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Blob-Rally delle Hyeres

 

Un sole deciso ha baciato i fortunati partecipanti la decima edizione del Rally di Giugno.
Base logistica Sainte Maxime. Porto di ormeggio il pittoresco Port Grimaud.
In programma: Port Cavalaire, St. Raphael, St. Tropez e una giornata sulle Isole Hyeres: Port Cros e Porquerolles.
Tutto bene insomma, se non per qualche "piccolo" problema al fuoribordo di Augusto Gandini che ha movimentato non poco il rientro di Venerdì dalle Isole .

La cronaca:

Venerdì pomeriggio, l'odissea cominciava con un po' di maretta in aumento, quando l'Augusto a bordo del suo Asso 64, rimaneva in panne sulla punta di Le Lavandau e veniva preso al traino dal 300 hp EFB dell'amico Benito di turno per l'assistenza.
Fatte poche miglia, il rimorchio si rivelava decisamente difficile: troppe persone a bordo del gommone trainato.

Trasbordo veloce sui gommoni disponibili (il mio ed altri) non senza difficoltà dell'equipaggio del naufrago: la moglie, i due eredi e un'entusiasta suocera.
Ripresa della rotta di ritorno verso Port Grimaud.
Quattro miglia e nuovo grido di aiuto di Augusto: stare sul gommone al traino, gli mette il mal di mare. Abbandonato anche lui il proprio battello e salito a bordo del Marlin di Pino , il viaggio riprendeva: Benito-gommone con il traino e ... due gommoni ( ci sono sempre!) davanti a fargli onda ... quella naturale sembrava poca!
Al traverso di Cap Camarat, un'ingavonata del gommone di Pino con a bordo Augusto, cominciava a far pensare sul ruolo di quest'ultimo.

Svuotato il mezzo, il viaggio riprendeva, sempre con i due gommoni a far onda davanti all' ormai rassegnato Benito.
Arrivati all'ingresso del Golfo di St. Tropez anche il 300 hp mollava fra lo sconforto dei passeggeri e del suo comandante.
"Cofano" aperto e consulto di tutti i presenti con varie diagnosi: impossibile farlo ripartire.

Cambio di traino e ... traino del gommone dell'assistenza. Così i gommoni al traino diventavano due.
Il sottoscritto, trasbordato il proprio equipaggio e quello del naufrago (Augusto), prendeva a rimorchio il gommone di quest'ultimo e Giuseppe (altro gommone prontamente intervenuto) quello di Benito.
Gli equipaggi (leggi famiglie) ormai erano dispersi su un numero imprecisato di gommoni, anzi il rischio era di caricarli anche su qualche gommone di passaggio. Naturalmente la più divertita era la signora Silvana (suocera del naufrago/sfigato).
Ripresa la navigazione e fatte due miglia, anche il mio motore si pianta.
Orazioni e richiesta delle coordinate per Lourdes. Diagnosi: serbatoi vuoti, giocoforza toccare la riserva intoccabile. Promessa del naufrago/sfigato per un suo prossimo viaggio a Civitavecchia (la Madonnina) e ripresa della rotta.

Intanto, allontanato l'Augusto dal gruppo, il Benito-gommone come miracolato riprendeva senza problemi. Io, invece, dopo essere rimasto con il gommone del naufrago/sfigato me la dovevo vedere anche con due barche a vela in manovra nello stretto canale di Port Grimaud.

Finalmente l'arrivo in banchina e rientro in Hotel (dopo il cambio di una gomma a terra della mia macchina, l'Augusto era sempre lì intorno!).

Serata per tutti in Hotel, eccetto i soliti epicurei che preferivano i ristorantini del vicino St Maxime.

Sabato, tapponata e conclusione della caccia al tesoro.
Serata in discoteca e trenino fra i tavoli della terrazza e della piscina, guida e animatrice del gruppo una "luccicante" Manuela moglie del nostro Claudio.

Domenica, tranquilla giornata dedicata al rientro in Italia. Almeno ... non per tutti, indovinate chi abbiamo trovato fermo sulla salita di Roquebrune proprio sopra Montecarlo? Cofano della macchina aperto, moglie e eredi sconsolati e suocera (signora Silvana) sempre più divertita: Augusto, motore fermo in ebollizione e vaschetta di espansione sfondata.
Riparazione di emergenza e ripresa del viaggio toccando ferro e "gioielli".

VG

 

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