sorso d'acqua
arriviamo in vetta. Non c'è che dire, il vento dopo aver lavorato
tutta la notte ha reso la visibilità ottima, il mitico Egeo sgrana
davanti ai nostri occhi le sue isole più occidentali. Che tentazione!
Il sentiero che si inerpica ancora in salita in mezzo ai ruderi della
vecchia fortezza è ben pulito. Ci portiamo fino all'estremo Ovest
della rupe, fino ai resti dell'arco ben visibile dal basso, al di la
del piccolo ponte che la unisce al Peloponneso. Dopo aver goduto di
questo splendido paesaggio, il pensiero corre a quanti la dominarono:
bizantini, veneziani, turchi e perfino lo Stato Pontificio, ma riuscì
sempre a conservare la propria fama di inespugnabilità.
8 agosto - Togliamo velocemente le tende dai gommoni in un momento
di stanca fra una raffica e l'altra e salutiamo Monemvasia. Ci ritorneremo!
Decidiamo di far conoscere ai nuovi equipaggi il porto di Jeraka. Anche
qui, l'ingresso "non si vede" fin quando non sei sotto al
faro; arrivati davanti, si apre un lungo fiordo che dal mare porta in
paese, più in là finisce nell'entroterra in una laguna
salmastra, dove le donne del posto fanno ancora il bagno vestite di
nero. Udde si guarda bene dall'entrare in porto, teme di essere riconosciuto,
corre voce che qualche anno fa aiutò un pescatore a sistemare
il suo motore, fu così che non funzionò più del
tutto.
Proseguiamo
per Porto Heli con un pò di maestrale sul naso per circa 20 miglia
fin quando non sentiamo il ridosso di Spetze, intanto il motore di Enrico
fa le bizze, va solo a 6/7 nodi, viene rimorchiato da papà Udde
fino alla baia di Porto Heli. Finalmente, un guasto, così tutti
i comandanti possono dire la loro su come risolvere il problema. Ma
ci penserà il meccanico nella mattinata seguente. Miglia percorse:
45 circa.
Continua>>>
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A
sinistra, foto ricordo davanti alla fortezza veneziana e al "bourzì"
ottomano di Methoni. A destra, navigazione tranquilla verso Limeni.
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Baia
di Diros, ormeggio alla boa per la visita alle grotte. A sinistra, per salire
a bordo delle barche tassativo il giubbetto di salvataggio.
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A
sinistra, stallattiti e stalagmiti per uno spettacolare percorso su un fiume
di acqua dolce. A destra, avvistiamo Capo Matapan (Thenaron).
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Sosta
e bagno propiziatorio sotto il faro dell' estremità più
a Sud del continente Europa (isole escluse). Il mare è cobalto!
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Ingresso
e ormeggio a Porto Kaio, due miglia più a Nord di Capo Matapan,
sulla costa orientale della penisola del Mani.
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A
sinistra, Enrico e Stefano (in acqua) studiano come sopperire alla mancanza
di bitte.
Alla fine useremo chiodi da roccia (portati da Milano ... ah l'esperienza!).
A destra, vista sul mare aperto al tramonto. Il colore è sempre
cobalto!
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A
sinistra, cena presso una delle taverne (sono tre) sulla spiaggia.
A destra,
sapevamo sempre il meteo grazie al palmare collegato con il sito greco
per le previsioni meteorologiche dell'Università di Atene.
Il servizio era affidato a Emilio.
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Elafonissos,
ormeggio alla ruota su un mare dai colori tropicali.
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Ormeggio,
alla ruota lontani dalla spiaggia per non infastidire i bagnanti. Sbarco
delle apparecchiature fotografiche nei praticissimi sacchi stagni
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A
sinistra, lasciata la spiaggia ci si inerpica sul promontorio di granito
"blu" che separa le due baie a sud dell'isola. A destra, Marina
e Stefano.
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A
sinistra, questa volta senza "fumetto" Barbara e Emilio. A destra,
Piero e Marco ... ma di che cosa si sono unti?
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Sabbia
bollente, si fatica a starci sopra ... anche con i sandali!
A destra, gli equipaggi del Milù e del Chicco: la famiglia "Udde"
con il ... patriarca che profonde ... consigli.
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A
sinistra, la chiesetta di Elafonissos porto. A destra, ormeggio in banchina.
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Al
tramonto passeggiata di rito lungo il porto. A destra, per la serie "non
facciamoci mancare niente" passiamo una vivacissima serata al piano
bar.
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A
sinistra, Emilio e Barbara. A destra, lasciamo, non senza rimpianti, la
splendida Elafonissos.
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A
sinistra, riunione prima di intraprendere la rotta su Kithira. A destra,
Kithira, il relitto del cargo russo incagliato sull'isolotto di Diakoftì.
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Milù
al traverso di Kapshali, a Sud di Kithira. A destra, la banchina del porto.
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A
sinistra, scorcio della costa orientale dell'isola. A destra, ormeggio
nel porticciolo di Diakoftì.
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A
sinistra, pronti per la cena aspettiamo gli amici: Claudio, Rosalba, Emilio
e Lucilla che ci raggiungeranno in macchina da Kapshali.
A destra, raduno fuori dal porto per far rotta su Capo Malea.
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Capo
Malea, foto ricordo e brindisi per festeggiare l'ingresso in Egeo.
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La
spettacolare rupe di Monemvasia, circa 20 miglia più a Nord di
Capo Malea.
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La
cittadella fortificata di Monemvasia vista dal largo. A destra, Stefano
J e Brunella posano per la foto ricordo.
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A
sinistra, ormeggio (non senza problemi) nel porto "nuovo" di
Monemvasia. A destra, cena ... con spettacolo!
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Scalata,
tremenda scalata! A sinistra, i tetti della cittadella.
A destra, sosta all'ombra nell'ingresso del corpo di guardia prima di
arrivare alla chiesa di Santa Sofia.
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Sempre
più in alto, intanto si cerca l'ombra. A destra, ancora ombra a
ridosso delle mura della chiesa.
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Più
in alto di così non si può. Foto ricordo per i sopravissuti
alla scalata. A destra, la città nuova di Monemvasia vista dalla
rupe.
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A
sinistra, la rupe vista dalla città nuova di Monemvasia. A destra,
si comincia la discesa.
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Ombra,
sempre ombra. A destra, per loro (i polpi) invece tanto sole.
Devono seccare, poi passati alla griglia, verranno serviti per l'aperitivo
con un bicchierino di ouzò.
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Shopping
serale nella cittadella ai piedi della rupe. A destra, Enrico, Chiara
e la piccola Lucia a spasso per i vicoli.
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Riunione
per il ...gelato, nella cittadella. A destra, Piero ci svela un segreto
...
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Fotografie
di Emilio Galli, Barbara Gulesu, Stefano Coruzzi, Carla Conti, Piero Angelucci,
Brunella Gibellini.
Testi e ... fumetti di Virginio Gandini.
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